MAMMA EDITORI
Io adoro il Kebab! Come resister quindi a un kebab apocalittico? :DMamma Editori ha partorito una novità molto originale. L'autrice J. Tangerine, dottoressa in Lettere, è appassionata di arti marziali, pittura barocca e cinema horror. Scrittrice di racconti underground, è la penna di maggior raffinatezza della Bloody Roses Secret Society, club di romanzieri che scrivono con il sangue. Il suo “Porcaccia, un vampiro”, firmato come Giusy De Nicolo e pubblicato in questa stessa collana, ha ottenuto positivo riscontro di critica e di pubblico.
INCIPIT
Voglio essere cremata, le mie ceneri mischiate alla polvere da sparo di un fuoco d’artificio e sparate in cielo sulle note di “My way” di Sid Vicious, così che amici e colleghi, ormai imbottiti d’alcol come gli stoppini di una molotov, esclamino estasiati: “Alexandra Zahradnik ha fatto il botto”.
Il dolore la colpì alla base del cranio, una coltellata tra il collo e la testa, che affondò e si dissolse. Poi udì il rumore, lamiera piegata, e un botto, e un grido. Gazi aveva ripreso a parlare nel telefonino e lei riattaccò.Si mise a sinistra e accelerò. Lo scooter superò un furgone e una macchina verde e un SUV nero e una station wagon blu.Poi Alexandra Zahradnik vide. Le dita serrarono le leve dei freni con tanta violenza che i muscoli si contrassero fino alla spalla. La ruota posteriore prese a slittare, mentre gli pneumatici vomitavano una nuvola di vapore bruciato. Finalmente la ruota si stancò di cercare di andarsene da sola e si riallineò a quella anteriore e lo scooter fermò la sua corsa di traverso.Se volete proseguire con la lettura, ECCO QUI! L'ESTRATTO
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TRAMA ESTESA!(scritta appositamente dalla editor di Mamma Editori, grazie!)
Siamo in una Praga di confine. Ai confini del tempo in questo 2012 e ai confini dell’Europa. Praga, infatti, è il presidio orientale cresciuto ai margini di una faglia in cui da tempo immemore gli Esterni filtrano dal continuum spaziotemporale. E tra costoro soprattutto, sebbene raramente, gli Inferenti. Sì, avete capito bene: quelli che ai tempi enochiani ritenevano che le figlie degli uomini erano belle, quelle che se le sono ciulate insegnando loro in cambio come coltivare l’orto. Quelli che sono tornati ai tempi dei Gargoyle e poi a quelli dei Golem. Ebbene su questa faglia al centro di Praga si trova Alexandra, meches viola d’ordinanza, piercing, e un catorcio di motorino per andare a consegnare kebab a domicilio.
Guardiamola sotto la pioggia, questo scricciolo di ventenne mollata dalla vita e dagli affetti frenare di colpo e fermarsi per miracolo sull’orlo di una voragine. S’è aperta sulla Nerudova all’improvviso, senza un rumore, ma lei è un po’ che quella sera ha un presentimento. Sì, perché Alexandra Zahradnik ha una bussola nel cervello, una ghiandola particolarmente sviluppata, e come lei ce l’ha il resto dei Column, un’accozzaglia improbabile cui il mondo affida la propria sicurezza contro gli Esterni e contro gli Inferenti.
Il fatto è che se sei sfigato, ma molto, molto sfigato, puoi avere come regalino di consolazione la ghiandola. Quella che ti fa “sbucciare” gli Esterni, quella che consente di impedire che gli Inferenti riescano a fregarti l’anima facendoti fare ciò che vogliono. E così oltre ad Alexandra, c’è Emil, nerd senza orizzonti oltre lo schermo di un PC, c’è Oskar, gay anziano inviso all’ex regime stalinista, c’è Vladislav, figlio di papà schiacciato da papà, e Dobromilla, bambola grassa oppressa dal proprio stesso peso. Sarà a costoro che il mondo resterà affidato contro gli Inferenti. E ad Alexandra, soprattutto.
Sì, perché dal fottuto buco nella Nerudova ne sono arrivati sette, Alexandra li ha “sbucciati” con chiarezza e uno in particolare è enorme e spinoso. “Cazzo è un Arconte”, le spiega Iggy, Esterno questo di razza Viaggiatore, protetto dal bancone di un bar dove – complice Alexandra – cela la sua identità aliena. “Un Arconte cazzo”, ripete, uno di quelli che quando si muovono lo fanno solo per le soluzioni finali. Per i disastri belli grossi insomma. Brutta gatta da pelare Alexandra, peccato che il gatto assomigli in tutto e per tutto a un Kurt Cobain; che sia, in una parola, veramente pericoloso.
BOOK TRAILER
E ora, alcuni INCIPIT che mi sono stati gentilmente forniti dall'autrice ... only 4 me :) GRAZIE!
Dal CAPITOLO 2
«Allora? Che avreste trovato di così preoccupante tu e “Dolce Remi”?» Alexandra gettò la sacca con le armi sul sedile posteriore, richiuse lo sportello e si girò verso il guidatore. Aveva le labbra contratte e lo sguardo fisso oltre il parabrezza. Sembrava seccato più che preoccupato. Era evidente che Oskar pensava di doversi occupare di ordinaria amministrazione, tipo il solito Sbavone, e Alexandra non aveva nessuna voglia di disilluderlo.
Dal CAPITOLO 3
Almeno non pioveva più.Alexandra Zahradnik scavalcò la pozzanghera e riprese a camminare con passo ciondolante lungo il marciapiede deserto, ingoiando uno sbadiglio. Si toccò la punta del naso, che sembrava esserci ancora, non le era cascato per il freddo. Discorso diverso per le dita dei piedi, ormai insensibili nonostante le due paia di calzettoni ficcati dentro gli anfibi. Chiunque avesse decantato le magiche, romantiche notti praghesi probabilmente non aveva mai pattugliato le vie intorno a Řepy in cerca di Esterni grossi e cornuti. E alle 3:00 del mattino, porca di una maiala, aggiunse consultando l’orologio.
Dal CAPITOLO 4
Alzò la mano e si toccò la fronte. Le spire della spossatezza iniziavano ad allentare la presa. Piano, molto piano. Un minuto dopo l’altro. Un respiro dopo l’altro.Tutto era andato bene. Adesso era esausto ma non importava. Non aveva commesso errori. C’era stato un istante in cui aveva rischiato di perderne uno, e invece no, c’era riuscito. Li aveva traghettati tutti dall’altra parte.Inspirò a fondo. Doveva solo aspettare di potersi muovere, poi, tutti e sette insieme, avrebbero spento quel mondo sotto un velo di cenere.
Dal CAPITOLO 5
La bestia cornuta era stata lì fino a qualche istante prima. Irta sulle zampe posteriori, annusava l’aria muovendo la testa gigantesca, in caccia della preda. Ma ora nell’aula non ve n’era traccia. C’era invece la commissione, della quale facevano parte la professoressa di ceco, quella di storia e geografia nazionale, l’insegnante di scienze naturali e il professore di matematica. Tutti e quattro sedevano dietro la cattedra e aspettavano la sua risposta, che poi avrebbero annotato sul verbale d’esame, già aperto e compilato. Ad Alexandra Zahradnik quelle grandi pagine bianche ricordarono le ali di un gabbiano impagliato, ma non perse tempo a domandarsi il perché. Aveva un problema più serio, al momento.
Dal CAPITOLO 6Quando mise piede in biblioteca, Alexandra Zahradnik sentì i capelli rizzarsi in testa come un porcospino bicolore davanti a una biscia.Già tutta la tranquillità e la serena concentrazione che l’avevano imbevuta nella cella frigorifero erano state asciugate dall’intrusione molesta di Bartolomej, ma il quadretto davanti ai suoi occhi sbigottiti fu la passata di phon che la rese elettrica, letteralmente.In una manciata di ore non poteva essere successo niente da giustificare quel casino. Decise che qualcuno le doveva un pacco di spiegazioni.
Per ora è tutto!A me entusiasma, e a voi?
IN BOCCA AL LUPO! :D
Ancora un sincero ringraziamento per i contenuti in esclusiva che mi sono stati forniti.
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