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Lidia, ex disabile, riparte con NeWage

Creato il 11 marzo 2013 da Tipitosti @cinziaficco1

Ha subìto una molestia sessuale e vissuto gli effetti di una diagnosi psichiatrica sbagliata. Per anni l’hanno considerata diversamente abile. Ma lei, napoletana, 34 anni, non ha mai mollato. E il suo progetto, quello lanciato su Facebook, il 14 marzo prossimo festeggerà i due anni di attività.

Una tipa davvero tosta Lidia Ianuario, che è riuscita a trasformare debolezze e dolore patiti per tanti anni in opportunità per ripartire. Newage, la sua idea editoriale, come ci dirà in questa intervista, è nata dalla sua esperienza di disabile. “Quando ho avviato questo mio progetto – spiega – mi sono messa nei panni di chi non vede e viene ghettizzato. NeWage si propone di riunire ambiente e disabilità“.

Lidia, ex disabile, riparte con NeWage
Perché questo nome?

Perché amiamo i giochi di parole. NeWage è l’acronimo di New Energy and Green Economy, mentre la lettera “W” simboleggia le Wh-questions, spesso oggi dimenticate dai giornalisti.

Che tipo di progetto è NeWage?

L’idea è nata dal mio passato di “diversamente abile”. A soli 15 anni, dopo una molestia sessuale, mi è stata diagnosticata erroneamente una patologia – Seasonal Affective Disorder – per la quale sono stata costretta a usare sali di litio. Durante i controlli, alcuni dei quali effettuati nel reparto di Psichiatria dell’Azienda Ospedaliera Nostra Signora di Lourdes, non mi si apriva un cancello, se prima non mi si sbarrava l’altro alle spalle. Quando ero in cura ho visto tanta indifferenza e superficialità. Vedevo pazienti fare finta di inghiottire gli psicofarmaci, trattenuti sotto la lingua e poi buttati, senza che nessuno se ne accorgesse. Ho anche una miopia elevata. Mettendo insieme queste esperienze mi sono accorta di quanto importante fosse far capire ai cosiddetti normali com’è la vita di un cosiddetto diverso. Newage è nato perché sono stata dall’altra parte e ho conosciuto le barriere architettoniche, ma soprattutto quelle mentali di tante persone. Devo ammettere che ho avuto anche solidarietà. La redazione, in cui sono direttore responsabile, è costituita da ciechi ed ipovedenti, che gestiscono anche una web radio. Nel medio – lungo termine penso ad una web tv con il linguaggio dei segni. Sono da anni sensibile a forme diverse, ma altrettanto forti, di comunicazione.

Ha trovato sponsor?

Oggi si pensa solo al business. Poiché il target del progetto è ristretto, non ho trovato ancora sponsor. Ci stiamo impegnando a far crescere questa idea. Il linguaggio usato è semplice, adatto anche a ragazzi di scuola media inferiore. Abbiamo visitatori in buona arte d’Europa, in Africa – in particolare Congo – e negli Usa. E questo perché il portale è tradotto in inglese e, a breve, lo sarà anche in russo e francese. NeWage piace anche per le vignette commentate e perché abbiamo reso facile l’inserimento dei commenti.

Chi l’ha aiutata in questo progetto?

La mia ombra! Scherzo. Agli inizi ho fatto tutto da sola. Ho lanciato il progetto due anni fa tramite Facebook. Poi ho avuto la fortuna di incontrare Susanna Berti Franceschi e Ugo Berti.

Lidia, ex disabile, riparte con NeWage

Quanto ha investito? Difficile a dirsi! Emotivamente, tutta me stessa. E poi due anni di lavoro gratuito e tanto tempo per un progetto che si sarebbe potuto rivelare anche un flop.

Quanti siete in redazione?

Ci sono vari collaboratori su tutto il territorio nazionale: fissi, il nostro vignettista www.ilvignettificio.it , Rosa Mauro (ipovedente), Giovanna D’Urso, Michele Minnicino Davide Visioli, esperto di New Economy, Maria Tufano, tanto per citare le colonne portanti, oltre a tanti medici, biologi, che lavorano per NeWage in modo occasionale e libero.

Non ha beneficiato di aiuti?

Essere finanziata significava scendere a compromessi. In futuro, se ci saranno fondazioni interessate ai nostri scopi sociali, se ne potrà discutere.

Quali sono state le maggiori difficoltà agli inizi e come le ha superate?

Agli inizi è stato difficile tenere stretti, quindi fidelizzare i miei collaboratori, poiché NeWage è nato come un progetto in open source. E poi è stato complicato allontanare qualche sciacallo.

Lidia, ex disabile, riparte con NeWage
Ci sono altre iniziative in programma?

Sì, un servizio di collegamento tra cittadini ed enti istituzionali, tramite la sezione NeWage Corner, dove è possibile inviare petizioni e leggi di iniziativa popolare; la collaborazione con Federconsumatori, per l’assistenza giuridica, offerta sia ai normodotati sia a coloro che hanno abilità diverse, tramite l’indirizzo di posta elettronica [email protected] (in particolare, sull’accesso ai contratti bancari e la battaglia contro i capchta, sul nostro portale disattivati); un sito per rintracciare sul territorio, in tempo reale, le fermate e le stazioni dove ci sono barriere architettoniche; una nuova web radio, oltre a quella fatta solo da ciechi ed ipovedenti, con programmi radiofonici di approfondimento su tematiche socio-ambientali, ascoltabile a questo indirizzo; la raccolta fondi per la Città della Scienza, attuata mediante un’ asta di tutte le opere pervenute mediante il Concorso “Premio Città Futuro”.

Nel lungo periodo?

Costituiremo una cooperativa editoriale, se ce ne saranno le premesse o un’associazione di promozione sociale. Andremo avanti per resistere sul mercato, prima di tutto. Penso alla realizzazione di un portale Web 2.0, che metta in collegamento tutti gli stakeholders interni ed esterni, legati, da un lato, alle tematiche sociali e, dall’altro, a quelle ambientali. Altri progetti? Ritrovarmi ancora a passeggiare a piedi nudi sull’erba fresca con i miei collaboratori, ciechi e ipovedenti. Vorrei vedere un cambiamento, una maggiore sensibilità nei confronti del nostro pianeta e di conseguenza del nostro futuro. Vorrei che NeWage continuasse ad essere gli occhi e la voce di coloro che non possono né vedere, né sentire.

Si sente tosta?

Credo che la vita ci ponga di fronte a scelte che prima o poi ci maturano, senza stravolgere la nostra natura. Come dissi in un’intervista anni fa, subito dopo aver subito la molestia, la mia forza è la consapevolezza delle mie debolezze. Aggiungo che, sebbene nella vita esistano tante scale di grigio, a me i compromessi non sono mai piaciuti. Non gradisco le cose “tiepide”. Può bastare? Think green!

  Cinzia Ficco


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