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LIBRO DELL'INQUIETUDINE - di Fernando Pessoa

Creato il 07 novembre 2013 da Ilibri
LIBRO DELL'INQUIETUDINE - di Fernando Pessoa LIBRO DELL'INQUIETUDINE - di Fernando Pessoa

Titolo: Libro dell'inquietudine
Autore: Fernando Pessoa
Anno: 1982 (Prima Edizione Originale)


Nonostante il titolo, questo libro non è un libro. Mi perdonerete il gioco di parole, ma non è sterile intrattenimento linguistico e ve ne accorgerete quando lo prenderete in mano e comincerete a sfogliarlo. Costituito da circa 450 frammenti, appare per la prima volta al pubblico, edito nel 1982 dalla casa Editrice Ática, che a partire dagli anni Quaranta aveva pubblicato le poesie di Pessoa.

Confessioni? Diario esistenziale? Autobiografia? < Il libro dell'inquietudine > sfugge ad ogni definizione tout court, ma mi piace riportare quanto dice proprio Bernardo Soares, parlando di "autobiografia senza fatti", un insieme di frammenti, un'ibrida moltitudine di pagine che scrutano e narrano  il desassossego del protagonista, quella perdita o privazione ( sossego in portoghese ) che anticiperà di qualche anno il mal de viver del decadentismo europeo.

Il lettore che è alla ricerca pertanto  di finzioni, inganni e tragedie abbandoni questa illusione, non troverà nulla di tutto questo, nemmeno capitoli, ma 450 frammenti  che non costituiscono una trama e men che meno  personaggi, ad eccezione del protagonista ( Bernardo appunto ) e del suo principale, il signor Vasques, citato di tanto in tanto ( < "Tutti abbiamo un principale Vasques, per alcuni visibile, per altri invisibile. Il mio si chiama davvero Vasques, ed è uomo robusto, gradevole, a volte brusco ma non di cattivo carattere, interessato ma in fondo giusto, con un senso di giustizia che manca a molti grandi geni e a molte delle meraviglie della civiltà, di destra e di sinistra. Altri saranno mossi dalla vanità, dall’ansia di maggiore ricchezza, dalla gloria, dall’immortalità… Preferisco l’uomo Vasques, mio principale, che è più trattabile, nei momenti difficili, di tutti i principali astratti del mondo" >)  .

Bernardo Soares è un dimesso impiegato in una ditta di tessiture, incapace di condurre una vita, limitata a poche e semplici  azioni, guardare dalla finestra del suo ufficio e scrivere i suoi pensieri  in diari "occasionali", buste commerciali, margini bianchi di fogli già scritti, taccuini, fogli sparsi.

Lo sguardo del protagonista, però, si volge verso una doppia direzione, l'esterno e l'interno: egli scruta se stesso e insieme ciò che sta fuori dall'Io, ma è il mondo esterno che diventa Io. In questo spazio difficilmente definibile quale può essere la coscienza o l'inconscio, Bernardo Soares vive e non vive, "sdorme" come egli stesso afferma, è in uno stato di coscienza libera che precede il sonno. Un sonno che non arriva mai e che fa sì che il libro dell'inquietudine sia un'enorme insonnia.

Le mie parole sono un  invito alla lettura, ma ad una lettura con l'anima, in questo caso più di altri, perchè  in ogni frammento troveremo il tedio, la noia, l'angoscia, l'incapacità di vivere e persino di soffrire che, ci piaccia o no, fanno parte di noi... < A volte, e ogni volta è quasi all'improvviso, mi si manifesta in mezzo alle sensazioni una così terribile stanchezza della vita che non esiste la più piccola ipotesi per vincerla con l'attività. ... è una stanchezza che tende non al cessare di esistere ma a qualcosa di molto più terribile e profondo: perfino il cessare di essere stato, ciò che non è possibile >.

Sarà forse questa la saudade

   

   

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