Limbo di Melania G. Mazzucco

Creato il 25 maggio 2012 da Leragazze

Non è facile parlarvi di Limbo, l’ultimo romanzo di Melania G. Mazzucco (Einaudi 473 pag. 20 € spesi ottimamente) senza entrare nella trama. Lei la conosciamo, non ha bisogno di presentazioni. Nemmeno per noi del blog, che abbiamo anche avuto l’onore e il piacere di intervistarla.

Il libro l’ho trovato bellissimo: come al solito scritto con la fluidità tipica dell’Autrice e racconta una bella storia di “amore e guerra” dei nostri tempi. Qui però, al contrario dei classici l’amore e la guerra hanno due tempi diversi. La protagonista è il maresciallo degli alpini Manuela Paris che torna nella sua casa di Ladispoli alla fine della sua missione in Afghanistan, dove è stata gravemente ferita in un attentato. Con un bell’escamotage letterario la Mazzucco ci racconta la storia di oggi (Live) e quella della missione in Asia centrale (Homework) alternandone la narrazione di capitolo in capitolo. Il pretesto sono i “compiti a casa” che le ha dato da svolgere lo psicologo militare, visto che Manuela è tornata in Italia con il disturbo  post traumatico da stress (DPTS) e deve quindi rielaborare quanto accaduto in Afghanistan per cercare di superarlo. Entriamo quindi in contatto con il mondo delle cosiddette missioni di pace, che, a meno di letture specifiche, raramente abbiamo avuto occasione di approfondire soprattutto sotto il profilo umano. E con un linguaggio militare molto tecnico e ricco di acronimi (a volte, devo dire, troppo per noi profani) la Mazzucco ci spiega la vita quotidiana dei plotoni di stanza nel nulla afgano. Non prende posizione, non critica né approva. Racconta. Racconta le storie dei commilitoni di Manuela e i motivi e gli ideali che hanno dettato la loro scelta di arruolarsi e partire. Racconta le difficoltà che incontra una donna che vuole a tutti i costi diventare soldato perdipiù in missione, anche per riscattarsi dallo squallore nel quale viveva.

Nei capitoli Live, ovvero quelli che si svolgono durante la sua licenza a Ladispoli, la Mazzucco ci porta in una sfortunata cittadina del litorale laziale famosa solo per i suoi carciofi. Manuela qui è circondata da personaggi che potrebbero facilmente essere considerati tristi e scialbi, ma che con la lettura si rivelano invece umani, interessanti, “spessi”. È questa la cosa che alla fine del romanzo mi ha più colpito: la capacità dell’Autrice di entrare e farci entrare dentro ai suoi personaggi e renderli diversi da come appaiono a una prima lettura. Di farci cogliere il loro aspetto buono, sano.

Non posso concludere senza un accenno al penultimo capitolo: Rewind.  È un libro nel libro; una bella e toccante storia nella storia che ci fa quadrare il cerchio dell’intero romanzo.

Insomma riassumendo: compratelo e leggetelo.



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