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Libri vagabondi e recensioni

Da Meriscarpi
Libri vagabondi e recensioni
Tutti i libri che metterò a disposizione per chi volesse leggerli sono elencati qui con la relativa recensione.Ogni qualvolta che ne aggiungerò lo scriverò e voi dovrete solo cliccare nellìimmagine.
Buona lettura a tutti
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Libri vagabondi e recensioniCOME UN URAGANO
Adienne Willis, separata da Jack, il marito traditore, che vuole a tutti i costi tornare con lei, anche a costo di descrivere ai figli, Amanda  e Danny, la madre come una donna cattiva, che non è capace di perdonare, decide di prendersi un attimo di pausa dalla routine quotidiana, andando in soccorso della sua amica Jean, che ha bisogno di qualcuno che gestisca il suo piccolo albergo di Rodanthe mentre è via.
Qui Adrienne conosce Paul Flanner, un medico, che ha deciso di alloggiare nell’edificio in alta stagione, solo per avere l’opportunità di incontrare il marito di una donna, che è morta per mano sua durante un intervento.
I due cinquantenni approfitteranno del tempo trascorso insieme, per ascoltare e comprendere l’uno le difficoltà dell’altro (lei indecisa se riaccettare il marito nella sua vita, lui certo di dover incontrare proprio figlio,c on cui non parla dal giorno della tragedia) e finiranno per innamorarsi, proprio mentre un uragano si sta per abbattere sull’abitazione e il destino ha pensato di regalare nuove gioie e dolori.
Libri vagabondi e recensioniE NEL CUORE UN LEONE
Kobie Kruger vive a Johannesburg con il marito Kobus e le loro tre figlieancora piccole quando Kobus viene nominato sovrintendente del più grande parconazionale del Sudafrica. Lei, con figlie al seguito, decide di seguire ilmarito. Ma, col passare del tempo, comincia ad essere angosciata da quello chepuò accadere in un ambiente in cui vige la legge del più forte e la vita dellecreature deboli è appesa ad un filo. Così, quando Kobus trova un cucciolo dileone abbandonato nella foresta, Kobie decide di adottarlo. Leo - così lochiamano - viene svezzato con il biberon e ben presto diventa il beniamino ditutti.
Libri vagabondi e recensioniL'ENTROPIA DELL'ANIMASono quattro i personaggi principali del romanzo. Guido, un pilota romantico, che sa emozionarsi alla vista di un tramonto. Prossimo alla terza età, rifiuta di prenderne coscienza; preferisce non considerare la cosa. Intraprenderà un lungo viaggio in Africa per realizzare il sogno della sua vita e sentirsi ancora vitale. Katia, una giovane donna alla ricerca della propria identità. Fuggendo dai ritmi monotoni del suo quotidiano e dai veleni che la famiglia le scarica addosso, spera di trovare risposte all'inquietudine che da sempre l'avvolge, organizzando un lungo viaggio. Nel farlo confida di scoprire se stessa. Alì, un ingegnere palestinese, che tornato nella sua terra dopo aver terminato gli studi in Italia, è coinvolto nella realizzazione di attentati a danno di Israele. Karima, una ragazza palestinese convinta, suo malgrado, a diventare una militante di Ammas. Con il trascorrere degli anni si renderà conto di essere stata strumentalizzata dall'organizzazione alla quale appartiene. Per vendicarsi dei torti subiti, rinnegherà i suoi, diventando un agente della CIA. Ma la lontananza dalla Palestina non sarà sufficiente a farle dimenticare il dramma vissuto in giovinezza, durante l'addestramento.Un disegno imperscrutabile farà incontrare i quattro personaggi e li legherà in avvenimenti che metteranno a dura prova la loro capacità di sopravvivenza. E' un esile filo rosso che li accomuna ed ognuno, a modo suo, cercherà di risolvere le problematiche esistenziali che da sempre albergano, latenti, nei loro animi.
Libri vagabondi e recensioni
LA ROMANA di Alberto Moravia
Fin dall’inizio Adriana si sente portata a condurre una vita onesta, semplice e tranquilla. Vive con la madre Margherita, una modesta camiciaia che, sedotta da un ferroviere e poi abbandonata, ha maturato un vivo disgusto per la vita coniugale, fatta di sacrifici e rinunce.

In mezzo alla miseria più nera, la donna progetta un avvenire migliore, facendo affidamento sulla notevole bellezza della figlia, cui consiglia di sfruttare al meglio questa sua dote; pertanto la propone ad alcuni pittori come modella sia per trarne vantaggi economici che per far conoscere lo splendore statuario del suo corpo. Adriana alterna le lunghe ed estenuanti pose ai lavori di casa ma, contrariamente ai desideri della madre, s’innamora di Gino, un giovane autista povero e squattrinato al servizio di nobili e ricchi signori, ed in lui ripone il sogno e la speranza di un matrimonio felice.

Questi, abile nel carpire l’indole sognatrice e la buona fede della ragazza, si finge celibe e seriamente intenzionato a sposarla, mentre in realtà, da subdolo e menzognero qual è, approfitta del fiducioso amore della protagonista per sedurla. Negli studi dei pittori Adriana si lega in amicizia con una modella di nome Gisella: la ragazza, però, denota subito un temperamento diverso dal suo e un carattere orgoglioso, spigoloso e risentito; frequenta diversi uomini e si fa mantenere da un amante ricco, Riccardo, che la copre di regali e di bei vestiti. Prova invidia per l’onesto fidanzamento dell’amica e, rinfacciandole continuamente la miseria in cui vive, col pretesto di aiutarla a trovarsi un corteggiatore altolocato, non fa altro che spiare l’occasione per renderla simile a sé.

A questo punto entra nella vita di Adriana, perché s’innamora perdutamente di lei, un tal Astarita- uomo sposato, ricco e voglioso- funzionario della polizia politica fascista. Durante una gita a Viterbo egli riesce ad avere Adriana col ricatto e con ogni altro mezzo subdolo, grazie alla complicità di Gisella, che impedisce all’amica di fuggire quando l’uomo si apparta con lei, dietro la minaccia di raccontare tutto a Gino. Di fronte alla perfida crudeltà di Gisella e alla determinazione animalesca di Astarita, questa cede, ricevendo come ricompensa dal suo “corteggiatore” la somma di tremila lire, e poi cerca di dimenticare l’accaduto andandosi a confessare.

Lo stesso Astarita scopre che Gino Molinari, il fidanzato di Adriana, è gia sposato e, dopo aver convocato la ragazza nel suo elegante e imponente ufficio, le rivela ogni particolare e tutti i dati possibili. Le offre, poi, il suo amore e la sua casa, informandola di essere separato dalla moglie e in attesa dell’annullamento del matrimonio. Il disgusto e la delusione inducono la protagonista ad abbandonare i suoi buoni propositi di crearsi onestamente una famiglia: si libera in lei l’istinto che la porta ad essere amante di tutti, avviandola al suo destino di prostituta.

Adriana, tuttavia, nella sua innata bontà non riesce a concepire disegni di vendetta contro chi le ha fatto del male. Chiede a Gino di condurla nella villa dove egli presta i suoi servigi e di fare l’amore nel letto della padrona, nonché di lavarsi nel bagno di lei, cosa che ottiene con una certa difficoltà da parte del fidanzato, che teme di perdere il posto, al quale nel suo egoismo tiene tanto. Poi, dopo l’amore, riceve la conferma di quanto riferitole da Astarita e, nella stanza della padrona, ella ruba un portacipria d’oro massiccio con rubino, oggetto di grande valore, facendo ciò perché il giovane capisca a quale stato di abiezione l’abbia fatta giungere con i suoi inganni.

Scoperto il furto e timoroso di essere licenziato, Gino in un primo momento reclama da Adriana la restituzione del portacipria e la ragazza acconsente, anche per impedire che venga arrestata una cameriera innocente, ma successivamente spinge la sua insensibilità morale fino a far vendere l’oggetto da un certo Sonzogno e a perfezionare addirittura l’accusa contro la cameriera, mettendo nella stanza di lei dei dollari rubati. Inoltre se ne vanta con la protagonista come se si trattasse di una bella azione. Risentita, Adriana si sbarazza per sempre di Gino facendolo eliminare da Sonzogno, che ha conosciuto qualche tempo prima, ma fatalmente diventa anche l’amante di questo pericolosissimo individuo, un delinquente “dal pugno proibito” e dalla forza spropositata, dall’animo malvagio e insensibile, che ama a suon di sberle ed è sempre pronto ad offendersi e ad usare le mani anche con le donne: durante un loro incontro, questi le confida di aver ucciso barbaramente un gioielliere per un portacipria e le regala l’oggetto, ma la ragazza, riconosciuta la refurtiva e chiesto consiglio ad Astarita, restituisce il portacipria tramite il confessore, facendo in modo che la cameriera arrestata innocentemente sia liberata.

Nel frattempo Adriana e Gisella conoscono, sul marciapiede, Giancarlo e Giacomo. Il primo, molto ricco, regala un appartamento a Gisella, che finge sempre più la sua falsa e disperata felicità, mentre Adriana si innamora del secondo. Giacomo, o Mino, è il vero protagonista della seconda parte del romanzo: studente in Legge e appartenente ad una ricca famiglia della borghesia provinciale, complessato e sempre scontento di tutti e di se stesso, appare continuamente turbato da risvolti psicologici. Impegnato politicamente, trama una non ben precisata congiura antifascista e stampa, con l’aiuto di complici, dei volantini di propaganda contro il regime. Sembra deciso a perdere la vita per i suoi ideali, ma in realtà non sa bene che cosa vuole, tarato da debolezza di volontà. Con la sua anarchia improduttiva, incapace cioè di tradursi nel concreto, è indubbiamente il personaggio più sofferto dell’opera.
Qualche tempo dopo Adriana si accorge di essere incinta e scopre che il padre del bambino che aspetta è Sonzogno, ma per legare affettivamente a sé il sempre più depresso Giacomo, che è stato arrestato a causa della congiura sventata, gli fa credere che il figlio sia suo. Sonzogno si rifà vivo dalla giovane prostituta, poiché, vedendosi pedinato dalla polizia, crede che ella abbia denunciato l’omicidio da lui commesso e, giunto a casa sua, vi trova Astarita, il quale gli intima di stare alla larga dalla ragazza e lo schiaffeggia brutalmente. Adriana riesce ad ottenere che il poliziotto faccia rilasciare Giacomo, il quale in un momento di debolezza tradisce i compagni di fede politica e poi, tormentato dal rimorso che gli deriva dall’irreparabilità del suo gesto, si uccide, lasciando alla protagonista lettere per il riconoscimento legale del nascituro, mentre Sonzogno, fuggito via sparando sui poliziotti, raggiunge Astarita a casa sua e l’uccide, ma, preso poco dopo, muore in uno scontro a fuoco.
Il romanzo si chiude con l’immagine fiduciosa di Adriana e del bambino che deve nascere, in un mondo meno infelice, più schietto e augurabilmente meno contrassegnato dalla violenza.
Aggiornato al 7 aprile 2011

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