Il romanzo è ambientato nella metà degli anno Ottanta del Novecento a Cabiria, un luogo immaginario della piccola provincia siciliana. I protagonisti sono un gruppo di militanti dissidenti del Partito comunista - per lo più piccoli borghesi e intellettuali di provincia – i quali espulsi dalle altre tre sezioni ortodosse del Partito presenti nella città, ne hanno fondato una quarta. Sono soprannominati i "filosofi" poiché si ispirano all'utopia del pensiero, consistente nel voler insegnare agli uomini a pensare. Pur senza rinnegare l'interpretazione gramsciana del marxismo, i "filosofi" hanno individuato il loro punto di riferimento nel filosofo olandese Baruch Spinoza (XVII secolo). Addirittura, uno dei dissidenti, il geometra Calogero Vinci, ha affrontato lo studio del latino al solo scopo di poter leggere l'Ethica more geometrico demonstrata nella lingua originale.
Guadagnino racconta l'intrecciarsi di storie di militanza e d'amore in una cittadina corrosa dalle maldicenze e dall'arretratezza, sullo sfondo di vicende politiche e dinamiche elettorali, tra mafia e appalti, scandali e processi nella Sicilia degli anni Ottanta.
Nella prefazione al romanzo, Armando Balduino – professore emerito dell'università di Padova, storico della letteratura italiana, critico e scrittore - considera I filosofi della Quarta Sezione una felice eccezione nel grigio panorama della narrativa nostrana, sia per la notevole capacità inventiva dell'autore sia per la "sintassi geometrica" in cui i periodi si susseguono con una stringente e cristallina consecutività logica.
Diego Guadagnino (Canicattì, 1951), penalista del Foro di Agrigento, ha pubblicato, tra l'altro, apprezzati libri di poesia (Trasmutazione, 2007; Aprocrifi, 2011), di narrativa (La via breve, 2009), e un saggio dedicato a Domenico Cigna, uno dei padri del Socialismo in Sicilia (Il fabbro e le formiche, 2011).
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