La Milano nera, di Giorgio Scerbanenco, Garzanti Vallardi.
La trama. L’introduzione è un racconto autobiografico intitolato “Io Vladimir Scerbanenco” in cui l’autore svela le proprie origini e il percorso letterario. Il filo conduttore delle storie (Venere privata, Traditori di tutti, I ragazzi del massacro, I milanesi ammazzano al sabato e i racconti milanesi di Milano calibro 9 e il centodelitti) è la città nella quale sono ambientate, ovvero la Milano degli anni 60′, assoluta protagonista delle trame gialle a riflessi noir che di fatto, anticipano uno stile probabilmente mai più imitato, almeno allo stesso livello. I romanzi e i racconti fanno quasi da sfondo alla città e al suo lato oscuro.
Giudizio. La raccolta di scritti di fatto sancisce la penna superba e asciutta dell’autore, capace di coniugare azione e dovizia di particolari in misura equilibrata e particamete inappuntabile. Le pagine scorrono veloce sotto gli occhi del lettore che di fatto resta incollato alle storie in modo naturale, calamitato dalle trame (spesso imprevedibili) e da quella Milano che si mostra oscura e nebbiosa, in grado di avvolgere ogni vicenda in modo molto caratterizzante e decisivo. Per certi versi, la raccolta è un autentico capolavoro narrativo, se inquadrato nello stile unico e proprio dell’autore, da cui prendere spunto ogni qualvolta si necessiti di un termine di paragone. Ritmo e suspance non mancano mai perciò la tensione narrativa rimane costantemente alta, rendendo la lettura appassionata e intrigante. Assolutamente consigliato, persino da rileggere.
MaLo