Le imminenti vacanze natalizie portano felicità, colori, luci e allegria, ma per alcuni possono anche accentuare il senso di solitudine. Non tutti possiamo contare su famiglie numerose, tavole imbandite, amici e parenti con cui trascorrere le giornate di festa. Per tutte queste persone, e per chi durante l’anno si trova ad affrontare una sensazione di abbandono, le due esperte di libroterapia hanno la ricetta ideale.
Come si fa scorta di provviste prima di una grande siccità, così è necessario popolare la propria mente di personaggi, dialoghi e luoghi immaginari «come garanzia che potrete sempre fare affidamento sulla vostra memoria e sul vostro mondo interiore per tenervi compagnia».
Sono tre i romanzi consigliati per combattere la solitudine:
- La bussola d’oro – Philip Pullman
Primo volume della trilogia Queste oscure materie, è un romanzo fantastico ambientato in un mondo fantastico, popolato di persone e daimon – animali che ne sono l’alter ego, che vivono in simbiosi con l’uomo e che se ne vanno quando questo muore. Compagni fidati, questi daimon, che non ci lasciano mai soli. - Io, Claudio – Robert Graves
Nell’autobiografia romanzata dell’imperatore Claudio, scritta dal saggista Robert Graves, vengono descritti usi e costumi dell’antica Roma, la storia del principato e tutto il periodo della dinastia giulio-claudia, attraverso gli occhi di un personaggio sempre circondato da amici (e nemici). - I racconti di San Francisco – Armistead Maupin
Quando vorrete accanto a voi amici fidati, ai quali non c’è bisogno di dire molto per farsi capire subito, potrete affidarvi agli abitanti di Barbary Lane, abilmente ritratti da Armistead Maupin nel libro I racconti di San Francisco. «Con la sua forma episodica (è quanto di più simile a guardare la televisione esista in letteratura) questo romanzo e i suoi sette sequel dovrebbero stare in cucina insieme ai libri di ricette» spiegano le autrici di Curarsi con i libri, nella loro “prescrizione” contro la solitudine.
Effetti collaterali
Un libro è un ottimo alleato contro la solitudine, ma come tutte le cure se si esagera si rischia di incappare in spiacevoli effetti collaterali. Berthoud ed Elderkin hanno quindi stilato un prontuario medico-letterario anche per la solitudine provocata dalla lettura. «Quando sentiamo che nessuno ci capisce troviamo grande conforto nella compagnia di un libro che, in un qualche modo, la pensi come noi. Qualche volta ci rivolgiamo ai libri per sfuggire alle persone che ci circondano, perché possiamo sentirci soli anche in mezzo alla folla. Che strano, dunque, come proprio la cosa che per un po’ ci aveva guarito dalla solitudine ci abbia consegnato, adesso, a un diverso genere di isolamento». Quale soluzione, quindi? Leggere in compagnia.
In quasi tutte le città sono presenti gruppi di lettura o club del libro, dove è possibile incontrare lettori appassionati con i quali condividere interessi e opinioni. Anche a casa, leggere insieme a qualcuno aiuta a non sentirsi soli: se ci giriamo a guardare dall’altra parte del divano e troviamo un amico o il partner assorti nella lettura di un buon libro, l’esperienza di condividere una comune passione renderà tutto ancora più intenso. Anche la lettura a voce alta può essere un buon rimedio: partecipare a incontri di questo tipo ci permetterà di scoprire molto di più su quel libro e quell’autore, rispetto a una lettura solitaria, perché potremmo capire dalle reazioni degli altri i loro sentimenti verso ciò che viene letto.