Il fattore che forse manca principalmente in questa fatica di Spielberg è l'intrattenimento, e qualsiasi possibilità che si potrebbe sfruttare per l'occasione viene accantonata (ad esempio con la guerra civile in corso qualche scena di battaglia, per avere un minimo di azione, la si poteva infilare) e si predilige un racconto sviluppato, quasi nel suo totale, in interni. Sembra che Spielberg abbia preferito mostrarsi più come regista verbale che visivo, scelta questa che, per quanto comprensibile, non salva certamente dagli sbadigli.
Sul fattore storico della vicenda non mi addentro, non sono molto preparato, ma mi puzzano molto queste nette prese di posizione tra i Repubblicani progressisti e i Democratici con i loro discorsi vuoti di qualsiasi contenuto... appunto buoni e cattivi. Su versante attoriale, di qualità eccelsa, gli elogi non possono mancare e oltre la performance di Day-Lewis ci tengo a segnalare anche le prove di Tommy Lee Jones, Sally Field e James Spader.
Secondo un mio personalissimo parere, in tema di schiavitù colpisce molto di più Django Unchained che questo noioso Lincoln.
Pure la fiamma che mai si spegnerà ha messo... mapperfavore!
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