Preoccupano i livelli di diossina a Taranto
Preoccupano i livelli di diossina a Taranto. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha trasmesso alla presidenza del Consiglio dei ministri e alla Procura della Repubblica di Taranto copia della nota datata 26 febbraio 2016 indirizzata ad Arpa Puglia e ASL Taranto Dipartimento di prevenzione SPESAL (e per conoscenza al prefetto di Taranto, Umberto Guidato, al sindaco Ippazio Stefano e al ministero dell'Ambiente MATTM Direzione Generale IV), dal seguente contenuto: “Nel novembre 2014 e febbraio 2015 sono stati registrati a Taranto livelli preoccupanti di diossina, oltre che di furani e pcb, sia all’interno dell’Ilva che nell’adiacente quartiere Tamburi”.
Nella nota trasmessa da Emiliano si chiede:
- ad ARPA Puglia di procedere ad una indagine diretta in sito, precisamente nelle aree esterne del quartiere Tamburi prossime al punto campionato dal Politecnico di Torino per conto di Ilva, effettuando campionamenti su suolo e relative analisi di micro inquinanti organici (PCDD/F, PCB, Dioxin like);
- ad ARPA Puglia di produrre i dati più recenti relativi ai monitoraggi e controlli delle emissioni in atmosfera (SME, Rapporti di Prova relative alle indagini a camino, Monitoraggi ambientali);
- al Dipartimento di Prevenzione ed allo SPESAL dell'ASL di Taranto di verificare le condizioni di igiene e sicurezza in ambienti di lavoro, di attuare idonee campagne di monitoraggio e controllo, avvalendosi di ARPA Puglia, tese ad accertare il livello di micro inquinanti organici (PCDD/F, PCB, Dioxin like) e di Benzo(a)pirene;
- al Dipartimento di Prevenzione dell'ASL di Taranto di accertare eventuale presenza di aziende produttrici di generi alimentari e, nel caso, di procedere al campionamento e successive analisi presso i laboratori competenti".
L'associazione Peacelink ha scritto una lettera al ministro dell’Ambiente chiedendo di far conoscere “urgentemente i rapporti di prova con le analisi relative ai controlli sulle deposizioni della diossina”. “Sono analisi – scrive l’associazione – che ILVA dovrebbe aver già effettuato e che non sono attualmente pubbliche. Vogliamo che siano resi pubblici perché da essi dipende la salute della popolazione di Taranto”.
Oggi intanto il gup di Taranto Anna De Simone ha nuovamente rinviato a giudizio le 44 persone fisiche (tra dirigenti Ilva, politici e imprenditori) e le tre società (Ilva, Riva Fire e Riva Forni elettrici) coinvolte nell'inchiesta legata al presunto disastro ambientale causato a Taranto dal Siderurgico. Il processo era tornato all'udienza preliminare dopo che la Corte d'assise di Taranto aveva rilevato un vizio di forma. La prima udienza del dibattimento è fissata per il 17 maggio prossimo dinanzi alla Corte d'assise.
Il vizio di forma che ha costretto a una nuova udienza preliminare era consistito nella mancata indicazione del difensore d'ufficio per dieci imputati sprovvisti del legale di fiducia. Il collegio giudicante sarà composto dagli stessi due giudici togati (Michele Petrangelo e Fulvia Misserini) che avevano deciso per il rinvio degli atti al gup. Circostanza questa, secondo alcuni legali, che potrebbe essere motivo di nuove eccezioni.