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Sono arrivati i tre punti e, di questi tempi, è ossigeno che ritempra dopo il buio delle sconfitte, le recriminazioni, gli infortuni, i musi lunghi. Quando non gira, tutto sembra congiurare contro. L’exploit corsaro nel nord della Francia, coinciso con la vittoria del Cska sul Trabzonspor, rilancia l’Inter in vetta al girone di Champions e ridà un minimo di serenità ad un ambiente non certo tranquillo dopo i recenti rovesci. Sarebbe però sbagliato considerare volatilizzati i problemi che hanno caratterizzato, sino ad ora, l’andamento dei nerazzurri. Lo si è capito nel secondo tempo, quando la squadra, come già accaduto a Catania, è andata in affanno, si è fatta schiacciare nella propria metà campo e praticamente ha rinunciato a giocare. Per quanto alcuni elementi siano effettivamente spremuti da anni di battaglie, appare sinceramente inspiegabile il crollo fisico che si registra, puntualmente, dopo l’intervallo. A meno che non si sia sbagliato qualcosa nella preparazione.
Rispetto alla prestazione del Cibali, la squadra è rimasta abbastanza corta, ma spesso troppo abbassata sulla linea dell’area di rigore. Un atteggiamento determinato anche dagli ingressi di Obi per Zarate e di Stankovic per Sneijder, che hanno trasformato il 4-3-1-2 di partenza in un abbottonatissimo 4-4-1-1 in difficoltà sia nel possesso palla che nelle ripartenze.
Il primo tempo aveva invece fatto apprezzare un’Inter volitiva, rapida rispetto alla formazione macchinosa di sabato. Merito degli innesti di Zarate e, soprattutto, di Sneijder, un giocatore in questo momento indispensabile per Ranieri, ma anche di Thiago Motta, play-maker che aggiunge fisico alla qualità, accanto al quale anche Cambiasso è tornato a buoni livelli. Proprio una rapida combinazione Sneijder-Zarate ha portato al vantaggio di Pazzini dopo 21 minuti, risultato messo in cassaforte da Julio Cesar versione deluxe, con cinque-sei interventi decisivi. La modesta qualità dell’attacco del Lille ha fatto il resto.
L’Inter può così festeggiare il ritorno alla vittoria, in un campo che nessuna squadra era mai riuscito a violare in Champions, e la testa del gruppo B. Una salutare iniezione di fiducia, che però non deve esaltare più di tanto. La sensazione è che ancora ci sia molto da fare per archiviare un inizio di stagione da incubo.
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