da La Nazione di Livorno
RUGBY Livorno contro Etruschi. Non ha niente d’amichevole l’incontro che da oggi vede protagoniste le due società cittadine. Come succede spesso anche nelle più belle storie d’amore tutto ha inizio con un tradimento. Le due società livornesi nel 2008/2009 firmarono un accordo di massima per sancire la loro collaborazione al fine di «conseguire obiettivi comuni sempre più importanti». Il connubio, tacitamente rinnovato di anno in anno, funzionava più o meno in questa maniera; i giovani del Rugby Livorno, ancora acerbi per la serie A, venivano accolti dagli Etruschi per farsi le ossa in serie minori. Un centro di crescita e di controllo. L’ok arrivava quando il giocatore aveva raggiunto la maturità e le capacità per giocare in campionati più impegnativi. Tutto questo a un prezzo: il Livorno Rugby «rinuncia a partecipare al campionato di serie C girone 1 consentendo alla società Rugby Etruschi di prenderne il posto e il titolo».
SARÀ PECCATO di gola, sarà difetto di memoria, fatto sta che per il 2011/2012 Rugby Livorno iscrive la sua squadra cadetta al campionato di CI diventando concorrente degli Etruschi nella stessa categoria. I biancoverdi hanno però bisogno di nuove risorse e trovano tanti giocatori che militano nella seconda squadra degli Etruschi pronti a cambiare sponda. I giocatori, guidati dall’allenatore, si ammutinano verso la società. Gli Etruschi pagano a caro prezzo la rivolta e devono ritirare la squadra dal campionato di C3. Consumano la loro vendetta bloccando il passaggio dei 12 atleti: il loro cartellino è di proprietà della società verde-amaranto fino al raggiungimento dei 27 anni. Esclusa qualsiasi forma di prestito, il consiglio societario è stato chiaro: «Se vogliono giocare, lo faranno per noi». Furioso il presidente del Rugby Livorno, Sergio Tobia, che ha scritto una lunghissima lettera alla Federazione chiedendo un rapido intervento per risolvere la questione. Non hanno digerito l’iniziativa in casa Etruschi: «Teniamo duro — dice il ds Carlo Ghiozzi —: se riescono ad aggirare le regole della Fir, siamo disposti ad arrivare fino al Coni e ci rivolgeremo alla giustizia federale».