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Libro. Di carta o digitale, purché si legga

Creato il 28 gennaio 2013 da Leultime20 @patrizialadaga

KINDLE & LIBROÈ tra gli argomenti più in voga nell’ambiente editoriale e letterario, sui social media e nelle sezioni culturali dei giornali. La diatriba tra i sostenitori del libro cartaceo e quelli della lettura digitale, ovvero degli eBook, non accenna a placarsi e si ripropone quasi quotidianamente con nuovi argomenti a favore di uno o dell’altro schieramento. Anche gli scrittori di fama internazionale contribuiscono spesso a esacerbare il dibattito con opinioni che la stampa e la rete provvedono a far rimbalzare ai quattro angoli del mondo.

Affrontare l’argomento per chi, come me, si occupa di un blog letterario è quasi un obbligo. Spesso mi sono sentita domandare dai lettori se preferisco il libro elettronico o quello cartaceo e la mia risposta è sempre stata univoca: il contenuto viene prima del formato. Quindi, in teoria, leggere su carta, su un eReader o un tablet non dovrebbe fare differenza. Eppure, qualche volta, la fa.

Vantaggi e svantaggi di entrambi i sistemi di lettura sono stati ripetuti fino alla noia ed è solo per chiarezza che vale la pena di elencarli nuovamente sapendo che, anche mettendoli su un’ipotetica bilancia virtuale, nessuno riuscirà a pesare più di un altro. Perché quando c’è di mezzo un’esperienza così intima e soggettiva come è la lettura di un libro, nessuno può imporci modelli razionali, per quanto sensati possano essere.

A favore del tradizionale e amatissimo libro stampato troviamo argomenti legati alle agli aspetti sensoriali del leggere. Un libro di carta:

  • legacysi sfoglia;
  • ha un “profumo” unico (per qualcuno portatore di allergie ma questo fa parte degli svantaggi);
  • se ben conservato, dura un’eternità;
  • si può esporre ovunque;
  • le sue copertine spesso sono piccoli quadri;
  • tra le sue pagine si possono conservare scritte e ricordi;
  • se cade non si rompe;
  • si può prestare (anche se spesso pur chiamandosi Pietro non torna indietro);
  • si può facilmente impacchettare per regalarlo.

zaino pesante

Gli eBook hanno dalla loro parte una molteplicità di elementi che i più tradizionalisti rifiutano di percepire come vantaggi. Ma vantaggi lo sono.

Il più evidente è il fatto di non occupare spazio. In un lettore digitale si possono archiviare centinaia di libri senza alcun peso. Ne consegue che chi viaggia spesso può portare con sé nella borsa un’intera libreria. Ma lo stessa prerogativa sarà utile a chi ogni giorno deve trovare posto sull’autobus o sulla metropolitana. Un libro di Ken Follet nello zaino può provocare una contrattura muscolare, con un eBook il rischio è scongiurato (e se il vagone è affollato si può anche leggere in piedi con una sola mano).

Un eBook inoltre:

  • costa meno di un libro di carta;
  • ha dizionari integrati che permettono definizioni e traduzioni di parole sconosciute in pochi istanti;
  • può variare le dimensioni del carattere;
  • si può acquistare a qualsiasi ora del giorno e della notte con un click e cominciare a leggere immediatamente;
  • Non ha odore, non accumula polvere e non porta allergie,
  • in alcuni casi può essere letto al buio, ma richiede di essere caricato di tanto in tanto, cosa che non riguarda il fratellastro cartaceo che non si “spegne” mai.
  • come i libri tradizionali permette l’evidenziazione di frasi e la creazione di note.

Certo, se si legge in vasca da bagno e cade in un mare di schiuma, beh, è l’intera libreria che affoga senza possibilità di salvezza, non solo il libro in lettura. ebook vs libro in vasca

Qualcuno si è anche preso la briga di comparare i costi di smaltimento, peraltro con ambigui risultati, ma non mi sembra questa la strada per capire come leggeranno le generazioni di domani.

Che l’eBook sia una realtà in crescita è un dato di fatto, ma si tratta di uno sviluppo lento e faticoso. Secondo i dati Censis-Fondazione Marilena Ferrari, nel 2012 solo il 2,7% degli italiani ha letto in formato digitale. Troppo poco per affermare, come fanno alcuni, che presto l’eBook sostituirà completamente il libro tradizionale. E perché dovrebbe, mi domando? L’umanità ha letto per secoli su carta e può continuare a farlo, senza per questo rinunciare agli evidenti vantaggi della tecnologia, che invecchia molto più velocemente di quanto faccia l’inchiostro sulle pagine di un romanzo stampato cent’anni fa.

Oggi i formati di lettura più comuni si chiamano .ePub, Mobi, Pdf, KF8, ma domani che cosa ci sarà? Era solo l’altro ieri che ascoltavamo le musicassette (ma i miei bambini non sanno più nemmeno cosa siano), poi sono venuti i CD e quindi la musica da scaricare sull’Ipod…

È comprensibile che chi ha nel proprio lettore elettronico decine di libri abbia timore di perderli se in un futuro i formati cambiassero. Chi, tra quelli della mia generazione, oggi non corre a riversare le videocassette della propria giovinezza su hard disk nel timore di non poterle più vedere? Quasi nessuno vende più videoregistratori, ve ne siete accorti?

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Anche questo è uno dei motivi che produce resistenza, è chiaro. Tuttavia ci sono motivazioni più profonde, legate alla sfera affettiva che forse gli psicologi saprebbero spiegare meglio, ma che sono comunque intuibili. Il libro è un oggetto che ha accompagnato l’umanità nel corso dei secoli, ne ha testimoniato i cambiamenti, la crescita e anche le brutture, pensare di non vederlo più fisicamente sugli scaffali di una libreria o di una biblioteca è un’idea che genera un rifiuto a priori. Ecco perché i ”nemici” dell’eBook sono spesso persone che non ne hanno mai usato uno. Un eReader potrebbe anche servire il caffè e massaggiare loro la schiena senza riuscire a convincerli di essere più vantaggioso del libro di carta. Il nuovo spaventa. Ma non dovrebbe. Detto con le parole di Achille Mauri, Presidente di Messaggerie, intervistato in occasione della 30ª edizione del seminario di perfezionamento della Scuola per librai Umberto e Elisabetta Mauri, che si è tenuto a Venezia dal 20 al 25 di gennaio:

Vedo l’eBook come un’invenzione meravigliosa, paragonabile alla ruota per importanza. Il libro elettronico ha ancora una molteplicità di sviluppi che non possiamo immaginare e, visto che l’obiettivo fondamentale è creare lettori, l’eBook può aiutare. E può integrarsi senza problemi nell’offerta delle librerie. 

Eppure, per le generazioni più giovani, che non hanno un forte background affettivo con il libro stampato, la distinzione tra carta e digitale è poco significativa. In realtà, il rapporto del Censis precedentemente citato afferma che i ragazzi tra i 18 e i 24 anni sono quelli che più desiderano avere in casa un libro di carta, ma se si scende d’età e si osservano i bambini delle elementari e medie alle prime esperienze di lettura, alunni che possiamo davvero definire “nativi digitali” perché abituati a maneggiare la tecnologia in ogni ambito la resistenza al digitale sfuma. O, almeno, questo è quello che osservo sul campo avendo figli in età scolare. Date in mano un tablet o un eReader a un bambino che ama leggere e non vi farà domande. In pochi minuti dominerà le funzioni del lettore e si tufferà nel suo romanzo. Il problema non sta nel far amare il mezzo. Sta nel far amare la lettura.

Lore kindle

Mio figlio ha quasi dodici anni e da mesi ormai ci contendiamo il Kindle e l’Ipad nei quali io scarico molti dei romanzi italiani che qui in Spagna non trovo in libreria (altro enorme vantaggio degli eBook) e lui le storie di Rick Riordan, il suo autore preferito. Poi però sfogliamo insieme le pagine di una vecchia edizione dei Ragazzi della via Pal che porto con me da quando ero ragazzina.

Credo che la convivenza delle due forme di lettura sia la gran fortuna che è toccata alla nostra generazione. Possiamo ancora godere della bellezza di alcune edizioni cartacee e allo stesso tempo usufruire dei vantaggi offerti dalla tecnologia. Le case editrici esclusivamente digitali si moltiplicano e il fenomeno ha raggiunto anche i grandi editori. Emblematico il caso di Feltrinelli Zoom che da oltre un anno offre ai suoi lettori racconti brevi solo in formato elettronico a 0,99€. Probabilmente, nel futuro le librerie e le biblioteche assomiglieranno sempre di più a quella che sta nascendo in Texas, un ambiente solo digitale dove, a partire dal prossimo autunno, si presteranno solo eReader caricati di eBook. Ma a cosa servirà avere migliaia di testi digitalizzati se nessuno li leggerà? “Con la cultura non si mangia” disse in passato un ex ministro della nostra Repubblica dando voce alla miopia di un’intera classe politica. Ma investire in cultura non significa trascurare altri settori più urgenti e depauperare una nazione. Anzi. Significa capire che lo sviluppo di ogni settore, dalla sanità all’urbanistica, dall’ingegneria alla scienza fino al design o alla tecnologia dipende in qualche modo dai libri e dall’uso che di loro si fa. Senza educazione, l’impoverimento non riguarderà soltanto la sfera letteraria, perché una società civile si vede dalle sue scuole. Cominciamo a insegnare ai bambini ad amare le parole contenute nei libri. Poco importa che siano di carta o elettronici. Purché si legga.


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