Linea di sangue: temi classici in fuga dal banale

Creato il 29 novembre 2011 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="266" width="206" alt="Linea di sangue: temi classici in fuga dal banale >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-41200" />Una delle situazioni più rischiose, per uno sceneggiatore, è trovarsi a scrivere una storia che si svolga in un contesto storico e culturale particolarmente battuto in passato.
La difficoltà raddoppia se si sceglie di mettere in comunicazione due filoni distinti e cresce esponenzialmente se i due blocchi in questione sono, come in questo caso, la criminalità organizzata italoamericana e il secondo conflitto mondiale, due dei temi più approfonditi e sviluppati negli ultimi decenni di produzione letteraria, cinematografica e fumettistica.
E’ questo il campo minato che Tito Faraci sceglie di attraversare con Linea di sangue, sesta uscita dei Romanzi a fumetti Bonelli, la pubblicazione semestrale con la quale la casa editrice milanese porta in edicola storie inedite, lunghe e corpose, in volumi unici.

In Linea di sangue troviamo la vicenda del soldato Paul, impegnato sul fronte italiano nella Battaglia di Cassino con le truppe alleate, che si intreccia con una guerra tra mafia italiana e irlandese che nelle stesse settimane insanguina New York. Due scontri lontani che vengono a contatto in maniera improvvisa, viscerale e drammatica.

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Considerata la quantità di opere sugli stessi soggetti, si presume potesse essere forte la tentazione di cedere a un citazionismo pedante che facesse leva sulla popolarità di alcuni precedenti e sul radicamento di certe figure nell’immaginario collettivo. O, peggio, di ripiegare su stereotipi con l’unico esito di ottenere non personaggi complessi e stratificati, ma maschere bidimensionali.
Linea di sangue, in linea di massima, sfugge a questo compiacimento, pur mantenendo saldo il proprio retroterra artistico.
Nel volume i riferimenti sono evidenti e in alcuni casi accennati nelle pagine introduttive: impossibile prescindere dalla saga de Il padrino di Francis Ford Coppola o da Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg, pilastri nei rispettivi generi, ma non manca la consapevolezza della lunga tradizione del fumetto bellico e del più recente Road to perdition di Max Allan Collins, compresa la trasposizione cinematografica (Era mio padre, diretto da Sam Mendes).

I personaggi della storia hanno tutti una buona credibilità e il ritmo si mantiene sostanzialmente coinvolgente, con l’eccezione degli scontri a fuoco che tendono alla ripetitività e non sembrano sempre funzionali alla macchina narrativa.

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I disegni sono affidati a Roberto Diso, uno dei nomi storici della Bonelli, a lungo attivo come disegnatore e copertinista di Mister No e negli ultimi anni presente fra i disegnatori di Tex e della miniserie Volto Nascosto.
Anche nei disegni di Diso sembra esserci una volontà di richiamare al modello classico del fumetto di genere e alcuni passaggi sono di livello molto elevato, su tutte la scena in cui gli Alleati tentano di guadare un corso d’acqua di notte durante una tempesta.

Unica pecca, per quanto sia un dettaglio, lascia perplessi la scelta grafica del titolo, che compare in copertina in una forma geometricamente rigida e asettica, mentre nelle pagine interne, a corredo dell’introduzione, si trova una diversa soluzione compositiva ben più accattivante e originale.

Abbiamo parlato di:
Linea di sangue
Tito Faraci, Roberto Diso
Sergio Bonelli Editore, novembre 2011
264 pagine, brossurato, bianco e nero – 9,00€

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