"Meno male che la foto l'hanno tagliata, perché mi
trovavo sulla tazza del cesso quando l'hanno scattata."
Lincoln è una gran bella lezione di storia americana? Sì. Lincoln è un gran bel film? No. Lo dico subito. Un film ben realizzato, sì. Un filmone da Oscar e da consegnare alla memoria, no.
Steven Spielberg negli anni ‘80 era come Elliott. Un bambino capace di credere nella magia delle cose. Poi il bambino è cresciuto, ha dimenticato cosa la fantasia è, si è preso troppo sul serio e ormai sforna solo film prevedibili. Lincoln è esattamente come me lo immaginavo prima di vederlo. È un filmone pieno di retorica, ricco di enfasi, moralmente anche condivisibile, ma nient’altro. Non c’è una sola sorpresa, non c’è una singola scena che mi abbia davvero colpito. Il classico prodotto impeccabile, senza sbavature, quanto allo stesso tempo privo di una vera anima. C’è una splendida storia, una delle più avvincenti della Storia americana, che ci racconta di un personaggio coraggioso come Abraham Lincoln. Paradossalmente, a mancare al film è proprio il coraggio. Lincoln il Presidente osava. Lincoln il film se la fa sotto.
In ogni sequenza la macchina da presa è messa al posto giusto, fa i movimenti giusti (di solito si avvicina lentamente al protagonista mentre parla, anch’egli molto ma molto lentamente) ed è girata con la fotografia giusta. Tutto bello, tutto preciso, tutto vuoto. Un film realizzato con in testa gli applausi dei giurati dell’Academy, pronti a incoronarlo con l’Oscar, ma sarebbe davvero ingiusto. Lincoln non è affatto un brutto film, però non sposta di una virgola il cinema così come lo conoscevamo. Non sposta nemmeno il cinema di Spielberg di una virgola. È un lavoro molto classico, per fortuna meno paraculo rispetto al precedente melenso War Horse, che ci racconta in maniera impeccabile una vicenda che tutti dovrebbero conoscere. Una pellicola necessaria, ma che nessuno parli di Capolavoro.
"Il mio ultimo discorso era talmente interessante che mi sono annoiato da solo."
Per favore.Ad impreziosire il lavoro da precisetti dello Spielberg c’è un’interpretazione anch’essa impeccabile di Daniel Day-Lewis. Eppure, pure in lui non c’è quasi mai un vero trasporto emotivo. Una grande performance attoriale, una fusione totale con il suo personaggio, ma io non c’ho visto la stessa intensità e passione messa ne Il petroliere o ne L’ultimo dei Mohicani. Riguardo ad Abraham Lincoln il personaggio è stato un grande, si è battuto per fare passare il XIII emendamento, però i suoi discorsi non si possono davvero reggere. Quando inizia a parlare lui non la finisce più. Grazie al film, comunque, ho finalmente capito perché Abraham Simpson si chiama così.
"Hey, ma tu non sei il cavallo Joey di War Horse?
Chissà cos'hai fatto per diventare il nuovo pupillo di Spielberg, eh?"
Se Lincoln è una lagna, i personaggi di contorno rimangono sempre in secondo piano. Ed è un enorme peccato, perché possiamo soltanto intravedere le potenzialità di alcuni attori che offrono brevi ma notevoli interpretazioni. Su tutti Joseph Gordon-Levitt, il figlio di Abraham, ma anche un sorprendente James Spader (quello di Stargate), un valido ma comunque non da Oscar Tommy Lee Jones, e qualche interessante volto telefilmico, da Lee Pace (Pushing Daisies) al mad men Jared Harris, da Walton Goggins (The Shield) ad Adam Driver (Girls), senza dimenticare Michael Stuhlbarg (Boardwalk Empire) e David Costabile (Breaking Bad). Persino il personaggio della moglie di Abraham, interpretata da Sally Field, viene molto sacrificato e anche la storia umanamente più coinvolgente, quella della perdita di uno dei figli di Lincoln, rimane sullo sfondo come un’eco lontana.
"Cannibal, se ti becco ti stronzo... volevo dire ti strozzo!
Scusa, non parlo tanto bene l'italiano..."
Steven Spielberg era un bambino ricco di fantasia. Uno che credeva che le bici potessero levarsi in cielo e volare. Adesso è solo un bravissimo, preparatissimo quanto noioso professorone di Storia. Le cose cambiano e le persone invecchiano. E purtroppo spesso dimenticano cos’è la magia.
DRIIIN È suonata la campanella. La lezione di Storia è finita. Tutti via di corsa, prima che Lincoln attacchi di nuovo con un altro sermone dei suoi! (voto 6-/10)
Questo post è stato pubblicato anche su The Movie Shelter, nuovissimo rifugio per appassionati di cinema che ha aperto i battenti giusto ieri e che vi consiglio di leggere, seguire, aggiungere tra i Preferiti o almeno buttarci un'occhiata.