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Lifting al crimine

Creato il 02 novembre 2010 da Patuasia

Fra le tante domande che, noi di Patuasia, ci poniamo una è questa: perché tanta attenzione da parte della pubblica amministrazione verso la legalità, quando al suo interno ci sono fior fiori di nomi che contro la legalità hanno combattuto e perso? Abbiamo cercato una risposta che può essere semplicistica, ma che potrebbe toccare il nervo giusto e far nascere un interessante dibattito. Dunque, secondo noi, una buona parte della classe politica dirigente cerca di rafforzare lo stereotipo della criminalità organizzata che, pur esistendo e posperando ancora oggi, ha fatto il suo tempo. La nuova criminalità, quella che ha intrecci complessi con la politica, ha un volto non ancora ben conosciuto, diciamo che indossa il burka. Quindi, alimentando l’immagine convenzionale, con la quale non si hanno rapporti per questioni di “buon gusto”, si protegge quella più evoluta con la quale invece si fanno gli affari. Il folclore criminoso farebbe da schermo a quello del giacca e cravatta-delibera-accordo di programma-incarichi fiduciari. Nei convegni si parla molto di contrabbando di droga, meno di turbativa d’asta, ancor meno dei numerosi affari che girano intorno ai soldi pubblici  e che rendono cospicue mazzette, voti e favori vari. Questa è la nuova mafia, almeno una parte di essa, quella dei soldi puliti. Ma l’immaginario collettivo viene nutrito non più con storie di lupara, ma con quelle di sottomarini carichi di droga: molto più avvincenti di quelle che raccontano di precipitose sedute di consiglio.


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