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Libri: 'Messalina nasce in chat', tra realtà e finzione. Scritto da presidentessa consiglio comunale di Borgetto
Creato il 22 febbraio 2016 da Edizionilazisa(ANSA) - PALERMO, 18 FEB - "Per me l'amore è una bufala, perché ho vissuto questo sentimento solo con sofferenza". E' un po' questa affermazione che ha spinto Elisabetta Liparoto, 62 anni, insegnante di lettere e presidente del consiglio comunale di Borgetto nel Palermitano a scrivere 'Messalina nasce in chat', (LA ZISA EDIZIONI, PP 248, EURO 18). "Una storia, tante storie - aggiunge l'autrice - menzogna e verità si mescolano in un intricato, sottile e usurante gioco tra realtà e finzione". La protagonista è Mariuccia. La storia si dipana in una paesino dell'entroterra siciliano ma va anche negli Usa e tocca anche Roma. "Pensai a tutti i buoni propositi della mia adolescenza: - racconta la donna - volevo cambiare il mondo ma ogni giorno che passava mi accorgevo sempre di più che era stato il mondo ad aver cambiato me. Pensai anche a Messalina che, come me, aveva rinunciato ai suoi sogni di ragazza! Il monitor nero del computer s'illuminò" e la protagonista del romanzo entrò in chat, "la stessa dove entrava sempre Rita: la pagina era lì davanti a me così vi cliccai sopra: Rosso chat". Dopo un serie di episodi ecco poi la svolta: "Ormai ero drogata di sesso: quello virtuale si era impossessato di me, non potevo farne a meno. Quando ero da sola - dice Mariuccia - mi collegavo in chat alla ricerca del Principe, colui che mi suscitava reazioni incredibili, colui che con le sue frasi erotiche riusciva a sciogliere le mie paure, i miei tabù". Ed in quel momento che si alternano vari incontri che passano dal virtuale al reale in un crescendo di tensione erotica. Scrive Piernicola Garofalo nella prefazione al libro: "Mariuccia, protagonista indiscussa del romanzo, rispecchia appieno la ricchezza mutevole e a tratti insondata dell'autrice. Varietà di percorsi affettivi, emozionali, storici familiari, tutti fortemente presenti e caratterizzanti la quasi totalità delle figure che si alternano sul proscenio figurato del racconto". E sottolinea: "E in fondo è la ricerca di una dimensione personale nelle sue componenti affettive, emotive e relazionali che la protagonista insegue, invano, per tutto il tempo e nelle varie situazioni senza venirne definitivamente a capo".
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