Riportiamo un articolo della rubrica E-Sport, lo sportello di consulenza on line di "Sport a Parma".
C'è stato un diverbio tra due ragazzi della squadra che si sta trascinando nel tempo. Il gioco ne risente, sembra che il team si sia diviso in due e non ci sia più il clima dell'inizio. Posso fare qualcosa come allenatore?
Il ruolo dell’allenatore non è semplice perché oltre agli aspetti tecnici spesso ci si trova a gestire, come in questo caso, dinamiche relazionali complesse: è importante provare a risolverle in modo che, come dice lei, “non ne risenta il gioco di squadra”. In questa situazione il contributo dell’allenatore potrebbe essere quello di riportare costantemente l’attenzione della squadra sull’obiettivo del gruppo – giocare bene per vincere contro un avversario – sottolineando che per perseguire l’obiettivo è fondamentale che ogni giocatore nel suo ruolo specifico, con il suo specifico talento, faccia la sua parte e che questa parte si integri il più possibile con le parti che fanno gli altri perché è la squadra la forza di questo gioco, e più si è capaci di fare squadra più si è bravi. Tutto il resto si può risolvere fuori dal campo, e si può pensare ad un momento – circa una mezz'ora – da riservare alla fine di una delle giornate di allenamento per potere parlare di cosa succede in campo, delle cose che vanno, e di quelle che non vanno, in modo che ci sia uno spazio per provare a risolvere eventuali conflitti tra i giocatori, tra un giocatore e l’allenatore, etc., in modo che le cose “non si trascinino nel tempo”. Credo che il solo fatto di avere un allenatore come lei sensibile e attento a quello che accade nella sua squadra ed interessato a risolverlo è un buon indicatore di successo, in campo e nello spogliatoio.
A cura della Dott.ssa Elisa Ceci