Sabato 6 settembre vedrò Elizabeth Strout di persona, al Festivaletteratura di Mantova. E sono già emozionata. Il suo romanzo I ragazzi Burgess era nella lista delle letture estive, e ha pienamente superato la prova, tanto da finire nella rosa dei libri più belli letti quest’anno. Adesso lo recensisco e poi lo metto comodo vicino alla borsa, per portarmelo dietro e farmelo autografare.
Tutta le opere di Elizabeth Strout, edite da Fazi, sono state corredate con bellissime copertine che riproducono i quadri di Hopper. Quello in oggetto, per la precisione, è People in the sun.
Se dovessi paragonare Elizabeth Strout a una pianta sceglierei l’erica. È un sempreverde, dura decenni e a qualsiasi temperatura, quando fiorisce si riempie di fiori ed è uno spettacolo. Così il suo stile narrativo, ogni stagione (che per lei è circa ogni cinque/sei anni) sboccia e porta fiori rigogliosi che sono i suoi libri che, una volta letti, rimarranno impressi nella vostra mente per tantissimi anni. Un po’ come l’altra grande scrittrice che ho scoperto quest’anno e che con un solo libro mi ha convinta a divorarne tutta la bibliografia – Donna Tartt – anche la Strout ha vinto il Pulitzer e segue per le sue opere un iter rigoroso, che contempla prima di tutto la stesura a mano. Mi trovo ad apprezzare molto, ultimamente, questa ricercatezza stilistica, che porta a far maturare, con il tempo, dei veri e propri capolavori.
Ho scelto I ragazzi Burgess come libro del mese perché è un romanzo vecchio stampo, ideale per qualsiasi stagione e per qualsiasi booklover. La capacità della scrittrice di entrare nei personaggi, sondarne l’anima ed estrarne caratterialità e caratteristiche in cui tutti possiamo identificarci, è la componente fondamentale del successo di questa e di tutte le sue opere.
Affetti familiari e litigi tra fratelli, preferenze genitoriali inspiegabili, razzismo e diffidenza nei confronti del diverso, tradimenti, paure e solitudini. Il calderone dei temi affrontati in questo libro è davvero ricco: non avrete di chi annoiarvi, nella lettura. E l’abilità nell’intrecciare tutte queste sfaccettature dell’umano è perfettamente riuscita alla Strout. Lo ha riconosciuto anche il Chicago Tribune: «Ciò che rende Elizabeth Strout davvero eccezionale è quanto riesca a raggiungere un equilibrio perfetto tra il ritmo della trama e la profondità delle emozioni».
Autore: Elizabeth Strout
Titolo: I ragazzi Burgess
Traduttore: Silvia Castoldi
Genere: Letteratura straniera
Data prima pubblicazione: 2013 - Casa Editrice: Fazi
447 pagine
Prezzo copertina: 18,50 €
EAN 9788864118994
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I ragazzi Burgess
Sinossi:
I ragazzi Burgess, come vengono chiamati Jim, Bob e Susan, sono nati a Shirley Falls, nel Maine, e sono cresciuti in una piccola casa gialla in cima a una collina, in un angolo di continente appartato. Da adulti si sono allontanati, ognuno a scacciare il ricordo di un antico dramma familiare mai spento. Lassù è rimasta solo Susan, mentre gli altri due vivono a Brooklyn, New York. Nei Burgess si possono scorgere tre anime distinte e tanto diverse che è quasi impensabile immaginarli nella stessa foto di famiglia. Eppure, quando inizia questa storia, Susan chiama e chiede aiuto proprio a Bob e Jim: suo figlio, loro nipote, è nei guai. E allora non solo i tre fratelli sono costretti a riavvicinarsi, a dividere la preoccupazione e a tentare di ricomporre un trauma che alimenta ogni minima increspatura della loro intimità, ma sono anche travolti da una rivoluzione privata che implica, per tutti, il progetto di una nuova vita. L’ultimo romanzo di Elizabeth Strout è un’istantanea scattata nel momento esatto in cui le fragilità affettive escono allo scoperto mostrando tutta la complessità dei legami indissolubili. La sottile accortezza narrativa, che si manifesta in dettagli minuti quanto necessari, riesce a illuminare i più esili movimenti dell’animo e a scandagliare l’oscillazione perpetua della nostra emotività.