Alle sue ultime battute lo sciopero generale dei trasporti che oggi ha bloccato l'Italia: lo sciopero è stato indetto da Or.SA (sindacati autonomi di base, settore ferrovie) e dalla Usb (Unione sindacale di base) che nel suo comunicato oggi alle 15,00 vanta la partecipazione alle manifestazioni di piazza di 100.000 lavoratori distribuiti in 27 piazze italiane con una media di adesione del 60%.
L'adesione a Napoli è stata del 100%, a Trento del 90%, a Bologna e Venezia del 70%.
Lo sciopero ha voluto rappresentare la voce e la protesta dei lavoratori contro il jobs act e la modifica dell'articolo 18, ma anche contro tutto l'impianto della legge di stabilità del governo Renzi.
Licenziamoli per giusta causa è stata la parola d'ordine scritta sugli striscioni alla testa dei cortei in gran parte delle piazze.
A Torino ed a Perugia lo sciopero è stato impedito dalla Commissione di Garanzia per la simultaneità di eventi quali "il salone del gusto" ed "eurochocholate" nelle città.
Gli organizzatori sottolineano che meno diritti per i lavoratori, così come i tentativi di soffocare il diritto di sciopero non sono gli strumenti giusti per uscire dalla crisi, segnalando la "pericolosa deriva" assunta dal paese per le tutele ed i diritti dei lavoratori.
Il comunicato dell'Or.SA sottolinea come nel nostro paese il 10% della popolazione possegga il 70% della ricchezza, mentre l'età pensionabile dei lavoratori si è spostata in avanti dai 58 ai 67 anni in seguito alla legge Fornero, ulteriormente peggiorata dall'attuale governo.
Il millantato "rinnovamento" della politica viene letto dalle organizzazioni sindacali aderenti allo sciopero, come una mistificazione mirata a coprire la progressiva riduzione di tutele e diritti per i lavoratori.
Sta di fatto che oggi spostarsi con i mezzi pubblici è stato quasi impossibile, benché in tutte le città siano state garantite alcune fasce orarie di funzionamento.