Una piccola ricerca
Lie to me è una serie tv ideata da Samuel Baum e interpretata da Tim Roth (Cal Lightman). Attraverso l’analisi delle espressioni facciali e del linguaggio del corpo i protagonisti risolvono una serie di casi controversi.
La storia e il personaggio del dottor Lightman sono ispirati agli studi del dottor Paul Ekman, psicologo studioso del comportamento umano ed esperto di rilievo sul linguaggio del corpo e sulle espressioni facciali, il quale ha assunto personalmente il ruolo di consulente scientifico della serie. Le tecniche utilizzate rispondono scientificamente ai nomi dicinesica, prossemica e semiotica.
Il lavoro di Ekman sulle espressioni del viso ha avuto uno spunto di partenza dal lavoro dello psicologo Silvan Tomkins. Ekman ha dimostrato che, contrariamente alla convinzione di alcuni antropologi tra cui Margaret Mead, le espressioni facciali e le emozioni non sono determinate dalla cultura di un posto o dalle tradizioni ma sono universali ed uguali per tutto il mondo, ciò indica che quindi sono di origine biologica.
Espressioni facciali delle emozioni: da Darwin a Ekman
L’esperienza emotiva è un processo manifestato all’esterno attraverso specifiche espressioni: facciali, posturali, vocali e motorie. Gran parte degli studi, da Charles Darwin in poi, si sono concentrati sull’area del volto e delle espressioni facciali in quanto canali privilegiati per la comunicazione e la comprensione delle emozioni. [...]
Fino alla metà degli anni sessanta del Novecento gli studi sulle espressioni facciali delle emozioni hanno subìto una parentesi di silenzio, prima che Sylvan Tomkins e i suoi allievi Paul Ekman e Carroll Izard cominciassero a condurre una serie di studi (universality studies) che miravano a replicare i risultati di Darwin. A soggetti appartenenti a ventuno diverse culture alfabetizzate (in Africa, Argentina, Brasile, Cile, Cina, Inghilterra, Estonia, Etiopia, Francia, Grecia, Germania, Italia, Giappone, Kirghizistan, Malesia, Scozia, Svezia, Sumatra, Svizzera, Turchia, Stati Uniti) e a due culture pre-letterate di Papua Nuova Guinea venivano mostrate fotografie di espressioni facciali e veniva richiesto di descrivere l’emozione rappresentata. Gli studi di Ekman, inizialmente con Izard e in seguito con Friesen, oltre a fornire dati a conferma dell’universalità delle espressioni facciali delle emozioni, condussero alla definizione di sei emozioni universali: rabbia, disgusto, paura, gioia, tristezza e sorpresa.
[Psicologi a confronto]
Ekman ha individuato tre tecniche che normalmente le persone utilizzano per sviare l’interlocutore dal comprendere l’emozione che prova:
Dissimulazione: l’espressione spontanea viene dissimulata, fatta scomparire dal volto. Il soggetto sembra accorgersi di quello che rischia di manifestare, per cui interrompe bruscamente l’emozione che gli si sta stampando sul viso, coprendola con una espressione diversa. Chi si trova spesso a mentire per ragioni professionali, tipo avvocati, politici, venditori, giocatori d’azzardo impara l’arte della dissimulazione con grande perizia, tanto da poterla esercitare anche quando si trova a dover guardare negli occhi l’interlocutore, il che è piuttosto difficile, per chi non è allenato, da mettere in pratica.
Attiva falsificazione: quando nasce una emozione i muscoli facciali si attivano in maniera automatica, per abitudine o per scelta si può riuscire ad impedire queste espressioni nascondendole attraverso una maschera, una ‘emozione finta’, che in genere è il sorriso.
E’ più facile fingere emozioni positive che negative: la maggior parte delle persone trova infatti difficilissimo imparare a muovere volontariamente i muscoli che sono necessari per fingere realisticamente dolore e paura; va un po’ meglio per la rabbia e per il disgusto.
Nel suo libro, I volti della menzogna, Ekman ci fornisce almeno tre indizi per poter ritenere che una espressione non sia sincera : asimmetria, tempo e collocazione nel corso della conversazione.
Asimmetria: in una espressione facciale asimmetrica le stesse azioni compaiono nelle due metà del viso, ma sono più intense su una parte anziché nell’altra. Una spiegazione di questa asimmetria potrebbe essere cercata nel fatto che l’emisfero cerebrale destro sia più specializzato del sinistro nel trattamento delle emozioni: dato che l’emisfero destro controlla gran parte dei muscoli della metà sinistra del viso e il sinistro quelli della metà destra, le emozioni si mostrano con maggiore intensità sulla parte sinistra del volto. In questo senso le espressioni contorte, in cui l’azione dei muscoli è un po’ più accentuata su una metà del viso possono essere un segno rivelatore della falsità del sentimento manifestato. L’asimmetria è indizio di una emozione poco sentita, un’espressione volontaria della muscolatura.
Tempo: le espressioni di lunga durata (dai 10 secondi in su) sono probabilmente false perché le espressioni autentiche non durano così a lungo : la mimica che esprime emozioni davvero sentite non resta sul viso più di qualche secondo. Se la sorpresa è autentica tutti i tempi, di attacco e di stacco, sono brevissimi, inferiori al secondo.
Collocazione: se qualcuno finge di arrabbiarsi e dice ad esempio ‘non ne posso più di come ti comporti’ dobbiamo guardare attentamente alla mimica : se i segni di collera nell’espressione facciale vengono dopo le parole, la persona non è poi così adirata come invece sarebbe se l’espressione della collera si stampasse sul viso prima della pronuncia della frase. In ogni caso le espressioni del viso non sincronizzate coi movimenti del corpo costituiscono probabili indizi di falso.
[Web]
Le prime 50 pagine di I volti della menzogna, di Paul Ekman
[Ekman, I volti della menzogna, p. 15]