Magazine Cultura
Listopia: I milleuno libri da leggere almeno una volta nella vita (#461 - 480)
Creato il 04 novembre 2013 da La Stamberga Dei Lettori461. Pasto nudo – William Burroughs (1959)
Nel romanzo, scritto in anni in cui questi temi e queste realtà venivano generalmente schivati, Burroughs offre il racconto allucinato dell'inferno di un tossico. Lacerato tra la necessità impellente della "roba" e il richiamo molesto della carne, braccato da polizia e spacciatori, Lee, il suo Doppio, trascorre le giornate in sordidi luoghi pervasi dai miasmi del corpo e dalle fobie della mente. Scavando nelle proprie ferite con l'acume della paranoia e un'acrobatica inventiva stilistica, Burroughs tratteggia un ritratto dell'America all'acido fenico, un ritratto cui la vita quotidiana ha tentato con gli anni di adeguarsi. [La nostra recensione]
462. Il tamburo di latta – Günter Grass (1959)
Romanzo epocale, interpretato di volta in volta come picaresco o di formazione o storico o autobiografico, senza potersi ridurre ad alcuna di queste definizioni, Il tamburo di latta ha fatto scalpore soprattutto per la sua dirompente carica provocatoria. Base narrativa è l’autobiografia del protagonista Oskar, il tamburino che nel giorno del suo terzo compleanno decide di non crescere più per poter osservare il mondo degli adulti dal basso: ossia da una prospettiva che svela impietosamente le miserie e gli orrori degli uomini “normali”. Lungo questo filo narrativo viene ricostruita la storia tedesca della prima metà del Novecento dapprima dallo specialissimo osservatorio della città polacco-tedesca di Danzica, dove Grass è nato e vissuto fin quasi al termine della seconda guerra mondiale, poi da Düsseldorf, importante centro della Germania divisa dove il protagonista e il suo autore sono approdati da “profughi orientali”. Due conflitti mondiali, ma soprattutto il tema dell’ascesa irresistibile del nazismo tra i tedeschi di Danzica e la feroce conquista nazista della “posta polacca” tingono di violenza e sangue una vicenda ambientata in un salottino piccolo-borghese, disgustoso nella sua apparente innocuità. Disperatamente umoristico, atroce e grottesco, il libro colpisce per la totale assenza di elementi positivi: nessuno, neppure le vittime, viene risparmiato dall’aggressione furiosa di una critica profonda, poiché le origini del nazismo risultano radicate nella mentalità corrotta, avida e vile insieme, degli umani qualsiasi, né si salva lo stesso protagonista, ben consapevole di aver “ucciso” la propria madre e i propri due padri presunti. Il tutto raffigurato in un linguaggio di altissima invenzione che passa per i più disparati registri, dai gerghi ai dialetti, dal parlato al sublime.
463. Absolute Beginners – Colin MacInnes (1959)
London, 1958. Smoky jazz clubs, coffee bars and hip hang-outs. The young and the restless were creating a world as different as they dared from England's green and pleasant land. Follow our young photographer as he records a young teenager's life in the capital - sex, drugs and rock'n'roll; the era of the first race riots and the lead up to the swinging sixties. A twentieth-century cult classic, Absolute Beginners paints a vivid picture of a changing society with insight and sensitivity.
464. Il re della pioggia – Saul Bellow (1959)
Premio Nobel per la letteratura nel 1976, Saul Bellow ne Il re della pioggia racconta la vicenda di Eugene Henderson, un americano che, giunto a cinquantacinque anni pieno di donne, di figli e di denaro, fugge nel cuore dell'Africa alla ricerca di verità elementari sul mondo e su stesso: ne emerge un ritratto fortemente comico, ma insieme inedito e corrosivo, del tradizionale 'innocente' americano, a formare un classico della letteratura di tutti i tempi.
465. Memento Mori – Muriel Spark (1959)
Una cerchia di anziani signori e signore londinesi, tutti agiati membri della migliore società, riceve successivamente una telefonata misteriosa con il seguente messaggio: «Ricorda che devi morire». Questo segnale, che all’inizio appare come un fastidioso disturbo, poi come una scandalosa beffa, alla fine risulterà essere il primo artificio di una vendetta sottilmente escogitata. A poco a poco, l’anonima minaccia rivela una rete di rapporti alquanto sordidi e perversi, come se possedesse la salutare qualità di portare alla luce tutto ciò che un gruppo ben selezionato di persone può celare in fatto di menzogne, tradimenti, invidie, rancori, ricatti, debolezze, violenze, inganni, duplicità, crudeltà. E la narrazione procede con passo leggero e spedito, con magistrali spostamenti di prospettiva, tracciando un percorso che ha l’astratta bellezza di una figura geometrica e insieme una minuta rispondenza psicologica ai vari caratteri. Pubblicato per la prima volta nel 1959, questo gioiello dello humour nero, oggi considerato uno dei romanzi inglesi memorabili degli ultimi decenni, fu così accolto da Graham Greene: «Macabro ed esilarante, mi ha incantato come pochi altri romanzi».
466. Biliardo alle nove e mezzo – Heinrich Böll (1959)
Con Biliardo alle nove e mezzo Böll si discosta momentaneamente da temi e figure strettamente legati all'attualità e compie un tentativo ambizioso, che lo porta a misurarsi con la grande tradizione delle saghe familiari dell'Ottocento. Il romanzo si svolge in un'unica giornata, ma accoglie in visioni retrospettive, affidate alla narrazione pura, al dialogo o al monologo, cinquant'anni di eventi. Come la dimora dei Buddenbrook nel capolavoro di Thomas Mann, l'Abbazia di sant'Ambrogio svolge qui la funzione di relatà-simbolo: edificata dal vecchio Fähmel, distrutta dal figlio e in procinto di essere riedificata dal nipote, essa è l'emblema di una vicenda familiare, delle sue traversie, dei suoi dissidi, è l'emblema dell'incomunicabilità fra generazioni diverse, ciascuna delle quali ha un suo personale rapporto con la storia, che è poi la storia della Germania, quella più difficile, contraddittoria, dolorosa.
467. Colazione da Tiffany – Truman Capote (1958)
Holly Golightly, la protagonista di questo estroso romanzo breve, è una cover-girl di New York, attrice cinematografica mancata, generosa di sé con tutti, consolatrice di carcerati, eterna bambina chiassosa e scanzonata. È un personaggio incantevole, dotato di una sorprendente grazia poetica. Intorno a lei ruotano tipi bizzarri come Sally Tomato, paterno gangster ospite del penitenziario di Sing Sing, O.J. Berman, il potente agente dei produttori di Hollywood, il "vecchio ragazzo" Rusty Trawler, Joe Bell, proprietario di bar e timido innamorato...
468. Il Gattopardo – Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1958)
Siamo in Sicilia, all'epoca del tramonto borbonico. E' di scena una famiglia della più alta aristocrazia isolana, colta nel momento rivelatore del trapasso del regime, mentre già incalzano i tempi nuovi. Accentrato quasi interamente intorno a un solo personaggio, il principe Fabrizio Salina, lirico e critico insieme, il romanzo nulla concede all'intreccio e al romanzesco tanto cari a tutta la narrativa europea dell'Ottocento. L'immagine della Sicilia che invece ci offre è una immagine viva, animata da uno spirito alacre e modernissimo, ampiamente consapevole della problematica storica, politica e letteraria contemporanea. Tradotto in tutte le lingue, Il Gattopardo è ormai un classico della nostra letteratura. [La nostra recensione]
469. Memushiri kōchi – Kenzaburo Oe (1958)
[Quinto romanzo del premio nobel Kenzaburo Oe, inedito in italiano ma tradotto in tedesco, spagnolo, inglese (in quest'ultima lingua con il titolo di Nip the buds, shoot the kids). Durante la guerra, quindici ragazzi vengono evacuati dal loro riformatorio in un villaggio montano, dove sono temuti e detestati dagli abitanti locali; quando si diffonde un'epidemia, gli abitanti scappano, bloccando i ragazzi nel villaggio deserto, in cui cercheranno di vivere autonomamente.] 470. Una città come Alice – Nevil Shute (1958)
Dopo la conquista della Malesia, nel 1942, i giapponesi sbarcarono a Sumatra e rapidamente completarono l'occupazione dell'isola. Un gruppo di circa ottanta fra donne e bambini venne radunato nella vicinanze di Padang. Il locale comandante nipponico non volle assumersi la responsabilità di questa gente, e la mise in marcia, per allontanarla dalla sua zona. Cominciò così una peregrinazione per tutta l'isola che durò due anni e mezzo. Alla fine, dei componenti del gruppo ne rimanevano in vita meno di trenta. Una città come Alice è la storia di quell'avventura allucinante che Shute rievoca in pagine di straordinaria tensione. Un romanzo denso e vivido con personaggi indimenticabili. [La nostra recensione]
471. The Bitter Glass – Eilís Dillon (1958)
[Romanzo di un autore irlandese inedito in italiano di cui è difficile rintracciare persino una sinossi in inglese.] 472. Il crollo – Chinua Achebe (1958)
"Il crollo" è indubbiamente la più grande opera letteraria sull'Africa coloniale ed è stato il primo romanzo in cui la storia africana sia stata affrontata da un punto di vista africano. L'azione si svolge nella terra degli Ibo, nell'est dell'attuale Nigaria, nel periodo in cui arrivarono i primi uomini bianche, soldati e missionari. Il protagonista è un influente guerriero, incarnazione dei valori tradizionali, roccioso e inflessibile, che sarà trascinata da un'incalzante ondata di fatalità a una fine ignominosa.
473. Sabato sera, domenica mattina – Alan Sillitoe (1958)"Beve. Mente.Tradisce. S'infuria. Picchia. Si mette nei guai e prova a uscirne": così Diego De Silva nella sua prefazione descrive Arthur Seaton, l'indimenticabile protagonista di questo romanzo. Arthur ha ventidue anni e un posto di lavoro sicuro in una fabbrica di Nottingham; la società sembra aver già stabilito il suo destino la catena di montaggio.il servizio militare, e poi il matrimonio, i figli e una vita rispettabile che somiglia troppo a quella dei borghesi da lui tanto odiati. Ma Arthur proprio non ci sta. La sua ricetta per la felicità è un'altra, ben più movimentata; e dovrà fare a pugni molte volte, bere un bel po' di birra e portarsi a letto una donna sposata di troppo, prima di capire se gli ingredienti sono quelli giusti...
474. La signora Harris – Paul Gallico (1958)
A Parigi, a Parigi! Nella testa della signora Harris risuona battagliero il grido che la sta portando Oltremanica, alla conquista della ville lumière e del suo bottino: l'abito del quale non può proprio fare a meno. Perché la più che matura vedova londinese, di umili natali e ancor più umile professione, è stata folgorata sulla via della haute couture mentre svolgeva le mansioni di donna di servizio nell'abitazione della sua cliente più aristocratica: dentro l'armoire della lady era comparso il vestito più bello che Ada Harris avesse mai visto, e alla bellezza non si resiste. Cuore impavido e spirito indomito, la fragile signora Harris si è armata così del suo cappottino spigato, della borsetta marrone di finta pelle imbottita di risparmi, dell'improbabile cappellino ornato da un fiore più grande di lei, e si è imbarcata sul volo per Parigi, destinazione Avenue Montaigne: la Maison Dior. La britannicissima signora non ha fatto però i conti con i pregiudizi e lo snobismo. Ma niente può fermarla, perché Ada ha un cuore grande, un'immaginazione sconfinata e l'anima candida di una donna perbene. E per questo che anche a Parigi il suo bottino più grande saranno l'affetto e la generosità delle persone ben felici di darle una mano.
475. Ragazzo del Borstal – Brendan Behan (1958)
[Pubblicato da Feltrinelli nel 1960 e ormai fuori catalogo, Ragazzo di Borstal è un romanzo autobiografico: la storia è quella del giovane Behan, irlandese animato da un fervente spirito idealista, e della perdita della sua ingenuità durante i tre anni di reclusione in un centro di detenzione (un borstal, appunto).]
476. La fine della strada – John Barth (1958)
Insieme all'"Opera Galleggiante", questo romanzo forma, già nelle intenzioni dell'autore, un dittico quasi inscindibile. Una situazione quanto mai tipica un triangolo amoroso sullo sfondo di un'università della East Coast - diventa un romanzo filosofico che alterna comicità e disperato nichilismo, satira e tragedia. Al centro, uno dei più irresistibili antieroi della letteratura postmoderna: Jacob Horner, il giovane professore adultero che fa della paralisi esistenziale un paradossale sistema di vita.
477. Il re in eterno – T.H. White (1958)
White romanza la storia di Artù, Lancillotto, Ginevra e la cerca del Graal, rifacendosi a La morte di Artù di Th. Malory. Ma a spingere all’opera lo scrittore non è il fascino esercitato dalla leggenda arturiana, né il desiderio di ammaliare i lettori con atmosfere medioevali più o meno genuine. White è interessato al valore universale della vicenda: la storia di amore tra Ginevra e Lancillotto, contrastata dal grande affetto e dalla fedeltà che entrambi provano nei confronti di Artù, e l’opera di civilizzazione che il re intraprende per trasformare l’Inghilterra in un paese pacifico e sicuro sono, secondo White, esperienze che ogni lettore moderno può condividere e apprezzare. Da qui i lunghi brani di introspezione in cui l’autore cerca di analizzare i motivi della passione – pur sempre immorale – che lega Ginevra e Lancillotto, e le tante digressioni in cui sono spiegati i tentativi fatti da Artù per ricondurre all’ordine i feroci baroni di Inghilterra, offrendo loro un nuovo ideale da sostituire a quello, antico, della violenza e della prevaricazione: la Tavola rotonda, simbolo di giustizia e di un uso razionale della forza. Re in eterno è appunto la storia di un grande tentativo di educazione, individuale e collettiva: Merlino, precettore di Artù, cerca di comunicare al proprio allievo un’esperienza profonda della vita (anche mediante incantesimi che permettono al giovane di passare giorni o mesi nelle forme di un animale in mezzo ad altri animali, studiando i vari tipi di società naturali); il ragazzo, divenuto re, cercherà di trasmettere al popolo inglese ciò che ha imparato. Sarà una lotta disperata contro mentalità e abitudini vecchie di secoli… Una tragica lotta che opporrà Artù al clan degli Orkney, di cui suo figlio Mordred fa parte e che incarna le antiche logiche barbariche e tribali. Nello scontro tra la vecchia e la nuova mentalità gli amici diverranno nemici e guerre assurde saranno combattute, fino all’ultima, tragica battaglia… Curiosità: dal primo libro della quadrilogia è stato tratto il cartoon Disney La spada nella roccia.
478. La campana – Iris Murdoch (1958)
Nella campagna inglese, presso un monastero di clausura, sorge Imber, una comunità laica impregnata di profonda spiritualità. A Imber, un'estate, si ritrovano Dora, giovane moglie di un austero studioso, Toby, un ragazzo che sta per andare al college, Michael, fondatore di Imber e sacerdote mancato a causa di una lontana relazione omosessuale con l'allora quattordicenne Nick, lo stesso Nick, stanco di una vita dissoluta, e la sorella gemella Catherine, in procinto di chiudersi nel monastero. Il destino dei personaggi, avvolti in una rete di desideri, pulsioni e aspirazioni, si intreccia alla leggenda della campana della vicina abbazia, sprofondata nel lago dopo il peccato di una monaca.
479. La gelosia – Alain Robbe-Grillet (1957)
Più che un vero e proprio racconto, di cui si cercherebbe vanamente la trama, il romanzo di Robbe-Grillet è una giustapposizione di scene e di descrizioni centrate sulla psicologia della voce narrante, un marito ossessivamente geloso che sorveglia la moglie. E attorno a pochissimi elementi, spesso anche comuni, ruota tutta la vicenda che dimostra come grazie a un'adeguata tecnica narrativa si possano raggiungere altissimi effetti di suspence e di allucinazione anche attraverso situazioni di assoluta semplicità.
480. Voss – Patrick White (1957)
Set in nineteenth-century Australia, Voss is the story of the secret passion between an explorer and a naive young woman. Although they have met only a few times, Voss and Laura are joined by overwhelming, obsessive feelings for each other. Voss sets out to cross the continent, and as hardships, mutiny and betrayal whittle away his power to endure and to lead, his attachment to Laura gradually increases. Laura, waiting in Sydney, moves through the months of separation as if they were a dream and Voss the only reality.
Articolo di Sakura87
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