Non è ancora primavera, né estate. Non ci sono più le mezze stagioni, e tutte quelle frasi qui. Fatto è – comunque vogliamo dirla – che questo maggio si fa desiderare… svelandosi e negandosi, svelandosi e alternandosi. Un’altalena. Diventa un gioco di equilibri, coincidenze, fortuite convergenze l’abilità di azzeccare il giusto weekend per dedicarsi al Rinfrancamento di Libri e Aria Aperta. Altrimenti conosciuto come “leggiamoci un bel thrillerino spaparazzati sulla sdraio con birretta e patatine”. Possono essere chiamati piccoli piaceri, o forse, a pensarci bene, sono pure qualcosa di più.
La birra era doppio malto, non filtrata.
Le patatine all’aceto balsamico.
Il thrillerino Ancora viva di Carlene Thompson.
Quando aprirò un blog dedicato ai modi per uccidere piacevolmente la propria salute, parlerò dei primi due. Per ora, accontentatevi delle 400epassa pagine che costituiscono il romanzo della Thompson.
Un romanzo un po’ strano a pensarci bene. Scombina il canone dei generi e mescola cose ed elementi – il giallo, il thriller, l’introspezione, il romanticismo, e infine il sovrannaturale… Un elemento del fantastico che si intreccia al dramma della scomparsa di giovani ragazze in una cittadina americana: sono le capacità extrasensoriali di Chyna, giovane medico, tornata a casa per la morte della madre dopo anni di assenze il più possibili prolungate (da quando, dodici anni prima, una notte d’estate e primi amori e rugiada, era sparita la sua migliore amica).
Non sono abituata a vedere elementi dell’inesplicabile in gialli e thriller, anche se già poco tempo fa mi era capitato con L’uomo di Primrose Lane di James Renner. Per me, che ho appreso la bellezza della narrazione d’indagine dallo scientifico Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle, è un dettaglio inatteso, imprevedibile: eppure in entrambi i casi, sia con la Thompson che con Renner, la sfumatura di sovrannaturale non appare un di più, ma parte della storia. Anzi, parte dei personaggi: Chyna “che sente le voci” è una donna che è cresciuta nascondendo questo segreto insieme ad altre paure.
Ed eccolo un altro punto in comune nei due romanzi: il fatto che le vittime degli assassini siano donne… anzi, ragazzine e bambine. Belle, intelligenti e indifese.
Che questo sia più che altro un elemento comune con la realtà è un fatto più certo e terrificante, tanto che forse un pizzico di sovrannaturale è necessario perché – almeno nei romanzi – vi sia giustizia e risoluzione.
Supereoi nella nostra fantasia…
A dirla tutta, l’ho un po’ strapazzato, questo libricino. Tenuto in borsa, letto in fila alle Poste, in piedi chissà dove e solo infine su una sdraio in giardino. Gli angoli sono rovinati e la costa è segnata tra pagina 208 e 209. Riconosco il punto, il momento: l’avevo schiacciato per bene perché non si chiudesse mentre facevo merenda. Non mi faccio mai problemi a viverli i libri.
E quindi le atmosfere molto vivide – freddolose, pettegole, naturalistiche – della cittadina americana che fa da sfondo ad Ancora viva mi hanno accompagnata un po’ ovunque. Mi ci sono aggrappata prima, e dopo, essere investita dalla folla del sabato mentre facevo spesa. Tra gli strappi del quotidiano e qualche pensiero di troppo di questo periodo.
Era il libro adatto a questo, Ancora viva, perché non è fatto di una scrittura difficile o densa – Carlene Thompson ha una penna semplice, scorrevole, alla mano, senza particolari velleità. E perché è una trama lineare, con una certa eleganza di narrazione che sembra tipica della donne che scrivono gialli e thriller: miscela attimi di quiete e pizzichi di tensione e intrigo, mistero su chi sia l’assassino, dietro quale volto affabile si nasconda, romanticismo verso un uomo affascinante, cotta storica di adolescente, adorazione verso il cagnolone di Chyna, un labrador piuttosto fifone.
Non un capolavoro, non un tomazzo filosofico. Ma finalmente una lettura d’intrattenimento che fa il suo lavoro per bene e per il piacere del lettore.
Anche io, come Chyna, con la mia fifona, mentre leggevo…
Ancora viva
Carlene Thompson
Edizione marcos y marcos
collana: le foglie
448 pagine, 14,50 euro
Traduzione di Silvia Viganò