Nel testo precedente ho parlato di tre diverse modalità di percepire il proprio e l’altrui comportamento all’interno di una sequenza di eventi.
Potrei raffigurare il comportamento di X e Y in questo modo
comportamento lineare: Cy percepisce il proprio comportamento come effetto del comportamento di Cx.
Comportamento retroattivo: Cx percepisce il proprio comportamento come causa del comportamento di Cy, ma quest’ultimo ha un effetto retroattivo sul primo.
Comportamento reciproco: in questo caso Cx percepisce il suo comportamento tanto come causa quanto come effetto.
Le tre modalità comportamentali non riguardano soltanto questo ambito; esse possono essere estese sia agli atteggiamenti che alle “visioni del mondo”; ad esempio, tutte quelle teorie che si basano sul presupposto che ogni cosa è effetto di una causa, rientrano nel dominio della concezione lineare del mondo; in questo dominio possiamo collocare anche le concezioni religiose, le quali concepiscono l’universo come causa di una “volontà creatrice”. L’atteggiamento è il modo in cui si valuta un fenomeno (di conseguenza anche un comportamento). La valutazione è diversa dalla percezione: posso percepire qualcosa senza dargli una valutazione positiva, negativa o neutra; nel momento in cui valuto qualcosa (come positivo, negativo o neutrale), io mi sto ponendo nei confronti di ciò che percepisco in modo positivo, negativo o neutrale.
La percezione di un fenomeno (inteso come una sequenza di eventi) ha tre diverse modalità come la valutazione.