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Lifespotting

Da Aboutaphoto

Lifespotting

H. Waechter, The leaf, 2009


Aspettare. Aspettare risposte, conferme. Aspettare che passi, aspettare che torni... I miei 14 lettori sapranno che mi capita spesso di prendere treni e ieri sera, mentre – per l'appunto – aspettavo, ho cominciato a fare una serie di considerazioni. Ho sempre pensato che stare lì in attesa avesse un che di irritante, che fosse qualcosa per chi non ha coraggio, spirito d'iniziativa, per chi non ha palle, per intenderci. Mi sbagliavo. Saper attendere senza scomporsi, senza perdere se stessi, senza compromettere un equilibrio è una capacità che si può imparare ma non è da tutti. Com'è difficile restare calmi e indifferenti mentre tutti intorno fanno rumore (F. Battiato).

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H. Waechter, From Formosa with love, 2009

 A volte guardo delle foto e le persone dentro mi sembrano così sole, così desolate, abbandonate a loro stesse... però poi le riguardo e mi rendo conto che da una parte, per il “pubblico” sono sole, ma in realtà dentro hanno un mondo: un mondo di pensieri, di ragionamenti, un mondo in costante evoluzione, tutto concentrato nello sguardo fisso su una foglia. Heiko Waechter, australiano, in queste fotografie mostra i pensieri, non riuscirei a descriverle in altro modo. Interessante il fatto che spesso i soggetti siano ritratti di spalle e di notte – momento già di per sé più “calmo”. Immagini sobrie, pulite, senza una sola ombra o luce di troppo, così lunari e “intime”. Non le vedo neppure in faccia eppure mi sembra di conoscerle queste persone ritratte. Mi fanno venire in mente i personaggi disgraziati dei racconti ancor più disgraziati di Carver (leggeteli e basta, non fate domande). Viene voglia di andare lì, sulla panchina, sedersi accanto a loro e dirgli: “Ehi, ti va se stiamo un po' in silenzio insieme?”, oppure no, non dire niente, solo aspettare: aspettare che la ruota giri finché arrivi nel punto giusto, qualunque esso sia.

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H. Waechter, Inside the magic forest, 2009 e No one gonna hold you back, 2009


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