Ho un amico che se mangia un po’ pesante la sera o esagera con gli alcolici poi rischia di andarsene in giro per casa, tra il sonno e la veglia. Il sonnambulismo è sempre stata una cosa che mi incuriosisce: cosa succede nel nostro cervello in quei momenti? Cosa comanda il movimento e le azioni? Ella Berthoud e Susan Elderkin ci spiegano, nel loro Curarsi con i libri, che «quando dormiamo/sognamo i collegamenti che trasmettono lo stimolo al movimento dal cervello al corpo sono interrotti dal sonno» e per questo restiamo sdraiati, fermi, senza far alcun movimento se non per qualche tic o singhiozzo. Ogni tanto però «gli stimoli del cervello si impadroniscono del corpo e trasformano il sognatore in un sonnambulo». E guai a svegliarlo: potrebbe morire di paura. Anche se potreste morire anche voi, se ve lo trovate in corridoio, con gli occhi aperti ma completamente incapace di reagire.
E quale sarebbe il libro che potrebbe aiutarvi? I sonnambuli di Hermann Broch. Il titolo in questo caso è metaforico, sta a indicare «quelle persone rimaste sospese tra due sistemi di valori morali, vecchio e nuovo, nel transito dal secolo XIX al XX».
Leggendo questo tomo voluminoso e a tratti un po’ lento vi potreste riconoscere in uno dei personaggi delle tre storie narrate e potreste «scoprire un vostro conflitto interiore, dove una parte di voi accetta il vostro modo di vivere e l’altra no, e risolvere questo conflitto farà cessare per sempre le vostre peregrinazioni notturne, oppure avrete esaurito le vostre energie mentali nella lettura di questa densa, spesso commovente, sempre affascinante e a volte astrusa trilogia, e dunque potrete cadere in uno sonno così profondo che non sognerete, e quindi non ve ne andrete in giro per la casa. Come ultima ipotesi, vi sarete addormentati a metà di una frase, con questo tomo enorme poggiato sul petto che, sogni o non sogni, vi terrà inchiodati al letto fino al mattino».
Conoscete qualche sonnambulo? Come vi comportate quando li trovate a gironzolare per casa?