Liscio come l’acqua…

Creato il 25 luglio 2025 da Annalife @Annalisa

(…in un giorno di pioggia)
È con un certo sollievo che ho cominciato, e finito in un amen, questo romanzo di Imogen Clark, 400 e passa pagine dove più persone, famiglie o single, si ritrovano nel primo capitolo (quasi) alla fine della storia, in una situazione non felice che pare costringerli a una frequentazione alla quale non sono più abituati.
Riusciamo a capire un po’ di più quando ci viene offerto un tuffo nel passato che ci permette di seguire i diversi protagonisti fin dall’inizio della loro conoscenza. Poi, con diversi salti in avanti nel tempo, strappo dopo strappo, seguiamo la loro esistenza, gli incontri, gli allontanamenti, i caratteri che si formano, le vite che si complicano, i sogni che si realizzano o che si sfaldano, fino a che, sul finale, ritorniamo al tempo del primo capitolo e proseguiamo, con la curiosità di vedere “come andrà a finire”.

Le scene si susseguono veloci, i dialoghi sono brillanti e proprio come uno si aspetta dopo che ha inquadrato i personaggi all’interno del loro ruolo: c’è il bel tenebroso amichevole e avventuroso, la precisina inquadrata e studiosa, l’hippy con la testa nelle nuvole ma forse anche no, il timidone e così via. All’inizio l’ambientazione è universitaria, tutto sommato abbastanza generica da poter essere uno sfondo qualunque (ricordo che si parla di York, England, ma per il resto non ci sono particolari caratteristiche che spiccano); i personaggi sono ugualmente scontati, anche se si seguono volentieri, con interesse, con simpatia; le situazioni che si avvicendano, tra alti e bassi, sono spesso prevedibili, ma il montaggio cinematografico, i salti temporali, la crescita credibile delle persone all’interno della nicchia che ha riservato loro l’autrice, la trama che si intreccia in modo solido e attento sono tutte cose che rendono la lettura molto piacevole.

Questo è quello che ho trovato nelle pagine di Clark, per cui sono qui che mi interrogo su quello che hanno trovato gli altri (e io proprio no): primo, l’intensità che, se ho capito bene, riguarda l’intero romanzo mentre io l’ho letto in un pomeriggio, in una specie di piacevole sorvolo, tra avvenimenti copiosi, abbondanti, ma, per me, non ‘intensi’; secondo, la profondità delle scelte, delle occasioni, è davvero una cosa cui ho pensato soltanto dopo, perché la scrittura veloce e la scelta narrativa molto (come già detto) cinematografica a volte non permettono di soffermarsi più di tanto sul ciò di cui si racconta, nascite, morti, vita, amori e così via; forse è anche per questo che non ho provato quel coinvolgimento emotivo che ha colpito molti lettori e ho letto le diverse esperienze dei personaggi, belle o tristi, dure o piacevoli, senza troppi patemi e senza che mettessero grandi radici nella mia memoria, soprattutto quando si sfioravano le tematiche e i modi di dire e di fare così terribilmente new age e Baci Perugina.

Alla fine, dunque, una lettura piacevole, non memorabile, non capolavoro, ma che, come scrivevo all’inizio, mi ha sollevato per un giorno dalla lettura de “Il giorno dell’ape”, storia di più famiglie disfunzionali, o problematiche, con personaggi che si incontrano, si scontrano, si evitano e così via, senza leggerezza, senza dialoghi brillanti, senza personaggi accattivanti, con una (bella) scrittura lenta, prolissa, ripetitiva e avvitata su sé stessa tanto quanto il libro di Imogen Clark scorre via dritto filato.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :