Magazine Cultura
Listopia: I milleuno libri da leggere almeno una volta nella vita (#541 - 560)
Creato il 02 dicembre 2013 da La Stamberga Dei Lettori541. The Garden Where the Brass Band Played – Simon Vestdijk (1950)
The book is a coming-of-age novel, something that in other languages is expressed more pointedly as the novel of education. Nol, "the judge's son, ' is the person whose moral sentiments are being educated. But that education is acquired at the expense of an infinitely more valuable person, the young woman Nol loves, who has been exploited by men of weight and standing in their provincial community-all of them human, disgracefully human. Not tells the story from the time he was five years old, when, inspired by a rendition of one of Souza's marches in the garden where the brass band played, he danced with the conductor's daughter, taller and older than himself, before a bemused assemblage of adults. The web of incident and reflection in Nol's narration astonishes the reader with the texture of the lives it evokes, ending with Nol's small, crucial defection that precipitates tragedy. In The Garden Where the Brass Band Played, as with every real novel of the genre, it is the reader whose sentiments are educated, by the pain of it, and no doubt rather too late.
542. L'amore in un clima freddo – Nancy Mitford (1949)
Uno scintillante alone di glamour e di gossip ha sempre circondato le sei celeberrime sorelle Mitford, figlie del barone Redesdale – e Nancy, la maggiore in ogni senso, ne ha trasferito sulla pagina riverberi screziati di veleno. Questa micidiale comedy of manners, ambientata fra le due guerre, mette in scena gli impossibili Montdore, di ritorno da cinque anni in India dove il conte, ricchissimo, aristocraticissimo, congenitamente stolido, era Viceré. La consorte, di una prosaicità adamantina, sguazza nell'alta società, e la figlia Polly, la debuttante più concupita dai giovani blasonati che affollano i balli della Stagione, decide per capriccio di farsi impalmare dallo zio, Boy Dougdale, di lei molto più vecchio e da pochi giorni vedovo, maestro nell'arte del ricamo nonché per anni amante della madre. Diseredata ipso facto, si ritira con il marito a vivere «di stenti» in Sicilia. A partire da questo gesto deflagrante, nulla nelle varie magioni avite sarà più come prima; e grazie a una esilarante concatenazione di eventi, narrati con somma ironia da Fanny, la quieta e inesorabile amica d'infanzia di Polly, sopraggiungeranno altri scandali a scuotere il bel mondo. Ma non l'autrice, testimone in vita di svariate nefandezze e bizzarrie – e men che meno il lettore, irretito da tanto candore e cinismo, con punte memorabili di spasso e malizia.
543. Il caso Tulayev – Victor Serge (1949)
Mosca 1938. Il giovane Kostja uccide Tulaev, membro del comitato centrale del Partito Comunista. In seguito all’attentato, la polizia segreta organizza la ricerca non tanto dell’esecutore materiale, quanto dei responsabili morali che, con il loro atteggiamento critico dello stalinismo, avrebbero contribuito a creare il clima in cui è maturato il delitto. Cinque sono i colpevoli designati: l’intellettuale Rublev, l’alto commissario di polizia Erchov, il contadino-soldato Makeev, il vecchio bolscevico Kondriatiev e il trockista irriducibile Ryjik. A tutti costoro, rivoluzionari di provata fede, sono rivolte le accuse più fantastiche e infamanti e si chiede il sacrificio supremo per una causa per la quale hanno già sacrificato tutto.
Nel clima di terrore e menzogna che Serge riesce così mirabilmente a ricostruire, uomini irreprensibili, noti per la loro devozione e apprezzati per la loro competenza, arrivano al punto di riconoscersi colpevoli dei peggiori crimini e, per una rivoluzione che è pur sempre la loro, preferiscono morire disonorandosi piuttosto che denunciare gli orrori del regime alla borghesia internazionale. Il caso Tulaev è una lucida analisi dell’universo staliniano unita a una rigorosa interpretazione storica della rivoluzione dove il dolore e la consapevolezza di un fallimento non sono però mai per lo scrittore, che pure ne ha sofferto sulla propria pelle le conseguenze, un motivo per venir meno ai propri principi e alla propria coerenza.
544. Nel cuore del giorno – Elizabeth Bowen (1949)
[Pubblicato da La Tartaruga Edizioni nel 1993 e ormai fuori catalogo, Nel cuore del giorno è il settimo romanzo della scrittrice irlandese Elizabeth Bowen. Ambientato a Londra nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, il romanzo è incentrato sulla relazione tra Stella, agente governativo dell'XYD, e Robert Kelway, che Harrison - un agente dell'intelligence britannica innamorato di Stella - sospetta essere una spia al soldo dei tedeschi.]
545. Il regno di questo mondo – Alejo Carpentier (1949)Il regno di questo mondo è una registrazione degli eventi occorsi nell'isola di Haiti, tra il 1760 e il 1820. Al di là dello stile che sembra trasfigurare le vicende e proiettarle in un universo di meraviglie, il romanzo è scrupolosamente un "romanzo storico". Ed è lo stesso Carpentier a metterlo in chiaro nella sua premessa: il racconto che si sta per leggere è stato ricostruito su una documentazione estremamente rigorosa che non solo rispetta la verità storica degli eventi, i nomi dei personaggi, ma che nasconde sotto la sua apparente atemporalità, un minuzioso raffronto di date e di cronologie".
546. L'uomo dal braccio d'oro – Nelson Algren (1949)Reduce dalla guerra e dal carcere, Frankie Machine detto "Braccio d'oro" cerca di arrangiarsi nella Chicago degli anni Quaranta. Vive in un quartiere di emigrati polacchi come lui, ed è morfinomane. Di mestiere fa il giocatore d'azzardo e smazza le carte tutte le sere al Tug & Maul Bar. Ma la sua aspirazione è suonare la batteria in un'orchestra swing, e nell'attesa si esercita con le pentole di cucina. La vita di Frankie si complica quando viene accusato della morte di uno spacciatore.
547. 1984 – George Orwell (1948)
L'azione si svolge in un futuro prossimo del mondo (l'anno 1984) in cui il potere si concentra in tre immensi superstati: Oceania, Eurasia ed Estasia. Al vertice del potere politico in Oceania c'è il Grande Fratello, onnisciente e infallibile, che nessuno ha visto di persona ma di cui ovunque sono visibili grandi manifesti. Il Ministero della Verità, nel quale lavora il personaggio principale, Smith, ha il compito di censurare libri e giornali non in linea con la politica ufficiale, di alterare la storia e di ridurre le possibilità espressive della lingua. Per quanto sia tenuto sotto controllo da telecamere, Smith comincia a condurre un'esistenza "sovversiva". Scritto nel 1949, il libro è considerato una delle più lucide rappresentazioni del totalitarismo. [La nostra recensione]
548. All About H. Hatterr – G.V. Desani (1948)
Wildly funny and wonderfully bizarre, All About H. Hatterr is one of the most perfectly eccentric and strangely absorbing works modern English has produced. H. Hatterr is the son of a European merchant officer and a lady from Penang who has been raised and educated in missionary schools in Calcutta. His story is of his search for enlightenment as, in the course of visiting seven Oriental cities, he consults with seven sages, each of whom specializes in a different aspect of “Living.” Each teacher delivers himself of a great “Generality,” each great Generality launches a new great “Adventure,” from each of which Hatter escapes not so much greatly edified as by the skin of his teeth. The book is a comic extravaganza, but as Anthony Burgess writes in his introduction, “it is the language that makes the book. It is not pure English; it is like Shakespeare, Joyce, and Kipling, gloriously impure.”
549. La disubbidienza – Alberto Moravia (1948)
Edito nel 1948, questo breve romanzo riprende, ampliandola e approfondendola, l'avventura già narrata in Agostino, la guarigione, cioè, attraverso l'iniziazione sessuale, di un adolescente incapace di trovare un vitale equilibrio tra sé e l'ambiente, tra le sue aspirazioni e la realtà. Per risolvere il conflitto causato dalla sua incapacità di adattamento, Luca, il protagonista, ricorre a una continua e sistematica disubbidienza ai doveri, agli affetti, ai piaceri, fino al rifiuto della vita stessa. Sarà l'esperienza suprema dell'adolescenza, l'incontro con l'altro sesso, a sottrarlo a questo incantesimo negativo indicandogli una alternativa più gioiosa e vitale.
550. La sentenza di morte – Maurice Blanchot (1948)
[Pubblicato in Italia da SE Edizioni nel 1989 e ormai fuori catalogo, de La sentenza di morte, pubblicato in lingua francese nel 1948 e difficile da reperire anche in inglese, sono disponibili poche informazioni. Racconto filosofico e parzialmente autobiografico, il libro racconta le vicende del narratore e di quattro giovani donne - J., Collette, Simone e Nathalie - che gli offrono lo spunto per una riflessione filosofica sulla morte.
551. Il nocciolo della questione – Graham Greene (1948)Il paesaggio tropicale di una colonia inglese dell'Africa occidentale fa da sfondo alle vicende drammatiche di quello che molti considerano il capolavoro di Graham Greene. Scobie, il protagonista, è un maggiore di polizia: uomo integerrimo e cattolico convinto, sopporta di buon grado la monotonia della vita coloniale, la vana attesa di una promozione, i disagi di un paese ingrato, dove è possibile «amare l'umanità quasi come la amava Dio, conoscendone il lato peggiore». Trascinato dagli eventi e dal suo stesso eccesso di pietà umana, Scobie è costretto a scendere a patti con la corruzione che lo circonda e a tradire i suoi principi, inoltrandosi in un «territorio di menzogne» da cui non gli sarà più possibile fare ritorno. Moderno Macbeth guidato alla rovina da un destino ineluttabile, Scobie sceglierà di dannare se stesso per non ferire le due donne della cui felicità si sente responsabile, la moglie e la giovanissima amante. I temi classici della narrativa di Greene - tradimento, corruzione, peccato, sacrificio - si innestano su una trama sapientemente costruita, che fa immergere il lettore nell'animo lacerato di un uomo trascinandolo con i tempi, la suspense e il ritmo serrato di un poliziesco.
552. Piangi, terra amata – Alan Paton (1947)
È questo uno di quei libri che non appartengono a una letteratura, ma che diresti sgorgati dal cuore di un popolo, germogliati dal suo sangue e dalla sua terra, che commuove e avvince con la sua intima e diretta tragicità, spoglia di ogni elemento spettacolare. Un libro il cui valore è stato attestato dalla critica internazionale.
553. Doctor Faustus – Thomas Mann (1947)
Opera tra le più significative di Thomas Mann, "Doctor Faustus" è la tragica storia di Adrian Leverkuehn, un musicista tedesco che come Faust ottiene dal demonio anni di meravigliosa attività intellettuale in cambio della dannazione eterna. Scritto alla fine dell'ultima guerra e nell'immediato dopoguerra, il romanzo non poteva esprimere meglio l'atmosfera disperata di quella che fu la catastrofe della Germania. Intorno al nucleo storico che abbraccia tre generazioni si muove un mondo di personaggi presentati con la sapiente maestria di un grande stilista, con accorata pietà o con mordente ironia, e alla trama centrale si annodano digressioni che spaziano nei campi della musica, della filosofia, della scienza. [La nostra recensione]
554. La vittima – Saul Bellow (1947)
Pubblicato nel 1947, a soli due anni dalla fine della guerra e nel paranoico clima del maccartismo, La vittima racconta di Asa Leventhal, quarantenne borghese ebreo di New York che, in un'estate dalla calura opprimente e in un momento delicato della propria vita familiare, incontra per caso un vecchio conoscente, Kirby Allbee. Costui lo accusa di essere la causa delle proprie disgrazie e inizia a molestarlo, fino a perseguitarlo in maniera ossessiva. In un crescendo di tensione, e in un dramma dell'identità nel quale i due personaggi incarnano alternativamente il ruolo del persecutore e della vittima, Leventhal esamina a fondo la propria responsabilità e il proprio senso di colpa (che è poi il sentimento degli ebrei americani rimasti indenni - a differenza di quelli europei - dallo sterminio), con un passaggio dal piano contingente e privato a quello storico-sociale e mistico-esistenziale.
555. Esercizi di stile – Raymond Queneau (1947)
Esercizi di stile è un esilarante testo di retorica applicata, un'architettura combinatoria, un avvincente gioco enigmistico. Tutto vero, però è anche un manifesto letterario (antisurrealista), è un tracciato di frammenti autobiografici, è la trascrizione di una serie di sogni realmente effettuati da Queneau. È perfino un testo politico, nonché un'autoparodia. Questo è quanto emerge dalle riflessioni che Stefano Bartezzaghi ha dedicato, in un lavoro di anni, a questo libro-capolavoro. E la sua postfazione al volume diventa complementare alla classica e sempre illuminante introduzione di Umberto Eco, del quale si conserva, ovviamente, anche la mitica traduzione. In appendice, alcuni esercizi lasciati cadere nell'edizione definitiva, un indice preparatorio e l'introduzione, scritta da Queneau per un'edizione del 1963.Testo originale a fronte.
556. Se questo è un uomo – Primo Levi (1947)
Primo Levi, reduce da Auschwitz, pubblicò "Se questo è un uomo" nel 1947. Einaudi lo accolse nel 1958 nei "Saggi" e da allora viene continuamente ristampato ed è stato tradotto in tutto il mondo. Testimonianza sconvolgente sull'inferno dei Lager, libro della dignità e dell'abiezione dell'uomo di fronte allo sterminio di massa, "Se questo è un uomo" è un capolavoro letterario di una misura, di una compostezza già classiche. È un'analisi fondamentale della composizione e della storia del Lager, ovvero dell'umiliazione, dell'offesa, della degradazione dell'uomo, prima ancora della sua soppressione nello sterminio.
557. Sotto il vulcano – Malcolm Lowry (1947)
In apparenza è un romanzo sul Messico, la pietosa epopea di un alcolizzato che si dibatte contro i fantasmi della sua mente, perseguitato dai rimorsi di un'antica colpa inespiabile; o, magari, è un romanzo d'amore. Ma vi si tratta anche d'altro: per esempio, della vacillante salute del mondo, della solitudine, del frantumarsi dell'essere e anche della verità della conoscenza. Non è detto che non vi si possa vedere anche il resoconto di certi combattimenti disperati: contro l'alcol, contro il destino o contro le forze perverse del mondo, o dell'uomo contro se stesso. Certi lo considerano un romanzo della gelosia, altri un'allegoria della Redenzione (con il suo bravo inferno in fondo alla strada), ma c'è anche chi lo vuole nello scaffale del settore Scienze occulte. Lowry, per conto suo, autorizza ogni interpretazione e altre ne suggerisce; dice d'essersi ispirato alle Anime morte per arrivare a questo risultato: una Divina Commedia ubriaca. Ha voluto scrivere un "roman comique" e ne è venuto fuori un poema ( altri diranno: una sinfonia). Max-Pol Fouchet ha messo tutti d'accordo: Sotto il vulcano è un'opera "faustiana".
558. Il sentiero dei nidi di ragno – Italo Calvino (1947)
La storia di Pin, bambino sbandato, passato, come per caso, dai giochi violenti dell'infanzia alla dura realtà della guerra partigiana.
559. La peste – Albert Camus (1947)
Orano è colpita da un'epidemia inesorabile e tremenda. Isolata con un cordone sanitario dal resto del mondo, affamata, incapace di fermare la pestilenza, la città diventa il palcoscenico e il vetrino da esperimento per le passioni di un'umanità al limite tra disgregazione e solidarietà. La fede religiosa, l'edonismo di chi non crede alle astrazioni, ma neppure è capace di "essere felice da solo", il semplice sentimento del proprio dovere sono i protagonisti della vicenda; l'indifferenza, il panico, lo spirito burocratico e l'egoismo gretto gli alleati del morbo. Scritto da Camus secondo una dimensione corale e con una scrittura che sfiora e supera la confessione, La peste è un romanzo attuale e vivo, una metafora in cui il presente continua a riconoscersi.
560. Back – Henry Green (1946)
One-legged Charley Summers is finally home from the war, after several years in a German prison camp, only to find he must now deal with the death of his lover Rose. A shell-shocked romantic—slow, distant, and dreamy—he begins to have trouble telling Rose's half-sister Nancy apart from Rose herself, now buried in the village churchyard. Coping and failing to cope with the quiet realities of daily life, Charley's delusions elevate his timid courtship of a practical and unremarkable young woman into an amnesiac love story both comic and disturbing. A contemporary of Anthony Powell and Evelyn Waugh, Henry Green was one of the greatest English novelists of the twentieth century, and Back is his most haunting and personal work.Articolo di Sakura87
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