Non che sia una malattia, il Natale. Ma spesso provoca dei disturbi. Quelli elencati da Ella Berthoud e Susan Elderkin vanno dalla solitudine alla costipazione, dalla diarrea ai postumi della sbornia, dall’obesità ai problemi nel gestire i bambini e la famiglia. Sì, insomma, ce n’è un po’ per tutti. E per ogni disturbo, ovviamente, c’è un rimedio letterario.
Tra le corse per i regali dell’ultimo minuto e la preparazione del pranzo del 25 dicembre, c’è tempo anche per i libri. Quello che consigliano le due “libroterapeute” è un grande classico, già recensito dal blog qualche giorno fa nella rubrica “Il classico del mese”. Stiamo parlando del Canto di Natale di Charles Dickens. Alla fine «è colpa sua se ci aspettiamo sempre un bianco Natale; è lui che per primo ci ha esortati a onorare il Natale nel cuore, a fare festa e a dare agli altri tutto ciò che possiamo […], è quindi responsabile per aver trasformato il Natale in quello che è adesso».
Per prepararvi spiritualmente ad affrontare il parentado e ad avere sempre il sorriso pronto, qualunque sia la domanda più o meno imbarazzante che vi verrà rivolta domani, qualunque sia il regalo più o meno desiderato che troverete sotto l’albero e qualunque sia il cibo che vi propineranno, fate un bel respiro e leggete questo libretto di Dickens tutto d’un fiato.
Se invece siete un po’ masochisti e volete farvi del male, potreste andare a ripescare una vecchia rappresentazione del teatro di Eduardo De Filippo, Natale in casa Cupiello. Armonie familiari che si sgretolano, inganni, ipocrisie, maldicenze e tranelli: se non altro così sarete pronti ad affrontare qualsiasi cosa. La stessa atmosfera la ritroviamo anche nel libro Le correzioni di Jonathan Franzen, se preferite la narrativa al teatro.
Ah comunque, Buon Natale!!!