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Licenza di spaccarsi la schiena

Creato il 19 ottobre 2010 da Taccodieci @Taccodieci
Noi donne siamo proprio tonte complete. Avevamo la possibilità di stare a casa ad occuparci delle faccende tipo pulire, lavare, stirare, cucinare, prenderci cura di tutti ed invece abbiamo buttato tutto all'aria.
Abbiamo voluto realizzarci nel mondo del lavoro, contribuendo al sistema economico familiare, ma alla luce di com'è andata: chi ce l'ha fatto fare? Cioè, capisco che mandare avanti una casa non sia il massimo dell'aspirazione per qualcuna, ma guardiamo in faccia la realtà: non abbiamo smesso di fare tutto quello che una tradizione sclerotica ed insulsa ci ha affibbiato, solo che anzichè avere tutta la giornata a disposizione abbiamo il tempo intercorrente tra le 19.00 (se va bene) e lo svenimento causa stanchezza. Se vogliamo proprio dirla tutta, non contribuiamo nemmeno al sostegno economico della famiglia, perchè per dare uno stipendio (basso) a noi è stato inevitabilmente diminuito quello maschile. Chi vive con due stipendi infatti sa benissimo che non è l'Eden come si potrebbe credere. Soprattutto se uno dei due stipendi è al limite del ridicolo perchè, in quanto donna, la donna lavora più per hobby che per necessità, per non stare a casa tutto il giorno a prendere il the con i biscotti con le amiche.
Sono una ferma sostenitrice del fatto che anni di femminismo e di reggiseni bruciati nelle piazze siano serviti solamente a conquistare il diritto a spaccarci la schiena due volte tanto.
Non è forse vero che a meno che non abbiamo ingaggiato una signora delle pulizie siamo noi a fregarci mezza giornata per pulire, un'altra mezza per stirare, cucinare, accudire tutti quanti, a preoccuparci che nei cassetti ci siano sempre mutande pulite e che il sole sorga anche domani mattina? Il tutto nei ritagli di tempo di un lavoro che gratifica il 10% di noi.
Al diavolo le yummy mummy e chi le ha inventate, ovvero quelle super-donne che riescono a fare tutto senza far mai mancare una torta di mele appena sfornata in un'elegante tortiera di cristallo in cucina, che socializzano in palestra tenendosi in forma, che sono brillanti lavoratrici in carriera e prendono aperitivi dopo il lavoro in tailleur, acconciatura impeccabile, un filo di trucco per donare un'aria naturale ed una valigetta diplomatica appoggiata alla sedia.
Per come la vedo io si stava meglio quando si stava peggio.
A volte, avrò anche la spina dorsale di pasta frolla, il tutto mi pesa, e non ho nemmeno dei figli... figurarsi. Così divento nervosa quando torno a casa dal lavoro dopo aver trascorso la pausa pranzo a correre all'IKEA (mi sono ingozzata di polpette svedesi e marmellata in due secondi netti alla facciaccia della dieta) ed il dopo lavoro al supermercato e trovo il mio ragazzo, già docciato e pigiamato, di fronte al computer ed i cespugli rotolanti sul pavimento di una cucina fredda e vuota. Divento veramente nervotica. Ma questo passi, in fin dei conti cucinare mi rilassa. Mentre cerco di cucinare però mi innervosisco ancora di più perchè cerco di fare la doccia alla velocità della luce (alla faccia dei capelli lisci effetto seta) ed avviare la lavatrice (sono collegata con l'ARPAV e so per certo che o sfrutto il sole di domani o dovrò attendere per una lunga settimana di pioggia prima di rimettere piede in terrazza) mentre il polpettone si cucina in microonde (non possiamo mica cenare a mezzanotte per aspettare che si cucini in forno), col risultato che alla fine non sto dietro a tutto e mangiamo polpettone carbonizzato con contorno di patate al forno crude.
Il mio ragazzo non dice niente, per lui non è importante che niente di quello che stiamo mangiando sia cotto da cristiani, quindi se sbotto non è per lui, è per me stessa, per non essere nemmeno riuscita a cucinare uno stupido polpettone con uno stupido microonde.
Spreparo, rassetto e solo in quel momento, quando ormai sono le dieci, riesco a mettermi sul divano. Vorrei infinitamente scrivere qualche riga del mio romanzo, ma non ce la faccio. Mi metto a leggere un nuovo libro preso in biblioteca, con il mio ragazzo di fianco e la tv in sottofondo: questo è il paradiso! In questo momento di relax rivedo la mia giornata e, incoraggiata dal film "ti odio, ti lascio, ti..." di cui percepisco qualche battuta, mi sento un mostro. Nel film una ragazza, incazzata come una biscia, aggredisce il proprio fidanzato perchè lascia i vestiti in giro, non ha fatto la spesa, quando arriva a casa dal lavoro pensa solo a rilassarsi senza contribuire alla cena e a tutte le altre cose che occorre fare. Insomma: quella bestia di ragazza rimprovera il proprio fidanzato per tutte le cose (un po' di più, dai...) per cui io avevo rimproverato il mio. Mi sono rivista in quella jena zitella incazzata. Non è stato affatto piacevole. Sensi di colpa a ballettone. Che c'è di male, in fin dei conti, a rilassarsi dopo il lavoro? E chi se ne frega se il polpettone è carbonizzato e le patate sono crude? Sono forse motivi validi per la trasformazione in zitella acida?
Il femminismo mi sta rendendo un essere insopportabile.
La Redazione

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