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Liddi, Maestri e le prospettive dell’ItalBaseball

Creato il 19 settembre 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurra

L’impresa d’Olanda conferma una volta di più come il baseball sia una preziosa realtà dello sport italiano, sebbene soffra di un “silenzio mediatico” a tratti imbarazzante. I ragazzi di Mazzieri si sono issati nuovamente sul tetto d’Europa, nonostante si giocasse in casa di quei tulipani che, sulla carta, presentavano un roster più competitivo del nostro.

Già, perché all’ItalBaseball mancavano i due giocatori più famosi, che saranno fondamentali negli anni a venire: Alex Liddi e Alessandro Maestri erano infatti impegnati nelle rispettive leghe e non avrebbero potuto rispondere alla chiamata del coach. L’esterno sinistro sanremese è rientrato alla base di Seattle dopo la buona esperienza in Triplo A a Tacoma: tuttavia, nei Mariners sta trovando meno spazio di quanto meriterebbe, ma ciò non toglie che per la nazionale potrebbe rappresentare una risorsa molto importante. Alessandro Maestri è un lanciatore cesenate di 27 anni, che abbiamo già avuto modo di presentare in questo articolo (http://www.olimpiazzurra.com/2012/08/maestri-un-azzurro-nel-sol-levante/): gioca (e bene) negli Orix Buffaloes, squadra che fa base tra Osaka e Kobe. Il monte di lancio tricolore è stato il reparto in assoluto più brillante nella spedizione olandese, con Tiago da Silva, Luca Panerati e John Mariotti particolarmente in evidenza nell’annichilire gli avversari. Maestri, dall’alto della sua preziosissima esperienza internazionale e del suo indubbio talento, potrebbe far fare un ulteriore salto di qualità al già straordinario livello dei nostri pitchers.

Scorrendo poi i roster nelle leghe statunitensi, ci si imbatte in un grande numero di cognomi con chiare origini del Belpaese, dunque una lunga serie di players che, sulla carta, potrebbero essere naturalizzati. E’ questo un argomento estremamente delicato, perché bisognerà valutare, caso per caso, sia l’utilità tattica di ogni elemento preso in considerazione, sia le effettive motivazioni di ciascun giocatore a vestire la maglia azzurra. E’ fuor di dubbio che gli oriundi abbiano dato una mano decisiva al trionfo di Rotterdam (anche dalla panchina, come nel caso di Mike Piazza, fidato assistente di Mazzieri); ma è altrettanto evidente il ricordo delle polemiche per la nostra spedizione al World Baseball Classic 2006, con una rosa in grandissima parte composta da oriundi che non si rivelò all’altezza delle aspettative. Anche per questa ragione, negli ultimi anni la Federazione ha saggiamente investito nell’Accademia di Tirrenia, per far crescere nel nostro Paese, grazie alla guida dei tecnici federali, una serie di giovani talenti. Così è stato per Luca Panerati, Mattia Reginato e Alessandro Vaglio, tanto per citare tre dei campioni continentali; un progetto assolutamente vincente, con il centro toscano che dispone delle migliori strumentazioni nel campo della preparazione atletica e tecnica, sul quale vale la pena di continuare ad insistere con decisione.

Del resto, non c’è troppo per fermarsi e cullarsi sugli allori. La terza edizione del World Baseball Classic si disputerà il prossimo anno (le qualificazioni iniziano a breve, ma l’Italia è ammessa di diritto alla fase finale): siamo convinti che, all’appuntamento del 2013, un’Italia ulteriormente potenziata potrà davvero competere con le nazionali più forti del mondo.

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OA | Marco Regazzoni

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