Ieri è andata così, un sacco di cose da fare in ufficio.
Poi ho guadagnato l'uscita, la metro, casa, quasi avessi rubato quelle due ore. Arrivo a casa e il telefono non smette di suonare. Così, mentre Cigolino si impiastricciava con il suo biscotto preferito, sparecchiava a suo modo il tavolo di cucina - buttando tutto per terra e osservando poi le cose sul pavimento - io ho acceso il pc e ho continuato a lavorare da casa. Chiacchieravo con Cigolino, rispondevo a mail e telefonate. L'ho messo un po' nel suo lettino (ha la mezz'ora di nanna pre-cena) ed era ancora ufficio, mentre pulivo verdure e riordinavo.
Poi mi sono fermata un attimo. Mi sono sentita triste, improvvisamente. Mi sono sentita presa dentro qualcosa che non vorrei. Mi sono sentita arrabbiata. per la medaglia e il suo rovescio.
La medaglia è che la maternità si paga. Mi trovo nella condizione di dover ricominciare da capo, come se fossi appena arrivata in azienda. Il che è orribile, demotivante, discriminatorio.
Il rovescio è che per il tipo di lavoro che faccio, potrei davvero lavorare da casa.
Telelavoro, esiste. Nessuno lo usa, pochi lo sanno, ma esiste, giuro.
Lavorando da casa, risparmierei un sacco di soldi e pensieri. Ancora meglio del part-time, più efficace anche per l'azienda.
Invece lavorando in ufficio e a casa rubo tempo a Cigolino, a GF e a me.
Cercare quel famoso, chimerico, equilibrio tra lavoro e vita privata è l'unico buon proposito che farò per l'anno nuovo.