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Listopia: I milleuno libri da leggere almeno una volta nella vita (#981 - 1001)

Creato il 05 maggio 2014 da La Stamberga Dei Lettori

Quante volte ci siamo imbattuti in una di queste liste? La stessa BBC ne aveva stilata una da cento libri (piuttosto faziosa, se volete la mia opinione). Scopo di queste liste, è noto, non è permettere al lettore di scoprire nuovi libri e nuovi autori, bensì distruggere ogni sua pretesa di letterato facendolo sentire oltremodo ignorante per il gran numero di volumi che, a fine lista, scopre di non aver non solo mai letto, ma nemmeno sentito nominare. Noi vi proponiamo questa, pubblicata in volume, che già da diversi anni circola più minacciosamente della videocassetta di The Ring (o di Pootie Tang - questa è pessima, se la capite vergognatevi) distruggendo l'autostima di ogni lettore che credeva di aver letto tutti o la maggior parte dei cosiddetti libri da leggere prima di morire. La lista in questione ha i suoi difetti. Intanto è stata stilata approssimativamente nel 2005, per cui la sezione 2000 risulta incompleta; inoltre mette in lista solo narrativa, ed è eccessivamente sbilanciata su romanzi pubblicati nel corso del 1900, glissando decisamente su quelli pre-Ottocento. Continuiamo con un'altra carrellata di venti romanzi: nel corso degli articoli vedremo quali sono stati pubblicati in Italia e quali risultano ancora inediti.
Dopo tanti appuntamenti eccoci infine agli ultimi ventuno titoli. Grazie per averci seguito!

Listopia: I milleuno libri da leggere almeno una volta nella vita (#981 - 1001)

981. Joseph Andrews - Henry Fielding (1742)

Un genere narrativo che non è mai stato finora tentato nella nostra lingua: così lo stesso Fielding definisce il suo Joseph Andrews. Pensato come feroce satira del coevo romanzo di Samuel Richardson Pamela o la virtù ricompensata, il libro travalica il suo originale intento parodistico per diventare l'avvincente resoconto d'un viaggio avventuroso, denso di peripezie, di esperienze travagliate, di episodi movimentati e farseschi. I principi morali, enunciati con apparente noncuranza, la cultura e l'amore per i libri unito a quello per gli uomini, la lotta contro il male e il vizio: sono questi i corollari delle divertenti avventure narrate in uno stile vivace e variato, pervaso da quell'indefinibile, ineffabile quasi, humour che è da sempre prerogativa inglese.

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982. Una modesta proposta - Jonathan Swift (1729)

E se la soluzione di tutti i mali che affliggono la società occidentale stesse nello sbarazzarci dei petulanti, viziati, egocentrici bambini? Magari nel cuocerli a puntino e ricavarne piatti appetitosi per le nostre tavole sempre più misere? Un suggerimento mozzafiato ci viene dal passato. Addirittura dalla penna di uno dei più grandi scrittori di lingua inglese del '700, Jonathan Swift, che sull'arte di mangiare i bambini a fin di bene ha scritto questo delizioso libello...

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983. I viaggi di Gulliver - Jonathan Swift (1726)

Non esiste in tutta la letteratura occidentale una condanna dell'intera umanità paragonabile a quella contenuta nei "Viaggi di Gulliver": la sua critica dei valori, dalla religione alla scienza, dalla politica alla cultura, è spinta fino a minacciare le radici stesse dell'esistenza. Ma il genio di Swift ha dato a quest'amarissima opera un assoluto equilibrio d'insieme, costruendola come un prodigioso giocattolo meccanico: il suo terribile significato allegorico è accessibile solo a chi può e vuole intenderlo, e non danneggia mai la componente immaginativa del racconto né le sue suggestive costruzioni fantastiche.

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984. Lady Roxana - Daniel Defoe (1724)

Lady Roxana conclude il ciclo dei grandi romanzi di Defoe. Implacabile documentario d'una lotta quotidiana per l'esistenza, narra le vicende di una giovinetta di modeste origini, che la sorte - giovane sposa, cinque volte madre e subito vedova - e il carattere indipendente spingono all'avidità e all'ambizione: all'ombra di tresche lucrose Roxana, divenuta una spregiudicata cortigiana, giunge alla ricchezza e all'età matura. Ma la sua vita è piena di inganni e menzogne, e la sua sconfitta finale è senza riscatto.

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985. Moll Flanders - Daniel Defoe (1721)

La storia di "Moll Flanders", con cui inizia il romanzo moderno e il moderno realismo, è una variegata, drammatica e mobile immagine della vita in cui Defoe riversò tutta la sua ricchezza di conoscenze. A questo romanzo lo scrittore affidò infatti la rappresentazione della propria immagine del mondo, rivelando, con una prosa sobria, robusta e incisiva, un'indole puritana e una spiccata vena di polemista e riformista. La sua Moll nacque in carcere da una madre ladra, "fu dodici anni prostituta, cinque volte sposata (una delle quali con il fratello), dodici anni ladra, otto anni deportata in Virginia"; trascorse una tumultuosa esistenza a Londra e altrove, circondata da circa duecento personaggi, ma la sua rimase una condizione di dolorosa solitudine. Costretta a sopravvivere in un ambiente ostile, raggiunse la serenità solo sul declinare della vita. Introduzione di Agostino Lombardo.

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986. Love in Excess - Eliza Haywood (1919)

Eliza Haywood (1693-1756) was on of the most successful writers of her time; indeed, the two most popular English novels in the early eighteenth-century were Robinson Crusoe and Haywood's first novel, Love in Excess. As this edition enables modern readers to discover, its enormous success is easy to understand. Love in Excess is a well crafted novel in which the claims of love and ambition are pursued through multiple storylines until the heroine engineers a melodramatic conclusion. Haywood's frankness about female sexuality may explain the later neglect of Love in Excess. (In contrast, her accomplished domestic novel, The History of Miss Betsy Thoughtless, has remained available.) Love in Excess and its reception provide a lively and valuable record of the challenge that female desire posed to social decorum. For the second Broadview edition, the appendix of eighteenth-century responses to Haywood has been considerably expanded.

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987. Robinson Crusoe - Daniel Defoe (1719)

Pubblicato nel 1719, "Robinson Crusoe" ottenne fin dal primo apparire un enorme successo, dovuto oltre che alla moda dei racconti di viaggio, alla scrittura semplice ed elegante e al fascino di un eroe che incarna tutte le virtù della classe media inglese e diventa icona dello sviluppo cosiddetto civile. Nel suo rapporto con il "selvaggio" Venerdì, di cui è padrone e precettore, l'astuto Robinson prefigura così il colonialismo britannico. E la sua solitudine di naufrago si fa scelta, conseguenza inevitabile del dominio, oltre che allegoria della condizione esistenziale dell'uomo.

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988. Favola della botte - Jonathan Swift (19)

Un'irriverente parodia che si prende gioco di eccessi religiosi, politica, costumi sociali e follie di varia natura, compreso il vizio della scrittura. Tante digressioni e un unico intento: "combattere sciocchi, bisbetici, invidiosi e uomini privi di gusto."

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989. Ooronoko schiavo di sangue reale - Aphra Behn (1688)

Attraverso l'idealizzazione settecentesca del "buon selvaggio", il primo romanzo moderno e la prima opera di denuncia dello schiavismo e del razzismo. Con testo originale a fronte e un ricco apparato di note. La storia narra la tragica avventura di un giovane principe africano che con l'inganno viene catturato e trasportato nel Suriname, allora colonia inglese, e del suo amore per la bella Imoinda. L'opera si distacca nettamente dalla tradizione del romanzo sei-settecentesco, che non aveva mai prima di allora affrontato simili temi, e crea un precedente che dal punto di vista ideologico proietta il lettore in una dimensione futura.

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990. La principessa di Clèves - Madame de La Fayette (1678)

Riconosciuto come il primo romanzo psicologico moderno, "La principessa di Clèves" è lo studio analitico e partecipe della vita interiore della protagonista, la registrazione sottile e meticolosa della sua complessità emotiva, del suo svolgersi misterioso e inatteso, fatto di repentine, impossibili felicità, di solitudini, di segreti abbandoni. Scrittrice di grande sobrietà e purezza stilistica, Madame de La Fayette avvolge i suoi personaggi in un meccanismo narrativo brillante e attento alla ricostruzione storica, particolarmente felice nella rappresentazione della vita di corte.

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991. Il pellegrinaggio del cristiano - John Bunyan (1678)

Questo classico della letteratura inglese, va letto come un'allegoria della vita cristiana che dalla croce porta fino all'ingresso nella città celeste, la meta gloriosa dei figli di Dio. La vita di "Cristiano", con le sue lotte e le sue vittorie, assomiglia a quella di ogni credente.

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992. Don Chisciotte della Mancia - Miguel de Cervantes Saavedra (1605)

"Qui vivono maestro Nicola, barbiere, e Pietro Pérez, curato, don Chisciotte e Sancio Panza, Ronzinante e Dulcinea del Toboso, il baccelliere Sansone Carrasco e Ginesio di Passamonte, l'arguta Dorotea e don Fernando, qui c'è la grotta di Montesinos e c'è Cervantes fra mille avventure e luoghi fantastici, poi ci sei tu, lettore, primo personaggio del libro, tu che in queste terre di pagine e parole, appena entri, prendi il nome di Alonso Quijano:" (Gian Luca Favetto).

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993. The Unfortunate Traveller - Thomas Nashe (1620)

Thomas Nashe, a contemporary of Shakespeare, was writing in the 1590s, the zenith of the English Renaissance. Rebellious in spirit, conservative in philosophy, Nashe's brilliant and comic invective earned him a reputation as the 'English Juvenal' who 'carried the deadly stockado in his pen.' In its mingling of the devout and the bawdy, scholarship and slang, its brutality and its constant awareness of the immanence of death, his work epitomizes the ambivalence of the Elizabethans. Above all, Nashe was a great entertainer, 'his stories are told for pleasure in telling, his jokes are cracked for the fun of them, and his whole style speaks of a relish for living.'

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994. Euphues: The Anatomy of a Wit - John Lyly (1578)

John Lyly's Euphues: The Anatomy of Wit and Euphues and his England, created a literary sensation in their own age, and had a profound influence on Elizabethan prose. This modern-spelling edition of the two works, the first for nearly a century, is designed to allow the twenty-first century reader access to this culturally significant text and to explore the fascination that it exerted. Attuned to the needs of both students and specialists, the text is edited from the earliest (complete) witnesses, richly annotated, and facilitates an understanding of Lyly's narrative technique by distinguishing typographically between narrative levels. The introduction explores the relationship between the dramatic and non-dramatic work, locating Lyly's highly influential plays in a wider context and Euphues' Latin poem in praise of Elizabeth I, translated for the first time, is discussed in an Appendix. A work of primary importance for students of Renaissance prose, this edition complements the on-going publication of Lyly's dramatic works in The Revels Plays.

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995. Gargantua e Pantagruele - François Rabelais (1534)

"Questo libro è un enigma inesplicabile, un mostruoso miscuglio di fine e ingegnosa morale e di bassa corruzione. Dove è brutto va di là dal peggiore: è l'incanto della canaglia; dove è buono, va fino allo squisito e all'eccellente e può essere un cibo dei più delicati." (La Bruyère)

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996. Le mille e una notte - AA.VV. (900 - 1400)

Da un codice del XIII secolo Rene Khawam ha recuperato un gioiello della letteratura araba. È il testo che gli studiosi giudicano "il più antico e il migliore", lo stesso che leggevano i califfi, i visir, i mercanti e le donne dei grandi secoli della civiltà araba. Libero da aggiunte arbitrarie, contaminazioni, interventi e censure, nella sua forma autentica "Le mille e una notte" riacquista il suo fascino originario. A tessere questa sterminata e labirintica trama di storie è Shahrazâd, eroina del racconto che fa da cornice alla raccolta, e affascinante odalisca penetrata da secoli nell'immaginario occidentale. Per scampare alla condanna dello spieiato re Shahriyâr, che intende vendicare sulle vergini del suo regno il tradimento subito, Shahrazâd sfrutta le doti dell'affabulazione offrendogli notte dopo notte racconti straordinari, rinchiusi l'uno nell'altro come in un sistema di scatole cinesi. Rapito dalla magia della narrazione, e dal fascino della cantastorie, il sovrano dimentica le ragioni dell'odio e annulla la condanna. Le parole di Giorgio Manganelli presentano e interpretano in modo il lavoro dei traduttori.

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997. L'asino d'oro - Lucio Apuleio (II d.C.)

"L'asino d'oro", il capolavoro di Lucio Apuleio (125-170 d.C.), è l'unico romanzo della letteratura latina giuntoci per intero. Si compone di undici libri, che descrivono le peripezie del giovane Lucio, trasformato per magia in asino e che alla fine torna uomo grazie all'intercessione della dea Iside. La vicenda di Lucio ha un valore profondamente allegorico, poiché rappresenta la caduta e la redenzione dell'uomo. Opera celeberrima, anche grazie al suo impianto rigoroso, carico di rimandi simbolici all'itinerario spirituale del protagonista, "L'asino d'oro" viene considerato il prototipo del romanzo "iniziatico" moderno, che nel "Wilhelm Meister" di Goethe ha l'esempio più alto.

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998. Etiopiche - Eliodoro (III-IV d.C.)

Non si ha alcuna notizia sicura della vita e della figura di Eliodoro, i pochi elementi sicuri sono offerti dalla nota che lo scrittore ha posto in fondo all'ultimo capitolo del suo romanzo: Eliodoro nacque e visse nella città siriaca di Emisa, all'interno di una famiglia sacerdotale dedita al culto di Helios, proprio nel periodo del massimo splendore politico, economico, e culturale della città. Il fatto che l'autore si proclama discendete di Helios, identificato con Apollo, congiunto all'osservazione che il culto di Helios divenne fiorente a Emesa durante il regno dell'imperatore Elagabalo, e poi di Alessandro Severo, ha indotto a collocare la vita di Eliodoro intorno alla metà del III secolo d.C. Un'altra tradizione che si deve allo storico della chiesa Socrate Scolastioco riferisce che Eliodoro visse al tempo di Teodosio il Grande, scrisse da giovane il romanzo delle "Etiopiche" e convertitosi al cristianesimo divenne vescovo di Tricca in Tessaglia.

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999. Il romanzo di Calliroe - Chariton (I.II d.C.)

Composto probabilmente tra il I e il II secolo d.C. da un autore di cui non conosciamo altro che il nome, Calliroe è il più antico dei romanzi greci giunti integralmente fino a noi. La storia è quella di una fanciulla di sovrumana bellezza, Calliroe, e del suo sposo Cherea. I due, perseguitati da una Fortuna bizzarra e fantasiosa, rimangono divisi per quasi tutto lo svolgersi del libro, e affrontano peripezie tipiche del genere romanzesco: morti apparenti, guerre, naufragi, esecuzioni capitali mancate, mutamenti di identità e svelamenti inattesi. Tante avventure collocate in una geografia vastissima e mutevole, si chiudono con il ricongiungimento degli amanti.

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1000. Le Metamorfosi - Publio Ovidio Nasone (ca. 8 a.C.)

"La contiguità tra dèi ed esseri umani è uno dei temi dominanti delle Metamorfosi, ma non è che un caso particolare della continuità tra tutte le figure e forme dell'esistente, antropomorfe o meno. Fauna, flora, regno minerale, firmamento inglobano nella loro comune sostanza ciò che usiamo considerare umano come insieme di qualità corporee e psicologiche e morali [...] le Metamorfosi vogliono rappresentare l'insieme del raccontabile tramandato dalla letteratura con tutta la forza d'immagini e di significati che esso convoglia, senza decidere - secondo l'ambiguità propriamente mitica - tra le chiavi di lettura possibili". Italo Calvino

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1001. Favole - Esopo (ca. VI a.C.)

Lupi crudeli, leoni prepotenti, cornacchie vanitose e cani bramosi diventano, in queste celeberrime favole, i protagonisti di straordinarie allegorie sulla natura umana. Una serie di preziosi precetti morali, che, nel corso dei secoli, non hanno mai perso la loro attualità, sotto l'aspetto fresco e fantasioso di storielle di animali.


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