Un presente intenso, ferito, difficile, sanguinante. Un passato duro, confuso, vissuto, sofferto. Uno scaturire fitto, di sentimenti e di emozioni. Un flusso di parole che nasconde un fiotto di passioni. Una magistrale fusione di ematomi dell’anima e di ferite del corpo che trapelano da stilemi che amalgamano lo scorrere del tempo, l’affabulazione dei personaggi, l’esterno delle circostanze e dei fatti che penetra nell’interno più intimo della vita e del vivere.Limbo è una narrazione che coinvolge completamente il lettore, lo accompagna, lo costringe a un continuo confronto nella più pura tradizione della catarsi rigeneratrice. Non è possibile uscire indenni dalla lettura di questo romanzo ed è un bene, perché Limbo va oltre la semplice struttura letteraria, sino a diventare rivelazione dei contrasti e delle contraddizioni della nostra contemporaneità. Melania G. Mazzucco scrive una storia che si fa interprete dei tempi, prendendo spunto proprio dalle manifestazioni consolidate della narrazione collettiva e condivisa: la guerra, anzi le nuove guerre, lo sradicamento delle periferie, l’annichilimento di una società che più non sa riconoscersi, la criminalità organizzata. Manifestazioni che, grazie alla scrittura sorvegliata e al contempo innovativa dell’Autrice, non fungono da pretesto narrativo, bensì da strumenti, da grimaldelli letterari per mezzo dei quali scardinare opinioni fin troppo consolidate e lasciare invece spazio a quel fluire di sensazioni che porta il lettore non ad ottenere facili risposte, ma a rendersi conto della ineludibile tragicità delle domande. Limbo è un’opera in cui la guerra e la criminalità assurgono al ruolo di installazioni di un tragico teatro della morte. Un teatro della morte di fronte al quale l’unica risposta è la coraggiosa, testarda, vulnerata, tenera e commovente resistenza del maresciallo Manuela Paris.Limbo non è solo un romanzo, Limbo è la cronaca di quello che siamo diventati.Un libro.
Limbo, di Melania G. Mazzucco (Einaudi).
Magazine Libri
Potrebbero interessarti anche :