La morte prematura limitò il numero dei suoi lavori, ma fu principalmente grazie a lui e a Bernardo Strozzi, che il 600 veneziano si risollevò, risplendendo nel segno del barocco. Allievo prediletto di Goltzius in quel di Amsterdam, lo studio delle opere di Rubens e dei grandi pittori veneti del Cinquecento completarono successivamente il suo stile. Viaggiò molto, visitando tra le altre, Parigi e Roma e stabilendosi infine a Venezia. Le pennellate larghe, i toni accesi e luminosi che caratterizzano i suoi lavori specie in quelli più maturi, lo allontanarono dal realismo delle sue opere giovanili e gli conferirono una “veneticità” grazie alla quale ottenne una considerevole popolarità.
Il 600 decretò il tramonto della Spagna e l’affermarsi dei paesi del nord Europa. Nel 1620 l’Inghilterra edificò la sue prima colonia americana, la Svezia acquisì un ruolo egemone nel Baltico e l’Olanda un considerevole peso economico e commerciale. In questo quadro, attraverso l’opera di artisti come Liss e in virtù della sua immutata capacità di attrazione, Venezia attenuò gli effetti della sua calante forza commerciale con una rinnovata centralità artistica.
Nell’anno di elezione a doge di Nicolò Contarini, l’ennesima epidemia di peste portò con sé più del 30% della popolazione lagunare, tra cui anche Johann Liss. La fine di quella epidemia si festeggia ancora oggi con la Festa della Salute.