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Libroterapia – Sbornia & Alcolismo

Creato il 31 dicembre 2013 da Bea23

Un po’ mi sento in colpa, ad avervi consigliato un cocktail così pesante. Non vorrei avervi sulla coscienza, il 1 dell’anno.

Così ho pensato, visto che il martedì è il giorno dedicato alla Libroterapia, qui sul blog, di andare a vedere cosa consigliano Ella Berthoud e Susan Elderkin per curare i postumi della sbornia.

postumi della sbornia

Ora, se avete letto il post con la ricetta del Vesper di James Bond avete scoperto che io non bevo, quindi non so esattamente dire come ci si possa sentire dopo una bella sbronza. Leggendo la descrizione delle due biblioterapeute, però, penso non sia proprio una sensazione piacevole.

«La vostra fronte è un palcoscenico, dove risuonano i colpi di una trentina di batteristi. La vostra lingua è una striscia di pancetta cotta e poi lasciata una settimana nel frigorifero. La vostra mente, infine, è una lavatrice col programma della centrifuga al massimo: brandelli di quello che è successo la sera prima sbattono contro le pareti del cestello, mostrando i loro colori per un attimo, breve e terribile, e poi tornano a sprofondare nell’acqua insaponata».

Il rimedio letterario? La piccola automobile bianca di Danuta de Rhodes. Perché proprio questo libro, direte voi? Perché, qualunque cosa abbiate fatto dopo esservi ubriacati, non sarà mai grave quanto quello che combina qui la protagonista Veronique. E se volete sapere cosa nasconde questa viziata ragazza… beh, è un buon motivo per andare a comperare il libro e leggerlo.

Se invece la situazione è ben più grave e l’ubriacatura del Capodanno non è un episodio sporadico e occasionale, non disperate. La cura all’alcolismo c’è, solo che i libri qui – ovviamente – sono più d’uno. Shining di Stephen King, Sotto il vulcano di Malcolm Lowry e La vita agra di Luciano Bianciardi vi faranno passare la voglia di bere. Se, invece, avete bisogno di un esempio positivo a cui ispirarvi c’è sempre Once a runner di John L. Parker Jr. Pubblicato nel 1978 a spese dell’autore, è il «romanzo-manuale per appassionati della corsa». Fate come Quenton Cassidy e spingete il vostro corpo ai limiti più estremi – in senso positivo, puntando a raggiungere livelli (di sobrietà) sempre più alti.


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