Il velo di Holmes è la collana di Lite Editions dedicata all'investigatore più famoso di tutti i tempi.Una volta eliminato l'impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile, deve essere la verità.
Questo soleva dire Sherlock Holmes al suo fido assistente e amico, il Dottor Watson. Sono proprio i due inquilini del 221B di Baker Street i protagonisti - ma non solo loro! - di questa collana, che prevede racconti apocrifi perfettamente incastonati nel canone del creatore dell'investigatore più famoso di tutti i tempi.
I generi variano dal più classico e canonico vittoriano, allo steampunk, al modern e addirittura alla fantascienza, per scoprire il lato sensuale dell'uomo più famoso d'Inghilterra.Oggi vi rendiamo partecipi delle recensioni ai nostri titoli:IL CASO SIGERSON - Letizia Loi******
Se spulciate su Victorian Solstice o sulla mia pagina Anobii, scoprirete che sono una Sherlockiana. Non di quelle rompicoglioni, che hanno il canone tatuato sul cuore e soffrono come martiri per le fanfiction gaie scatenate dal telefilm di Moffat e Gatiss o il film di Guy Ritchie. Mi colloco a metà strada tra la fangirl e la scholar dotta e un po’ snob. Diciamo che sono una bimbaminkia dotata di buon senso e un minimo di gusto letterario. Per cui, sì, fatemi vedere Sherlock che mette la lingua in bocca a Watson, ma per l’amor d’iddio scrivetelo bene. L’orientamento sessuale degli inquilini di Baker street è un’opinione, l’italiano NO.
Per vie traverse sono incappata in questo racconto ‘fanfictionaro’ in cui dopo gli eventi di Reichenbach, abbiamo un Dottor Watson che s’imbatte nel sosia dell’amico Holmes che risponde al nome di Sigerson. E’ lui? Non è lui? Povero Watson, quanto ti tocca soffrire per amore di quell’essere dispettoso che risponde al nome di Sherlock.Non dico altro sulla trama, odio gli spoiler (nel senso di rivelazioni bastarde del finale, non degli orpelli per macchine truzze, comunque odio anche questi ultimi). Dirò solo che ero partita ULTRAPREVENUTA: ohnnonnnonno, gente che ha scoperto Sherlock con Robert Downey Junior e pretende di fare il Conan Doyle de noantri.
No. Questo racconto è scritto bene. Piacevole e canonico il giusto, quasi un ripensamento di Watson che si decide a vuotare il sacco sulla tanto sospettata liason (“ebbene sì, vostro onore, non ci limitavamo a risolvere casi difficili insieme e prendere il Tè!”), giusta tensione erotica, bel linguaggio. Forse una o due cadute di stile, ma assolutamente trascurabili. Nel complesso un racconto godibile e brillante. Sherlockiani di larghe vedute! Fatelo vostro immediatamente! (Doc Frankensteen's)
IL CIRCO DELLE MASCHERE - Livin Derevel
** spoiler alert ** A convincermi a comprare questo racconto è stato un pezzo dell'estratto sul sito della Lite, precisamente questo:
Intanto perché Livin Derevel ha saputo ricordare quanto spesso, nel canone, Watson accenni a sua moglie che va a trovare un qualche parente malato. Poi perché chi sa leggere tra le righe, ride tantissimo. Insomma, tra tutte le scuse possibili che il caro Dottore poteva trovare, i francobolli.
La lettura è piacevole e scorrevole, anche se si nota una certa incongruenza di stile, data sicuramente dalla poca familiarità con il linguaggio vittoriana. C’è qualche piccolo anacronismo – come l’automobile, che appare decisamente troppo presto rispetto alla loro diffusione; diffusione nel mondo, non solo nel canone – e in generale una conoscenza non proprio precisa dei racconti di Doyle, ma nulla di irrimediabile.
Il racconto è comunque fluido e i personaggi ben riconoscibili, l’ironia – sparsa qua e là senza esagerare – coinvolge e fa sorridere, e le scene erotiche sono scritte molto bene, meglio di quanto abbia visto altrove da un bel po’ di tempo a questa parte. Cosa che per me vale da sola un sacco di punti, specialmente se si considera che l’unico legame che hanno i racconti della collana è l’erotismo. Tutto il resto non è nulla che non si possa risolvere con un attenta rilettura dell'originale e qualche ricerca, ma saper scrivere erotismo non è una cosa che si impara, o ce l’hai o non ce l’hai.Mi ha stupito la conclusione, perché nonostante sia noto che Sir Doyle fosse un grande appassionato di spiritismo, con Sherlock Holmes è sempre stato molto attento a restare su un piano più “terreno”, anche quando ha scritto storie come Il mastino dei Baskerville o Il vampiro del Sussex. Inconsciamente mi aspettavo un approccio simile o, quantomeno, un maggior scetticismo di Holmes sull'argomento e una più facile fiducia di Watson in proposito, ma immagino che così sarebbe stato troppo scontato, quindi mi è piaciuto. (Letizia)
INTRIGHI E GELOSIA - Letizia Loi
Ho ritrovato con piacere le sue personali incarnazioni di Holmes e Watson. Ho apprezzato la cura nelle descrizioni (mai pesanti), la grazia nel tratteggiare i personaggi (sempre equilibrata e elegante, mai sopra le righe), la costruzione sapiente di una storia intrigante, che ti seduce senza farsi accorgere. Letizia seduce in modo sottile, senza ammiccamenti, senza nessuno degli stereotipi che troppo spesso si trovano in una letteratura che guarda con trasporto all'erotismo in tutte le sue declinazioni.
Un piccolo gioiello questo libretto. Due raccontini incastonati come gemme rare in uno scrigno rafginato. Ti lascia con una sensazione di piacere e con immagini di bellezza e intensità non comuni negli occhi e nella mente. Amo definitivamente i suoi due protagonisti. Brava ragazzina!!! (Federica)