Recensione di Francesca Sciamanna
IL libro di Emanuela Marotta , promettente autrice,è una serie di racconti. Piccole storie fantasy con risvolti più o meno autobiografici della sua vita. Sono racconti di costruzione, di passaggio come molte fiabe. Si attraversano le pagine navigando attraverso i tortuosi percorsi della formazione, dell’amicizia, dell’ amore con un linguaggio delicato e ricco di simboli. Il titolo stesso è altamente simbolico: la finestra è un filtro un modo di guardare fuori senza farsi vedere nonostante il desiderio di aprirsi al mondo. Leggendo questi racconti ci si imbatte in uno stile contaminato di cinema e di pittura: ogni storia può essere immaginata come un quadro o come una serie di sequenze cinematografiche. Sembra quasi di essere proiettati in un mondo surreale in cui la sconnessione del linguaggio onirico,tipico del sogno, la fa da padrone. Ogni racconto ci regala un piccolo tassello per capire la formazione di questa giovane autrice,la sua educazione , la sua scala di valori. Il primo racconto. Al di là di qualsiasi confine ci proietta già da subito in una realtà diversa dalla nostra in cui la protagonista, una principessa che ama la cultura e i libri, affermerà la sua crescita attraverso un sacrificio. S i segue la ben conosciuta linea della fiaba mala si arricchisce di simboli come gli alberi arancioni, la biblioteca, la tigre, gli unicorni. A leggerlo bene questo racconto oltre al valore dell’ amicizia ci fa notare un particolare importante quanto l’ autrice ami la scrittura. Un amore che è presente e nucleo essenziale del secondo racconto Lettera su una nuvola. La trama è semplice,quasi naif: ad una nuvola viene affidato il compito di mandare un messaggio d’ amore ad una persona lontana. Ma la nuvola intraprenderà un viaggio che l’autrice fotografa in ogni sequenza rendendoci prima il punto di vista della nuvola, che vede le città come gioielli, e poi quello dell’autore e quello della donna. La scrittura qui compare come un’ esperienza catartica,un momento di riposo e di riconciliazione con il mondo circostante. In questa lettera viene messa a nudo un’anima e a noi lettori essa ci viene regalata attraverso la scrittura.Il terzo L’ ultimo ballo,è solo superficialmente il più facile di questa raccolta:si racconta attraverso le note di un tango,musica malinconica per eccellenza,l’apice e la fine di un’ amicizia, ma pure l’ interruzione della passione che l’ autrice ha per la danza. Un bastone,un cespuglio,un gomitolo e un tuffo è il racconto più adulto della raccolta. Denso di rimandi simbolici tratti dalle filosofie new age e dal realismo magico sud americano. I protagonisti stanno organizzando un viaggio che altro non è che un viaggio interiore in cui ogni personaggio che parte come incompleto grazie alla trasformazione in un animale guida sarà completato, acquisirà sicurezze prima sconosciute. L’ animale generalmente è il simbolo della spontaneità ma qui ogni animale sarà portatore di quegli atteggiamenti che ai protagonisti mancano:la fedeltà del cane, la sicurezza del gatto, lo spirito di gruppo del delfino e infine l’intelligenza e la forza della tigre.