La trama. L’opera, divisa in due parti, racconta della vita di un uomo di origine francese conosciuto come Meursault. La vicenda inizia con la morte della madre del protagonista. Il carattere di Meursault viene subito messo in mostra: sembra non provare nessun tipo di emozione per la madre, rifiuta di vederne le spoglie, beve caffè e fuma vicino alla bara. Il punto di vista è in prima persona, direttamente nella mente di Meursault. Nei giorni dopo il funerale, Meursault inizierà una relazione con una donna conosciuta in spiaggia di nome Maria. Per quanto sembri che Maria sia veramente innamorata di lui, da parte del protagonista c’è solo desiderio fisico. Meursault si ritroverà a commettere un omicidio su una spiaggia, sparando una volta ad un arabo uccidendolo, e poi sparando altre tre volte al corpo morto. La pistola gli era stata data da un suo amico Raymond Synthès nemico dell’arabo poiché Raymond aveva schiaffeggiato sua sorella. Meursault verrà messo in prigione per il suo crimine. Durante il lungo processo verrà discusso, più che l’assassinio, il fatto che Meursault sembri non provare alcun tipo di rimorso per quello che ha fatto. Malgrado i tentativi dell’avvocato difensore, e vista anche la poca collaborazione di Meursault che non difende nemmeno se stesso, alla fine Meursault verrà condannato a morte. Meursault non tenta nemmeno di trovare il perdono attraverso Dio, rifiutando le visite del prete. La storia finirà con Meursault che realizza quanto l’universo stesso sembri indifferente rispetto all’umanità.
Il giudizio. Uno straordinario affresco sulla solitudine dell’uomo oppresso, coraggioso e forte anche dinnanzi alla consapevolezza della propria fine. L’ideale dell’accettare l’esistenza comunque essa sia, anche quando condannata alla sofferenza e all’ingiustizia. Libro che risente molto della filosofia esistenzialista di Camus, capace di trasmettere con poche parole il grande mistero della vita terrena spesso accecata da inutili speranze. Il nichilismo, probabilmente protagonista nel romanzo e nel pensiero dell’autore, è da intendersi, nel senso nitzscheano del termine, come un nichilismo positivo e attivo, volto a restituire all’uomo la propria dignità di essere umano che non retrocede, per coerenza della propria fede, nemmeno di fronte alla sua stessa fine, determinata da una condanna che non gli appartiene. Dopo tanti libri sulla condanna dell’uomo e dei suoi errori, questo è il capolavoro che celebra la propria innocenza. Scritto con pacatezza. Lettura scorrevole. Consigliato.






