Chi è stato a Lisbona almeno una volta non può aver fatto a meno di accorgersi di come l’arte urbana tutta – lo skating, il graffitismo, i musicisti e gli artisti di strada – sia una peculiarità propria della città e della cultura della gioventù portoghese. Soprattutto i murales sono disseminati in ogni angolo della capitale: case nei quartieri vecchi e nuovi – nell’Alfama come a Marques de Pombal -, stazioni della metropolitana ognuna con le sue particolarità della zona, colonne portanti e edifici.
Le mura di cinta del castello, o le travi del ponte 25 aprile sono piene di colori e disegni che le rendono particolari e assolutamente meravigliose, nulla a che vedere con i graffiti di deturpazione, ma vere e proprie opere d’arte contemporanea. Per questo il Comune di Lisbona ha deciso di puntare sulla street art come punta di diamante cittadina e ha così finanziato la pulizia di interi quartieri abbandonati o decadenti – e in città sono davvero innumerabili gli edifici lasciati andare in stato di abbandono – e la loro messa a nuovo con tanto di graffiti. Sono stati chiamati e impiegati un totale di circa trecento artisti, portoghesi e stranieri, per dare vita ad un’opera di rivalutazione metropolitana che ha il duplice scopo sia di rivalutazione della città, sia di fonte di turismo. Tra i vari motivi per cui Lisbona ha subito un’impennata di turisti nell’ultimo anno, infatti, c’è proprio la sua caratteristica di museo a cielo aperto, dove ogni angolo è particolare e pittoresco sia per i palazzi, per le azulejos, ma anche per i colori e la singolare bellezza dei murales – ad esempio, le facciate dei palazzi all’entrata della metropolitana di Picoas. Ad iniziare fu la GAU, la Galleria d’Arte Urbana in Calçada da Gloria, che ora ha anche una pagina facebook propria, e in seguito il fenomeno dei murales si è diffuso a macchia d’olio in tutta la città: scuole, edifici pubblici e privati mettono a disposizione i propri esterni volontariamente, e permettono a un gran numero di artisti di venire pagati – combattendo così anche una parte di disoccupazione – sia con fondi pubblici che privati, nonostante le misure di austerità sulle spese pubbliche, per rendere la città una grande opera d’arte in un progetto unico in tutta Europa.