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Libri: Ti prendo e ti porto via

Creato il 15 aprile 2011 da Maurizio Lorenzi

ti prendo e ti porto viaLa Trama. Non è facile per un ragazzino di dodici anni vivere e crescere in un paese di 200 abitanti. Non è facile avere un padre ubriacone e violento, una madre dipendente dai farmaci e disinteressata ai figli e un fratello più grande che si veste da metallaro per sembrare un duro e si scioglie in lacrime quando la fidanzata lo lascia. Anche a scuola dicono di Pietro che non sa inserirsi, non è capace di rapportarsi con i compagni e con i professori; non capiscono che quello che vuole è di essere lasciato in pace, soprattutto da alcuni coetanei capeggiati da Pierini che non perde occasione per sbeffeggiarlo e malmenarlo.

Pietro è incapace di reagire, di ribellarsi, di prendere una decisione da solo, sia a casa che a scuola. L’unica amicizia di lunga data è quella con Gloria figlia unica e viziata di una famiglia benestante. Con lei Pietro trascorre le ore della scuola e la maggior parte del tempo libero. Nella casa di Gloria ha trovato una seconda famiglia: lì si sente a suo agio, lì viene trattato alla pari della sua amichetta. Nessuno capisce come sia possibile che la più bella della scuola stia sempre in compagnia di uno sfigato come Pietro. La sua arrendevolezza e la sua debolezza lo porteranno a compiere, a breve distanza l’uno dall’altro, due atti dei quali poi si pentirà amaramente e per i quali ne pagherà le conseguenze: con una sospensione e la bocciatura per il primo e – conseguenza di quest’ultima – con sei anni in un istituto per il secondo.

Le sue vicende si intrecciano a quelle della professoressa Flora Palmieri e di Graziano Biglia. La prima intenerita dalla fragilità di Pietro, in cui rivede la perdente che è sempre stata, ne guadagna dapprima la fiducia promettendo di aiutarlo a non farlo bocciare per poi inaspettatamente tradirlo. Il secondo, “ il belloccio del paese”, personaggio alquanto stravagante, sciupa femmine indiscusso, una vita incasinata trascorsa tentando si sfondare come musicista, dopo che la ragazza per la quale ha perso la testa – una cubista – lo lascia per mettersi con un produttore televisivo che le ha promesso mari e monti per non sfigurare davanti alla madre e soprattutto ai suoi amici del paese – dove nel frattempo è tornato per annunciare il suo matrimonio – comincia per gioco a corteggiare la professoressa Palmieri.

Ma all’amore non si comanda e tra i due scoppia la scintilla. Il Biglia si sente un uomo nuovo, ha dimenticato l’altra e fa grandi progetti per il suo futuro arrivando a proporre alla Palmieri il matrimonio. Lei si sente per la prima volta in vita sua veramente “viva”. La tragedia e alle porte. Lui di punto in bianco sparisce e lei incapace di farsene una ragione e ritrovandosi incinta, dopo aver saputo dalla madre di Graziano che questi è partito per la Giamaica con la sua ex – che nel frattempo scaricata dal produttore televisivo è ritornata a cercarlo – per sposarsi, lascia la scuola e soprattutto lascia Pietro al suo destino per vivere rinchiusa in casa piangendosi addosso.

“Vedi che sei stupido? Non lo sai, forse, che le promesse sono fatte per non essere mantenute?”… “Tu sei come me. Tu non vali niente”. Queste ed altre cattiverie si sente dire Pietro dalla professoressa nella cui casa si è introdotto su insistenza di Gloria che lo ha convinto che la Palmiere deve pagare il fatto di non avergli evitato la bocciatura. Lei è immersa nella vasca da bagno e in mano tiene un vecchio mangiacassette dal quale sta ascoltando musica e a Pietro che non vuole più starla a sentire basta un attimo, un attimo che gli cambierà la vita.

Sei anni dopo quasi diciottenne e in procinto di lasciare l’istituto nel quale è stato rinchiuso per l’omicidio della Palmieri, Pietro scrive una lunga lettera a Gloria che sta per andare alla università a Bologna. E’ una lettera di buoni propositi per il suo futuro, di spiegazioni e di scuse per una promessa che a sua volta non ha mantenuto, di presa di coscienza del gesto compiuto e del perché è stato compiuto. E’ una lettera che si conclude con un p.s.” Preparati, perché quando passo da Bologna, ti prendo e ti porto via”.

Ti prendo e ti porto via” di Niccolò Ammaniti, 1999. Arnoldo Mondadori Editore..

 

   Recensione a cura di Donatella Amaglio


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