Il sole mi ha accompagnato spesso in questo viaggio e nonostante il vento fosse a tratti molto forte, sono stata molto fortunata, metereologicamente parlando.
Ancora di piu’ perche’ grazie al tempo decisamente clemente, sono riuscita a visitare una delle piccole isole della costa del Northumberland, Lindisfarne.
Per arrivarci, servono due cose: la carta delle maree e la macchina. La macchina? Eh gia’! Perche’ Lindisfarne, detta anche Holy Island, e’ un’isola tidale ovvero con l’alta marea e’ un’isola a tutti gli effetti, mentre con la bassa marea e’ facilmente raggiungibile a piedi o con la macchina.La carta delle maree serve a sapere in quale momento della giornata la marea e’ bassa e quindi raggiungere l’isola in sicurezza. Ovviamente e’ molto importante sapere quando la marea si alzera’ nuovamente, per non trovarsi con la macchina sommersa. Per fortuna, la carta delle maree si trova ovunque sull’isola ed e’ molto facile da leggere. Impossibile sbagliarsi. A meno che non si sia temerari, come ho visto fare, e si abbia a disposizione un trattore per passare tranquillamente sulla strada gia’ quasi completamente sommersa.
Raggiungo l’isola e parcheggio in un grande spiazzo incustodito per £3. Il centro abitato, Holy Island, e’ poco distante. per raggiungerlo mi imbatto in bancarelle che vendono frutta, verdura e prodotti locali. Sicuramente buonissimi, ma il prodotto che piu’ mi interessa e’ venduto poco piu’ in la': allo shop del paese, assaggio e acquisto il Lindisfarne Mead, l’idromele prodotto sull’isola, un liquore di miele dolcissimo che ha il sapore dell’inverno. Non vedo l’ora di sorseggiarlo durante le fredde serate decembrine, quando fuori nevica e in casa fa calduccio calduccio…
Nella piccola piazzetta del villaggio c’e’ una tenda blu, e un gruppo di persone sta fotografando qualcosa… Mi avvicino. Appollaiati su piccoli trespoli, c’erano dei bellissimi gufi, grandi e piccini, che osservavano tranquilli gli astanti. Mi piacciono moltissimo i gufi, sono degli animali davveri belli. I loro occhi sono cosi’ estremamente grandi e profondi da sembrare severi e saggi. Mi spiace davvero vederli cosi’, allacciati ai trespoli, in balia del vento e dei turisti come me, fuori dal proprio ambiente naturale.Lascio i gufetti al freddo (vorrei adottarli tutti, ovviamente) e mi sposto verso il Priorato di Lindisfarne, i resti dell’antico monastero fondato da Sant’Aidan nel VII secolo e retto successivamente da San Cutberto di Lindisfarne, che sara’ la base dell’evangelizzazione dell’Inghilterra del nord. L’isola e’ stata razziata molte volte dai Vichinghi e il monastero e’ l’edificio che ha sofferto piu’ di tutti.Il monastero e’ circondato da un cimitero con lapidi molto antiche. Una mi colpisce in modo particolare ed e’ legata ad un naufragio avvenuto nella prima meta’ dell’Ottocento e commemora quanti persero la vita in mare e non furono mai ritrovati. Mi ricorda un po’ Moby Dick di Herman Melville, per qualche strana ragione…
Dal monastero, si vede in lontananza il castello di Lindisfarne, abbarbicato su una collinetta. Sono circa dieci minuti di camminata e siccome tra poche ore dovro’ lasciare l’isola, decido di esplorarla il piu’ possibile. Il castello e’ piccolo e risale al Cinquecento… praticamente moderno, in confronto a quelli di Bamburgh e Alnwick!Prima di lasciare l’isola, decido di riscaldarmi con un buon te al Manor House Hotel, un ottimo pub con una bella vista sulla costa.E’ quasi ora di tornare sulla terraferma. La marea sta per alzarsi e non posso certo rimanere bloccata sull’isola, per quanto bella sia.
Attraverso il lembo di terra che separa l’isola, parcheggio vicino alla costa e aspetto. Voglio vedere che effetto fa la marea, e sono curiosa di vedere come si forma un’isola. Ci vuole un po’ di tempo, quasi un’oretta e mezza, ma lo spettacolo e’ mozzafiato: ora Lindisfarne e’ completamente staccata dalla terraferma, un’isola a tutti gli effetti. Per ritornarci bisognera’ aspettare l’indomani.
Ma io saro’ gia’ in partenza…
Un abbraccio,
Valigia Rossa