La lentezza della traversata favoriva l'osservazione e la contemplazione di questo piacevole spettacolo".
Così scrisse il 13 settembre 1786 Johann Wolfgang Goethe nel suo "Viaggio in Italia", manifestando così indirettamente la meraviglia che deve avere indubbiamente provato nell'ammirare delle vere e proprie architetture incastonate nella natura.
Prendersi cura dell'ambiente oggi è visto anzitutto come una necessità impellente ed inderogabile; le pessime condizioni in cui versano, sotto molteplici aspetti, innumerevoli territori non solo in Italia ma in tutto il Mondo, spingono sempre più associazioni, enti, e gruppi di persone ad occuparsi di un patrimonio fondamentale dell'uomo, non solo dal punto di vista economico, ma anche e soprattutto ambientale, culturale, storico e, per certi versi, umano. In passato però questa abitudine faceva parte della normale vita quotidiana, non solo per motivi economici e di sostentamento, ma soprattutto perché mantenere pulito, ordinato e vitale il patrimonio ambientale era un principio fondamentale. In quella che io amo chiamare forse un po' nostalgicamente (non lo nascondo) "economia del territorio", rientravano lavori come la raccolta delle foglie secche da utilizzare in stalla o per la copertura delle basi delle piante, la pulizia dei boschi da esemplari vegetali malati o morti, la pulizia e manutenzione dei sentieri di montagna, e l'elenco vi assicuro potrebbe essere veramente molto esteso. In questo grande insieme di lavori e saperi, la cura delle piante e delle coltivazioni assumeva un ruolo fondamentale sotto molteplici aspetti: per l'economia territoriale, oppure per la salvaguardia delle tradizioni, ed anche per consentire lascito storico e culturale per le generazioni future.
In tutto questo sistema le limonaie possono essere prese come un modello significativo.
(Antica limonaia Elena a Maderno)
Già, perché esse non erano, anzi, non sono (esistono ancora fortunatamente) solo forme di coltivazione, ma veri e propri sistemi culturali e ambientali radicati e consolidati nel territorio. Forme di coltivazione e manutenzione delle piante di limoni dai freddi e dagli agenti atmosferici e presenti non solo nel Nord come ho evidenziato con la citazione dello scritto di Goethe, ma anche al Sud Italia, la Penisola Sorrentina per esempio.
Strutture costituite da solidi muretti d'argine, terrazzamenti e pali appositamente collocati in modo da fornire un'ossatura per i rivestimenti protettivi posti con i primi freddi autunnali e necessari per preservare la buona salute delle piante e quindi la loro produttività.
Indubbiamente questi sistemi hanno un'origine particolare. Essi derivano infatti dalle grandi e importanti serre botaniche, ma anche e soprattutto degli aromi e dei profumi presenti in palazzi e castelli nobiliari già a partire dal Medioevo e diffusesi poi anche nei secoli successivi.
Questi esempi di gusto e amore per le specie ornamentali e aromatiche furono tradotti anche in sistemi come le limonaie diffusesi in passato soprattutto per sopperire alle grandi richieste di limoni da parte di tutta Europa, prodotti necessari per scongiurare lo scorbuto, malattia derivante da carenza di vitamina C e assai diffusa tra i marinai. Non è un caso infatti se per secoli medici e intellettuali consigliarono agli equipaggi di possedere scorte di limoni per integrare una dieta assai povera e priva non solo di scelta, ma soprattutto di principi nutritivi fondamentali.
Bisogna poi ricordare indubbiamente che in misura minore anche l'industria profumiera contribuì all'aumento delle richieste di limoni, profumatissimi simboli del sole del Mediterraneo.
(Limonaia sul Garda)
Nonostante questi aspetti economici indubbiamente importanti desidero porre l'accento sulla cura e attenzione che l'uomo ha riservato a questi sistemi nel corso del tempo e che si è tradotta, quasi inevitabilmente, in cura e amore per il territorio.
Attualmente, sebbene molto sia stato fatto per recuperare questi importanti tesori di cultura e storia, molto resta ancora da fare. Il lavoro più importante a mio parere è farli conoscere ed inserirli ancora di più nel sistema culturale e turistico non solo del territorio, ma di tutto il Paese. Solo in questo modo il lavoro, la passione, la dedizione e la storia di generazioni di italiani non andranno perduti.