Magazine Diario personale

Librinnovando!

Creato il 18 novembre 2012 da Tazzina @tazzinadi

Librinnovando!

Librinnovando a Milano venerdì (e poi sabato Bookcity) per me è stato inebriante. 


Librinnovando!

Inebriante.


Librinnovando!

Inebriante.


Librinnovando!

Inebriante.


Librinnovando!

Un angolo di terra per me. Giusto, perfetto, dolce, gentile. Molto dolce. Molto gentile. 


Librinnovando!

Bello.


Librinnovando!

Con tanti amici (sotto questa bandiera quante cose interessanti c'erano da dire, più che altro da ascoltare).


Librinnovando!

Scintille.


Librinnovando!

Incantesimi.


Librinnovando!

Persone uniche al mondo.


Librinnovando!

E molto altro ancora. Però. Però, come diceva il piccolo video qui sotto nell'altro post, io devo, voglio, ho bisogno, sono costretta a stare con i piedi per terra. Stare al mio posto. Che è.

Ecco, giusto. Qual è il mio posto? Qual è il posto di questi fantomatici bookblogger allora? Perché in effetti ora parlo proprio come "blogger", in questo momento domenicale, perché è qui che sto scrivendo. Su un blog, il mio.
Quindi il mio posto è qui, ora. Avevo preparato un discorso vero, strutturato, in relazione alle mie slide, sul tema del bookblogging e l'etica e il rapporto con le aziende e la professione e la passione etc. etc.. E poi volevo dire molte cose a proposito proprio delle ragioni che hanno dato origine alla nascita dell'esigenza di diventare "bookblogger", almeno le mie. Non è un argomento semplice. Questa è una questione di una discreta complessità. Avevo qualche aneddoto, qualche domanda da fare anche ai presenti a proposito dell'essere blogger e del nostro destino. Un animale strano, involontario, in via di distinzione.
Niente a che vedere, per carità, con quelle di Jennifer Egan in Il tempo è un bastardo, (chi l'ha letto sa cosa dico, agli altri lo consiglio!), ma insomma ho fatto del mio meglio con queste slide che poi per ragioni tecniche che non saprei spiegare sono sparite e infine miracolosamente riapparse a metà,  insomma una situazione rocambolesca, stranissima. Specie per chi, come me, continua a non abituarsi del tutto a queste situazioni di convegni che, anziché ordinarie, mi appaiono così belle. E dunque per raccogliere le idee e tutto il resto passo molto tempo da sola e in silenzio nella vita. 
Ritrovarmi in questi momenti scintillanti, importanti e pieni di imprevisti e magnifiche sensazioni è ancora una cosa da capire, da metabolizzare, un luna park, ma anche una realtà che sento come un'enorme responsabilità.
Comunque ho spedito oggi a tutti gli interessati queste fantasmagoriche slide, e per chiunque le volesse leggere e guardare, sono a disposizione anche qui. [Considerate che sono solo spunti, suggestioni intorno a cui costruire magari un discorso. Vorrei più tempo, più vita, più sguardi, più mani che girano lo zucchero nel caffè (anche se io lo bevo sempre amaro)]. 
Come sono qui anche io, al momento, con le percezioni di ieri ancora intatte e vive, e palpitanti nella mia mente. Avrei molte cose da raccontare, da circoscrivere, ma magari lo farò un po' alla volta. Oggi volevo solo dare un segno di vita. Un seme da mettere nella terra sperando che esploda lentamente come un albero (cit.).
Perché in fondo è una domenica, uno strano giorno, sospeso nel nulla. 
Ci tengo però moltissimo a ringraziare tutte le persone che mi hanno dimostrato tanta stima e affetto, sia lì a Milano, dal vivo, con parole indimenticabili, sul serio e sia su twitter. Grazie!

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