Non mi capitava di leggere un libro cartaceo da quasi un anno, da quando lo scorso Natale ho ricevuto in regalo un Kindle, che ha rivoluzionato il mio approccio alla lettura. Leggero e pratico, non potrà mai essere paragonato a un vero libro, quello che puoi tenere tra la mani e sfogliare sentendone la consistenza delle pagine, l’odore delle carta: un’esperienza sensoriale completa.
Esperienza che sto vivendo in questi giorni grazie a Benvenuti in casa Esposito, romanzo che racconta le avventure tragicomiche di una famiglia camorrista. Libro che sento “mio” più di qualunque altro grazie alla preziosa dedica dell’autore, Pino Imperatore, che gli conferisce un valore unico e inestimabile. Poche, semplici, parole che rendono ancora più bello un romanzo di per sé godibilissimo. Non svelo ciò che mi ha scritto l’autore, posso solo dire che le sue parole mi hanno riempito di gioia e fiducia in me stessa e nel mio lavoro.
Intervistare Pino Imperatore, assistere alla presentazione del suo libro, è stata un’esperienza che mi ha arricchito dal punto di vista professionale e umano e che mi ha dato la possibilità di conoscere un giornalista e scrittore che ha avuto l’abilità di raccontare Napoli e la camorra con tono ironico, denunciando sì un fenomeno deprecabile come la criminalità organizzata ma non mancando di sottolineare la bellezza della città, che può contare su un patrimonio umano e storico-artistico che poche altri luoghi al mondo possono vantare.
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