Magazine Carriere

Linguaggio dei politici e realtà. Vince chi la spara più grossa?

Creato il 27 ottobre 2014 da Propostalavoro @propostalavoro

Linguaggio dei politici e realtà. Vince chi la spara più grossa?È del 1976 la prima apparizione di un Presidente del consiglio in un talk show, si trattava di Andreotti e la trasmissioni era Bontà Loro, condotta da Maurizio Costanzo. Sono passati quasi 40 anni, la comunicazione politica ha cambiato  forme e contenitori, ma è ancora un’arma a disposizione dei politici per parlare al proprio elettorato. Quel tono solenne e formale, che caratterizzava i talk show degli esordi, adesso ha lasciato spazio ad un linguaggio diretto, da spot, dove di vero, di solito, c’è ben poco.

Ascoltando il linguaggio dei leader politici verrebbe da pensare che noi italiani siamo davvero un popolo intellettualmente pigro. Certo è impossibile riuscire ad avere una padronanza di tutti i temi nell’agenda dei politici, ma informarsi è un dovere, perché il rischio è alto che alla fine vinca chi la spara più grossa. Questo male sembra assumere diverse forme e caratteristiche apparentemente peculiari, passando da una parte politica all’altra.

Sembravano finiti i tempi in cui ascoltavamo le donne del governo Berlusconi avendo l’impressione che stessero ripetendo un copione imparato a memoria, incapaci di produrre un solo pensiero che non fosse già stato infuso nelle loro menti da qualcun altro. Ma poi sono arrivate le Picierno e le Moretti e abbiamo di nuovo dovuto fare i conti con questo cliché, quello delle donne belle ma stupide. In realtà, nel panorama politico attuale, questo è il male minore, al massimo puoi provare pena e imbarazzo per loro quando le costringono a interloquire in studio con gente di ben altro spessore intellettuale e puoi finire facendoti qualche pippa mentale sulla meritocrazia in Italia. Ma loro, con le loro frasi “copio, incollo e adatto a tutto”, sono davvero il male minore, loro sono il soprammobile della politica.

Ben diversi possono essere i risultati se invece abbiamo a che fare con un leader carismatico che spara cavolate e che diventa l’idolo delle masse. E così veniamo a Grillo. Il pressapochismo con cui affronta temi molto seri è davvero disarmante. D’altronde è un comico e non si può pretendere che ne sappia qualcosa di immigrazione, fiscal compact, riforma del titolo V della Costituzione… e di Costituzione. Il suo problema è che è ignorante nel senso  che ignora quasi tutti i temi di cui parla. In realtà tutta la comunicazione del movimento 5 stelle è pressappochista, quando comunicano lo fanno semplificando all’osso i temi, estrapolano frasi decontestualizzate per manipolare l’informazione, usano un linguaggio offensivo per fare presa sull’interlocutore. Di solito il loro pubblico (elettorato) è costituito da giovani che hanno sposato la causa dell’antipolitica a tutti i costi e che di solito non sanno nulla della storia politica della nostra nazione, casta a parte. Non che le battaglie di cui si facevano portavoce all’inizio non fossero giuste, ma poi si son persi nei loro teatrini in parlamento e nella loro personalissima certezza alla “noi siamo i buoni, tutti gli altri sono i cattivi”… di cui il loro linguaggio è intriso fino all’osso. Di Battista docet.

Ben più grave è il pressapochismo di Salvini, che comico non è, ma si erge a esperto su temi di cui non sa un granché. I suoi discorsi sull’immigrazione fanno accapponare la pelle a chi di immigrazione ne sa abbastanza. Ma vuoi che la gente sappia cosa sia Dublino III? No, la gente non lo sa, perché se lo sapesse, capirebbe che Salvini sta scoprendo l’acqua calda quando dice che questo Trattato va cambiato e che proprio i migranti sono i primi a chiederlo… oltre che tutti quelli che si occupano di immigrazione. Ma pur di creare consenso si è disposti a tutto anche a dire ovvietà facendole passare per colpi di genio. A proposito di immigrazione… qualcuno dica alla Meloni che Mare nostrum è una decorosissima operazione di civilità, peccato che i soldi siano finiti. Poi sul fatto che l’immigrazione clandestina vada arginata, direi che siam tutti d’accordo.

E infine veniamo a lui. Il leopoldino Renzi. A dire il vero il personaggio Renzi è più mediatizzato di quanto poi lui non sia nella realtà. Il parlar di Renzi ha contribuito a caratterizzare il personaggio dandogli dei tratti piuttosto marcati. Anche lui usa un linguaggio semplificatorio, ma a differenza dei suoi avversari politici  svela il trucco, dichiarando di “semplificare per  non annoiare” e questo probabilmente lo rende più credibile ai suoi interlocutori, anche perché poi, per trattare temi istituzionali, ci son sempre i suoi ministri e la serietà di Padoan.

Insomma in questi ultimi tempi la comunicazione politica si è davvero mostrata in tutte le sue forme. Per non lasciarci abbindolare dal cantastorie di turno possiamo solo informarci, informarci, informarci, incrociare le fonti e andare all’origine, dove possibile, essere critici e non dare mai nulla per scontato. Una volta raggiunto un buon livello di informazione, saranno i nostri valori e il nostro modo di essere a guidare le nostre scelte. Insomma essere un popolo intellettualmente pigro, di questi tempi, può davvero essere un peccato.

Alessia Gervasi


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :