Magazine Diario personale

Listography: Your favorite Teachers

Creato il 15 febbraio 2014 da Hermosa @DeOrnatuMulieru
Come capita spesso con le cose belle in rete, ho scoperto The Life in a year e il suo progetto Listoghrapy grazie a un altro blog che seguo All Around Love.  Il gioco infinito di scatole cinesi che permette la rete non smetterà mai di affascinarmi.Se siete patite di liste, sarete conquistate anche voi. Come dice Nadia "Si tratta fondamentalmente di pubblicare una lista tratta dal libro Listography, in cui si riassumono i film preferiti, gli animali avuti, i lavori fatti... Il tutto per creare, alla fine, la proprio biografia in versione lista."
The Life In A Year
Vi lascio qui il link, se qualcuna volesse unirsi.  Io, come avrete capito, mi unisco da oggi: sarà il nostro appuntamento del sabato. Va detto che per una che ha seriamente creduto per circa 20 anni della sua vita che sarebbe stata un'insegnante, non poteva esserci argomento migliore per iniziare: ecco quindi i miei insegnanti preferiti di sempre. Mettetevi comode, è una lista lunga. La mia prima maestra delle elementari: sebbene quando ero in terza cambiò istituto, io le ero così affezionata che andavo a pranzo da lei, solo per vederla. Tutta la mia classe aveva un rapporto speciale con lei e io ricordo perfettamente una festa a casa sua, perchè ormai non era più nostra insegnate e a scuola non avremmo potuto, in cui ci scatenammo sulle note del ballo del qua-qua. Oltre a questo, che già non è poco, mi ha insegnato a guardare il mondo con curiosità e senza pregiudizi. So che può sembrare un termine strano ma oggi a lei penso come a un'amica. Non saprei come altro definire una persona che ha partecipato, con mio enorme piacere, alla festa dei miei 18 anni, della mia laurea e del mio matrimonio.La mia insegnate di Storia dell'Arte alle scuole medie: certo, farsi amare quando si insegna una materia così è più semplice. Ma lei non era solo brava e coinvolgente. Lei era bella e solare e aveva uno stile e un classe incredibili. Ripensandoci oggi credo sia stato uno dei primi modelli femminili di stile, dopo mia madre, che ho scelto consapevolmente, attingendo da un'esperienza diretta e non da un giornale.   Tutti i cinque anni del liceo: nessuno degno di nota. Anzi. Ma dato che qui si parla di favoriti, vado avanti e passo agli anni dell'università. A dirla tutta, farei prima a dirvi quale dei miei professori non ho amato: ho avuto l'incredibile fortuna di avere professori bravissimi, che non solo conoscevano bene la materia ma la amavano e sapevano trasmettere la loro passione e conoscenza.Il mio professore di letteratura latina, che teneva lezione alle 9 di mattina. La frequenza non era obbligatoria e io dovevo alzarmi verso le 5.30 per essere sicura di arrivare in tempo. Non ne ho persa una. Ed era l'unico- assieme al docente di Italiano, ma la sua lezione era seguita da molte facoltà in più- ad avere diritto a una delle aule grandi. E ad averla sempre piena, zeppa. Quando finiva la sua ora di lezione, tutto quello che volevi era che continuasse.Il suo collaboratore, il professore per il corso propedeutico allo scritto di latino: avevo un problema di calendario di corsi e non riuscivo ad essere presente alla sua lezione. Solo per me, per un intero anno, ha tenuto una lezione di pomeriggio. Avevo già studiato il latino alle medie e al liceo. Ma lui era un genio, letteralmente, che impostava il metodo di traduzione in un modo rivoluzionario. E' stato allora che ho capito davvero come tradurre. E che tradurre è sempre un po' tradire.Il mio professore di letteratura italiana, che scelse due corsi monografici uno più bello dell'altro: il primo sulla letteratura italiana tra le due guerre (Vittorini, Cassola, etc. Quegli autori che nessuno vi fa mai studiare a scuola, purtroppo) e il secondo, ancora più bello, su Pavese. Lui mi ha insegnato ad amarlo tanto quanto lo amo oggi: ce lo leggeva in classe, in un silenzio attento. Ancora oggi, è la sua voce quella che sento nella mia testa quando leggo Pavese. E fu con una poesia bellissima, di cui purtroppo non sono mai riuscita a conoscere il titolo, che ci salutò prima di una pausa (la mia facoltà era sede elettorale). Dopo la poesia ci disse : "Qualsiasi idea abbiate, non rinunciate a esprimerla". E' l'unica lezione di tutta la mia vita in cui ho applaudito. Assieme a tutta la classe. 
Il mio professore tutor dell'Erasmus: erano i primissimi anni che esisteva questo progetto che ha costruito l'Europa. Io arrivai ai primi di ottobre in un campus ancora semi deserto, e conoscevo tre parole tre di francese. Lui venne a prendermi alla stazione, mi accompagnò a prendere possesso della mia stanza al campus- che mi aveva trovato lui- andammo assieme a iscrivermi in biblioteca, alla mensa, a tutti i servizi universitari. Mi invitò a cena con altri professori quella prima settimana, mi presentò alcune delle persone che poi divennero carissime amiche, mi introdusse in gruppi di studio di un livello così alto (solo docenti) che mi vergognavo anche solo di assistere. Per tutto l'anno accademico fu una presenza costante e rassicurante, attenta e stimolante. Mi assegnò una tesina su Antigone- discussa pubblicamente, in francese, dopo solo due mesi e mezzi dal mio arrivo- che mi appassionò come poche altre cose in tutta la mia carriera di studi. Quando è stato il suo turno di venire in visita alla mia facoltà, siamo andati a pranzo assieme e mi ha insegnato a prendere il caffè amaro, stupito che una campana come me non lo facesse già.
... 
Arrivo alla fine di questo post quasi senza fiato. L'ho scritto di getto, e nel frattempo ho rivissuto molte cose. Adesso che mi rileggo, e guardo a quello che è stato il mio percorso, mi rendo conto che sì, decisamente, sono stata fortunata. 
E scrivere liste può essere bellissimo.
   
  

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