Pubblicato da Stefania Auci
Cari lettori dopo la Newton, la Corbaccio, la Dalai, la Mondadori e la Sperling, anche Rizzoli si lancia nel mondo dei libri low cost. E' di questi giorni la notizia dell'arrivo ben due collane a 8,80 euro. Un prezzo competitivo e scaccia crisi che dovrebbe/vorrebbe far riavvicinare i lettori ai libri, dando una scossa all'asfittico mercato editoriale italiano. Le finalità sono lodevoli, il prezzo appetibile, la qualità e la confezione consoni agli standard della Rizzoli (o almeno si spera...). Tuttavia, vi è più di una perplessità sulla nuova collana... appunto perchè si tratta di due collane e non di una. La prima sarà dedicata a un pubblico maschile con una chiara impronta action: si chiamerà Rizzoli max e in essa troveranno posto thriller, gialli e storici; nell'altra, la Fabbri editori Life, ci saranno titoli "per lettrici a caccia di emozioni." (Come se una donna non potesse leggere e preferire romanzi storici o gialli. Sic.)
Iniziativa lodevole senza dubbio, questa, ma la domanda sorge spontanea: c'era davvero bisogno di distinguere secondo il sesso questa nuova collana editoriale? Questa distinzione appare inutile. Non è raro che le donne leggano letteratura che gli addetti ai lavori considerano "maschile" e personalmente trovo che tali settorializzazioni possano essere più dannose che positive. Si tratta di una scelta che va in netta contrapposizione rispetto al trend che vuole il mainstream come filone dominante del mercato. La contaminazione, cifra stilistica del decennio che abbiamo lasciato alle spalle, ha indicato la strada: contaminazioni di genere, mescolanza di stili e tematiche. Questa partizione ha tutte le caratteristiche di un anacronismo pericoloso e ha in sé il rischio di saturare il mercato — sopratutto quello della women fiction — di titoli simili con una conseguenze, pericolosa saturazione.