«Nella stanza si fa silenzio, e vi ritrovate sotto gli occhi di tutti. Vi accorgete di essere l’unico a non capire cosa c’è di strano in quello che avete appena detto. Poi il primo si mette a ridere, e a uno a uno tutti gli altri lo imitano. Vi sentite avvampare e subito dopo provate un senso di vergogna che vi fa, invece, gelare il sangue. Non ridono con voi, ridono di voi.
Ci siamo passati tutti. Sentirsi un idiota è inevitabile quasi come innamorarsi».
Inizia così il paragrafo di Curarsi con i libri dedicato ai rimedi contro il “sentirsi un idiota”. Ma quali saranno i libri per superare questa strana e spiacevole sensazione?
Ella Berthoud e Susan Elderkin ci consigliano, come era facilmente intuibile, L’idiota di Fedor Dostoevskij. Il principe Myskin non è un idiota in senso letterale, quanto più dal punto di vista sociale. Egli, infatti, è estraneo a quelli che sono i meccanismi che regolano la società e a noi lettori non può che suscitare affetto e amore. Stessa cosa succede leggendo Il cavaliere inesistente di Italo Calvino. Il povero contadino Gurdulù confonde la sua identità con quella degli altri – siano essi animali o cose – e l’unica cosa che ciò ha di positivo è che «gli resta sempre la possibilità di incontrare qualcuno che gli insegni a crescere».
A voi è mai capitato di trovarvi in una situazione del genere? Di sentirvi in totale imbarazzo in mezzo agli altri? Come avete risolto?