Non potevo non chiudere l’anno in bellezza, con uno dei miei autori preferiti. Grazie alla mia bibliotecaria, fedele seguace de L’angolo dei Libri, che compera – pensando a me – tutte le ultime novità che metto in wishlist, sono riuscita ad accaparrarmi subito la copia in prestito de La ballata di Adam Henry, che ho letteralmente divorato, come una brioche durante la #colazioneletteraria, in pochi giorni. È il libro del mese, qui sul blog, e una lettura che consiglio vivamente a tutti. Una volta iniziato con McEwan, non potrete più farne a meno.
L’autore inglese da prova della sua mirabile capacità di ricerca e documentazione, andando questa volta a pescare nei meandri della giurisprudenza. Protagonista del suo nuovo romanzo è Fiona Maye, giudice dell’Alta Corte, specializzata in diritto di famiglia, che si trova a dover affrontare l’ennesima difficile causa legale. Questa volta sarà ben felice di tuffarsi nel lavoro, per non pensare al suo matrimonio in crisi.
L’Adam Henry del titolo è un giovane affetto da leucemia, a cui è assolutamente necessaria una trasfusione di sangue. La sua famiglia, però, vuole rispettare le leggi di Dio (sono Testimoni di Geova, ndr) e rifiuta questa cura, vista come invasiva e inumana, e anche il ragazzo ne sembra convinto. Non avendo ancora compiuto 18 anni non può però decidere per sé e l’ospedale tenta il tutto per tutto per cercare di salvarlo, anche ricorrendo alla giustizia.
Fiona, dall’alto della sua professionalità e per poter dare un giudizio quanto più obiettivo possibile, decide di andare a conoscere Adam, per capire quali veramente siano le sue intenzioni. Sarà proprio questo incontro a sconvolgere il mondo e la visione della vita del giovane poeta.
Gli interrogativi morali e giuridici che questo libro scatena in ognuno di noi sono molteplici: la fede, prima di tutto, che, in contrapposizione con la scienza, porta spesso a prendere decisioni per il nostro bene spirituale più che fisico. La sensibilità umana dei due protagonisti, poi, e la capacità dell’autore di sondare l’animo di entrambi con occhio critico. E poi c’è l’attaccamento alla vita, il tradimento e l’infedeltà, la difficoltà di comunicazione tra adulti e la facilità con cui ci si relazione e ci si capisce con i più giovani.
La scrittura fluida e così ben organizzata di Ian McEwan rende questo romanzo davvero impressionante. La scelta del giudice Fiona lascia tutti esterrefatti:
I Testimoni di Geova, come i fedeli di altre religioni, hanno una chiara nozione di ciò che ci attende dopo la morte; le loro previsioni sui giorni della fine, la loro escatologia, sono altrettanto salde e dettagliate. Questa corte non intende pronunciarsi sulla vita ultraterrena che in ogni caso Adam avrà modo di scoprire, o di non scoprire, personalmente prima o poi. Nel frattempo, nella prospettiva di una buona guarigione, il suo benessere trarrà maggior vantaggio dal suo amore per la poesia, dalla sua passione recente per il violino, dall’esercizio della sua intelligenza vivace e dall’espressione di una natura tenera e scherzosa e infine da tutta la vita e tutto l’amore che ha davanti a sé. In breve, ritengo che Adam, i suoi genitori e gli anziani della congregazione abbiano assunto una decisione contraria al benessere di Adam, che costituisce il discrimine sovrano di questa corte. Da tale decisione Adam deve essere protetto. Deve essere protetto dalla sua religione e da se stesso.
Ma non è così che finisce la storia. Di pagine ce ne sono altre cento circa, dopo questo verdetto, e tutto verrà ribaltato. Lascio a voi scoprire come va a finire e attendo i vostri commenti.
Autore: Ian McEwan
Titolo: La ballata di Adam Henry
Traduttore: Susanna Basso
Genere: Letteratura straniera
Data prima pubblicazione: 2014
Casa Editrice: Einaudi
208 pagine
Prezzo copertina: 20,00 €
EAN 9788806223830
Sinossi:
Una travolgente passione per la vita può accompagnarsi a una strenua volontà autodistruttiva. Fiona Maye, stimato giudice dell’Alta Corte britannica, vede le due forze all’opera nel giovane Adam Henry, malato di leucemia, che per ubbidire a un precetto religioso rifiuta la trasfusione che può salvarlo. Stretta nella morsa di una vita privata fragile e di un ruolo pubblico che la vuole esempio di misura e distacco, Fiona dovrà dare un nuovo senso alla parola responsabilità.